Siamo colpevoli, lo ammettiamo. Perché siamo sicuramente tra quelli che in qualche modo vi hanno nauseato con questo troppo parlare di La La Land. Abbiamo cominciato il 31 agosto scorso quando abbiamo avuto la fortuna di vederlo in anteprima mondiale a Venezia, e da allora non abbiamo smesso più di osannarlo, di citarlo, di manifestare il nostro entusiasmo e di consigliarlo a chiunque ci capitasse sotto mano. Su molti abbiamo avuto un effetto positivo: alcuni sono andati al cinema e ne sono usciti estasiati ammettendo che senza la nostra "spinta" magari non l'avrebbero mai visto (e, credeteci, non c'è soddisfazione più grande per chi fa il nostro lavoro); su altri, inevitabilmente, abbiamo ottenuto l'effetto contrario, magari facendoli allontanare già stomacati dal continuo osannare oppure alzando talmente tanto le aspettative da farli uscire dalla sala delusi.
Se di colpa davvero si tratta, sappiate che l'unica motivazione, l'unica scusante che abbiamo è il troppo amore. Non (solo) amore per lo straordinario film di Damien Chazelle, ma per il cinema; e non solo perché La La Land omaggia e celebra l'arte a noi più cara, ma perché si tratta di uno di quei (sempre più) rari film che ti fanno uscire dalla sala completamente innamorato. Non (solo) di Mia e/o Sebastian e dei loro splendidi interpreti, ma del cinema stesso. O, meglio ancora, della vita stessa. Che poi per noi le due cose coincidano alla perfezione è, ovviamente, pura casualità!
Leggi anche: La La Land, i numeri musicali: tutte le magie di Damien Chazelle
"E, innamorato, sei adesso qui a stancar con un libro di parole chi t'ascolta."
E quando si è innamorati cosa c'è di più bello di raccontare a tutti del proprio amore, dei tanti pregi e delle meraviglie del neo-amato? Sarà capitato a tutti di avere avuto esperienze del genere, e sarà capitato a tutti di trovarsi nella situazione di pensare di altri: "Non è lucido, non vede le cose in modo razionale, ma passerà". Ecco, diciamo che capiremmo se pensaste la stessa cosa di noi e di questo La La Land - perché che da mesi ci sia questo innamoramento in atto noi non vogliamo mica nasconderlo a nessuno - però cosa succede quando ci si accorge che a perdere la testa non è stata solo una persona, e nemmeno 10 o 100, ma milioni di spettatori in tutto il mondo, per di più insieme a migliaia di critici e addetti ai lavori? Stregoneria? Allucinazione collettiva? Una cospirazione talmente vasta che farebbe ridere perfino Fox Mulder?
Il punto è proprio qui, che si arriva ad un momento in cui davvero si è circondati da tale entusiasmo che forse sarebbe il caso di smetterla di stare sulla difensiva e lasciarsi semplicemente coinvolgere, o quantomeno dare una possibilità e cercare di capire davvero perché così tante persone si siano innamorate. Perché, soprattutto, così tante persone provenienti da luoghi, percorsi e culture diverse si siano innamorati. Perché di film che fanno (a volte inspiegabilmente ci verrebbe da dire) impazzire il pubblico ce ne sono a bizzeffe ogni anno. Di film che fanno perdere la testa ai critici ce ne sono altrettanti e, più volte, ci avete fatto capire cosa ne pensate dei nostri gusti "elitari e snob". Di film che vengono ricoperti da nomination e statuette nel, più o meno, disinteresse generale pure potremmo fare una bella e corposa lista. Ma quanti film hanno potuto contare su questa leggendaria "coincidenza astrale" (o triplete se siete calciofili o ancora trifecta se siete anglofoni)?
Il caso più evidente che ci viene in mente è quello del Titanic di James Cameron: uno dei maggiori incassi di sempre al botteghino, critiche eccellenti alla sua uscita e un numero record (11) di Oscar più premi vari in qualsiasi parte del mondo. Ora che Titanic possa essere o meno considerato un capolavoro si può certamente discutere (per noi, per esempio, lo è), ma che sia quantomeno un film di altissimo livello è indubbio per chiunque l'abbia visto e non stia mentendo a se stesso e agli altri. Ma se potessimo chiedere a qualcuno che non ha mai visto il film di Cameron e magari nemmeno lo conosce bene di formulare un suo (pre)giudizio, una sua aspettativa basandosi sui dati oggettivi (incassi, premi, recensioni e voti) di cui sopra, istintivamente che cosa sarebbe portato mai a pensare? Di trovarsi davanti ad uno dei migliori film di sempre o di uno dei più sopravvalutati? Provate voi a fare lo stesso con qualche film del passato che magari conoscete solo superficialmente: Via col vento vi sembrerebbe un film da evitare? E Il Dottor Zivago? E L'esorcista?
Leggi anche: La La Land, il piano sequenza iniziale: quando il cinema si fa meraviglia
"Mi si nota di più se lo vedo e lo critico o se non lo vedo per niente?"
Eppure chi ha vissuto il periodo Titanic (per chi invece si deve "accontentare" del paragone con Avatar, beh, sappiate che non c'è proprio storia) ricorderà bene che dopo l'entusiasmo iniziale dei primi spettatori "vergini", immediatamente vennero le continue trasmissioni televisive, le edicole piene di copertine a tema, la canzone di Céline Dion suonata 24/7 e il fenomeno del giovane divo Leonardo DiCaprio il cui viso era praticamente ovunque. Ben presto quello era il film più maestoso e sorprendente della storia dei blockbuster hollywoodiani si trasformò in un fenomeno sopravvalutato e ingiustificato. Un fenomeno, per molti, da contestare, fermare e sminuire a tutti i costi.
