La donna del lago è una serie di AppleTV+ con protagonista il premio Oscar Natalie Portman, ma non è un semplice thriller che adatta per la televisione il libro di Laura Lippman: è una delle cose più belle che vedrete quest'anno. Questo perché al timone di tutti i sette episodi c'è Alma Har'el, regista che, prima di debuttare nel 2019 con il lungometraggio Honey Boy, ha diretto video musicali per artisti quali Rolling Stones, Sigur Rós e Beirut.
In streaming dal 19 luglio, La donna del lago (Lady in the Lake in originale) è tante cose insieme: un thriller, dicevamo, in cui una casalinga aspirante giornalista, Maddie (Portman), cerca di scoprire chi ha ucciso Cleo Johnson (Moses Ingram) il giorno del Ringraziamento, ma anche un'immersione nella psiche delle protagoniste. Vediamo infatti in immagini le loro aspirazioni, i loro sogni.
Per farlo Har'el ha mescolato numeri musicali a sequenze oniriche, creando un unico grande bellissimo flusso di coscienza, in cui immagini e musica raccontano molto di più di quanto potrebbero farlo semplici parole. Abbiamo parlato di questa ricerca musicale ed estetica proprio con la regista, che nella nostra intervista ci spiega come ha ricreato la scena musicale della Baltimora degli anni '60.
La donna del lago: intervista alla regista Alma Har'el
La regista Alma Har'el ama il cast di La donna del lago, perché, a suo dire, ogni attore della serie ha della poesia dentro di sé. Come si coltiva la poesia che si possiede?
"Innanzitutto riconoscendolae sapendo che esiste. Questo è il primo passo" ha esordito, continuando: "È una cosa sfuggente. Credo che alcune persone non riescano a coglierla. E credo che, una volta che la trovi, devi solo farle spazio. Quindi la alimento lasciando che le persone sperimentino e si fidino del loro istinto, permettendo a volte che cambino il copione e dicano cose con parole loro, se necessario. Ma anche facendo spazio alla grazia".
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La ricerca della meraviglia
Tra gli attori di La donna del lago c'è anche la bravissima e sempre più emergente Mikey Madison, protagonista del film Anora di Sean Baker, che ha vinto la Palma d'Oro a Cannes 2024. Ha un piccolo ruolo, quello di Judith Weinstein, vicina di casa di Maddie, ma fondamentale: è anche lei a dare coraggio alla protagonista di inseguire il suo sogno di diventare giornalista. A un certo punto la ragazza cita la scrittrice Anaïs Nin, parlando di come voglia essere una scrittrice in grado di dare valore anche ai momenti piccoli, quelli che la maggior parte delle persone potrebbero trovare banali.
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È un po' quello che ha cercato di fare la regista con questa serie? Rendere speciale e meravigliosa la vita quotidiana? Alma Har'el: "Judith sta citando Anaïs Nin: è una bellissima citazione dei suoi diari. E credo che Anaïs Nin abbia sicuramente avuto un'inclinazione per la ricerca del meraviglioso, di cui parla anche la nostra serie. Anche Maddie, da adolescente, ne è attirata. E tutti noi, credo, che proviamo quella sensazione di volere qualcosa di più nella vita. Una volta che ti apri al momento presente, e ti apri alla bellezza della vita nel modo più fragile e intimo, puoi trovare il meraviglioso anche in quei momenti. Quindi penso che a volte si tratti della tensione tra queste due cose: quanto cerchiamo di più e quanto ci sintonizziamo col momento presente".
La colonna sonora di La donna del lago
Le scene musicali e la colonna sonora di La donna del lago sono stupende. Come ci ha lavorato la regista? Alma Har'el: "È la cosa che preferisco fare. Quindi la inserisco sempre in tutto ciò che faccio, ma in questo caso era particolarmente importante. Quando ho fatto ricerche su Baltimora mi sono resa conto di quanto poco sappiamo del fatto che quella città aveva una ricca cultura musicale: Penn Avenue, Pennsylvania Avenue, aveva alcuni dei più importanti club, in cui sono passati a suonare i più grandi musicisti. Volevo provare a trasmettere ciò che, credo, si vivesse in quei locali. E questi numeri nel club si riferiscono a quello. E poi, naturalmente, ci sono numeri che fanno parte di sequenze oniriche. Quindi è un po' un caleidoscopio di numeri che cambiano tonalità, ma per me è una vera e propria lingua. È qualcosa che credo si possa trasmettere solo con il movimento. Non si può dire a parole".