La fortuna è in un altro biscotto, la recensione: un esordio intrigante nella Liguria noir

La recensione de La fortuna è in un altro biscotto, esordio alla regia del ligure Marco Planica nei cinema dal 5 ottobre.

La fortuna è in un altro biscotto, la recensione: un esordio intrigante nella Liguria noir

L'esordio di Marco Placanica è decisamente ambizioso. Il regista ligure sfrutta la sua regione per ambientarvi una storia noir decisamente intricata che coinvolge personaggi diversi per ceti ed estrazione sociale. La fortuna è in un altro biscotto ruota attorno al testardo Leo (Manuel Zicarelli), che porta avanti l'attività paterna gestendo un emporio antiquario con traffici leciti e illeciti.

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La fortuna è in un altro biscotto: Manuel Zicarelli in una scena

Sulla testa di Leo pende il giogo dello strozzino Tonino Paffone (Enzo Paci), a cui deve una consistente somma di denaro. A sua volta, anche Paffone ha le sue beghe. Dopo aver rischiato di morire deve farei conti con la gravidanza imprevista della figlia Virginia, innamorata del figlio di Manfredo Collini (Fabrizio Contri), imprenditore e collezionista d'arte che aspira a diventare sindaco con la lista conservatrice Famiglia Unita. Ma Collini ha un altro figlio, un influencer squinternato noto nel web col nickname di VateTux.

Una commedia dark ricca e complessa

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La fortuna è in un altro biscotto: Daniela Camera in una scena

Perché parliamo di storia ambiziosa? La fortuna è in un altro biscotto si distingue come una pellicola matura, anche se diretta da un regista appena 24enne. Un film di genere, una commedia nera, che contiene però al suo interno un sostrato di temi da sviscerare man mano che la narrazione procede. Si parla di rapporti irrisolti tra genitori e figli, di indipendenza ed emancipazioni da famiglie troppo (o troppo poco) autoritarie, ma anche di obblighi sociali, aspirazioni e della possibilità di cambiare le proprie esistenze.

Anche se le scene buffe non mancano, La fortuna è in un altro biscotto non è una commedia in cui si ride, semmai si sorride amaro osservando le sciagurate situazioni in cui si infilano i personaggi. Il tessuto narrativo del film (la sceneggiatura è firmata da Dario Aita e Ruben Marciano) è complesso. Gli autori lavorano per ellissi, evitando "spiegoni" e mantenendo un alone di mistero intorno ai rapporti tra i personaggi. Scelta, questa, che richiede un surplus di attenzione per comprendere gli intrighi intessuti da Leo, che punta a rubare un quadro dalla ricca collezione di Collini per rivenderlo a un altro collezionista e recuperare così il denaro necessario a salvare il negozio.

La caratterizzazione dei personaggi

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La fortuna è in un altro biscotto: Enzo Paci in una scena

La scelta di intrecciare diversi piani temporali rende la visione più ricca e complessa, ma a tratti confonde lo spettatore, chiamato anche a sbrogliarsi tra i vari personaggi secondari che spuntano nel corso del film. Va detto che il lavoro sulla caratterizzazione è notevole sia da parte degli sceneggiatori che degli interpreti. Dalla madre svagata e confusa di Leo alla sorella Viola dal passato criminale, dal figlio maggiore di Collini, inetto e impresentabile nerd, ai gangster che scommettono sui combattimenti tra pesci tropicali, dal cliente nano in cerca di una balestra al marito manesco di Viola. Per non parlare dei novelli Romeo e Giulietta, alias Federico Collini e Virginia Paffone, la cui sottotrama è una delle più interessanti e ricche di spunti per lo spessore delle riflessioni condivise tra i due adolescenti, molto più profondi degli adulti che li circondano.

Le location liguri

Poster Ok  La Fortuna E In Un Altro Biscotto
Locandina di La fortuna è in un altro biscotto

La fortuna è in un altro biscotto si distingue anche per la qualità visiva e il buon uso delle location: il film è girato tra Pietra Ligure e Savona, col porto di Vado Ligure al centro della suggestiva sequenza iniziale in medias res, dove Leo se ne va in giro trascinandosi sulle spalle il Redentore di José Valdivia, una statua bianca che ricorda vagamente il Cristo del Corcovado, ma con tanto di rossetto e occhiali da sole.

L'impersonalità della provincia permette di concentrare l'attenzione sugli improbabili personaggi, ritratti spesso in caotici momenti action grazie a un sapiente uso della macchina a mano, mentre le avvolgenti location marittime sottolineano l'importanza delle parole pronunciate; nel caso della sequenza iniziale si tratta del monologo interiore di Leo che fungerà da cornice della storia e il cui significato diverrà chiaro solo alla fine del film così come il senso del titolo, che rievoca la presenza della mafia cinese la quale, a sua volta, ha un certo peso nella storia. Tanta carne al fuoco, forse troppa, in un film decisamente coraggioso e articolato, in cui a tratti l'entusiasmo del racconto porta a un eccesso di informazioni risultando confuso e disordinato.

Conclusioni

Come rivela la nostra recensione de La fortuna è in un altro biscotto, l'esordio alla regia del ligure Marco Placanica si rivela una commedia nera coraggiosa e articolata, in cui a tratti l'entusiasmo del racconto porta a un eccesso di informazioni risultando confuso e disordinato. Grande cura nella costruzione dei personaggi, anche secondari, e della valorizzazione delle location.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.9/5

Perché ci piace

  • L'adesione a un genere, la commedia nera, in modo libero e originale.
  • La costruzione dei personaggi, ricchi, vari e a tratti ridicoli nella loro disperazione.
  • La valorizzazione delle location liguri, con la provincia al centro della storia.

Cosa non va

  • L'uso di diversi piani temporali a tratti crea confusione nel racconto.