Ma perché? Perché dà così fastidio l'idea di un successo (quasi) plebiscitario? Perché nella nostra epoca si sente questo bisogno istintivo di andare contro ciò che è sulla bocca di tutti? Proviamo a pensare per esempio se anche nei secoli scorsi fosse stato effettivamente così cosa sarebbe successo: uno come Shakespeare, che riuscì meglio di chiunque altro a coniugare gusto popolare e arte ai livelli più elevati, senza gli apprezzamenti dell'epoca (comunque infinitamente inferiori a quelli ricevuti dopo la sua morte) non avrebbe mai potuto continuare a scrivere. Anzi, probabilmente fu proprio quella la molla che lo portò a creare capolavori su capolavori. Che poi sicuramente anche all'epoca ci sarà stato qualcuno con la puzza sotto il naso (forse anche più di uno considerata l'igiene del periodo) non lo mettiamo in dubbio, ma col senno di poi, quanto deve essere stato stupido uno che si rifiutava di vedere questo "scrittorucolo del momento"?
Leggi anche: Shakespeare per sempre: da West Side Story a Il re leone, perché il cinema non può fare a meno del Bardo
Ora La La Land non sarà Amleto così come Titanic non è certo stato il nuovo Romeo e Giulietta, ma davvero ha senso rifiutarsi di assistere a qualcosa che comunque sta facendo o ha fatto la storia della cultura popolare solo per sentirsi superiori? Sia chiaro, da adolescenti l'abbiamo fatto tutti almeno una volta di farci pregare e non andare a feste o eventi per sentirci più cool di quanto in realtà fossimo (Nanni Moretti in Ecce bombo diceva: "Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?"), ma davvero non abbiamo imparato niente in tutti questi anni da adulti? Possibile non capire che siamo solo noi in questo caso a perderci la "festa"? Perché in fondo di questo si tratta: quando nei nostri cinema arriva un film ed un evento del genere, dobbiamo festeggiare, dobbiamo esultare, dobbiamo correre in sala e portarci appresso il maggior numero di amici e persone a cui teniamo per celebrare e goderci insieme a loro questi momenti che, nel bene o nel male, segnano e segneranno la nostra vita.
Leggi anche: Ma come parla? Le frasi e le scene culto del cinema di Nanni Moretti
Tu chiamale se vuoi... aspettative
La nostra speranza quindi, l'avrete capito, è che in un modo o nell'altro chiunque ami o anche solo apprezzi l'arte cinematografica approfitti dell'occasione e corra in sala a vedere La La Land e qualsiasi altro fenomeno popolare e plebiscitario. Fosse anche solo per poterne parlare con cognizione di causa. Perché poi una volta arrivati in sala il discorso è ben diverso: dal vederlo ad apprezzarlo davvero c'è un abisso, soprattutto nel momento in cui subentrano le famigerate aspettative. Non solo aspettative sulla qualità del film ("ma mi avevi detto che era un capolavoro!") ma aspettative su quello che nella nostra mente, e in base alle proiezioni mentali che ci siamo fatti, doveva essere quel film.
Per La La Land la difficoltà principale sta nel termine "musical", perché c'è chi li ama e chi li odia (no, la via di mezzo non esiste!) ma ognuno sembra avere una sua idea ben precisa del genere da cui è difficile staccarsi: c'è chi dal musical si aspetta necessariamente coreografie di gruppo e chi invece pretende canti e balli dalla tecnica assolutamente ineccepibile; c'è chi rimpiange la freschezza pop di Moulin Rouge e chi maledice questo tentativo ruffiano di richiamare mostri sacri e intoccabili quali Jacques Demy, Gene Kelly o Fred Astaire.
Leggi anche: La La Land e l'elogio della nostalgia: Here's to the Ones who Dream
Ma perché La La Land va guardato e giudicato/confrontato come un musical e non come un film come tanti altri? Perché non ci si può semplicemente lasciar andare e magari semplicemente godersi la storia d'amore, i personaggi, i dialoghi e tutto il resto come per qualsiasi altro film? Perché, quasi come ci fosse dovuto viste le troppe chiacchiere e aspettative, dobbiamo per forza pretendere che questo film debba essere esattamente come noi ce lo aspettiamo? Perché invece non fare l'esatto contrario, guardarlo ed eventualmente, se proprio non ci ha colpito, cercare di capire perché invece sta entusiasmando tutti gli altri? Perché non leggere le opinioni altrui, non approfondire con i tanti articoli esistenti, invece che attaccare, erigere un muro e schierarci quasi fosse una guerra? Perché deve essere una gara a chi capisce di più o di meno di cinema e di arte e non invece a chi riesce a sforzarsi di capire di più la posizione dell'altro, o magari direttamente del regista? Non è forse meglio provare ad arricchirsi invece che interrompere ogni possibilità di dialogo?
È proprio per questo che, perdonateci, noi continueremo a manifestare questo nostro entusiasmo e a professare sempre e comunque ogni innamoramento che ci capiterà per la nostra strada: perché parlare di cinema ed arte è soprattutto questo, scoprire e riscoprire continuamente il bello e indicarlo agli altri affinché possano farlo proprio. Noi oggi, come tanti, vi stiamo indicando La La Land, sappiate farne buon uso.
Leggi anche: La recensione di La La Land: La vita non è un musical