Un incrocio ben riuscito e piuttosto intrigante tra Downton Abbey, Elisa di Rivombrosa e il cult messicano Come acqua per il cioccolato, tra il dramma di altri tempi e la soap opera latina: come vedremo in questa recensione de La cuoca di Castamar, la serie tratta dal romanzo omonimo di Fernando J. Múñez è un racconto in costume capace di trasportarci nella Spagna del 1700, tra la corte di Re Felipe V ed il fittizio ducato di Castamar; una storia che, invece di concentrarsi esclusivamente sull'idillio amoroso tra i due protagonisti cerca di dar risalto al mondo che li circonda, dalle storie della servitù a quelle della nobiltà, tra intrighi e colpi di scena che tengono lo spettatore con il fiato sospeso.
Questa nuova serie Netflix è senza dubbio un prodotto pensato per un target ben specifico, quello che apprezza le storie d'amore in costume ricche di momenti drammatici e sopra le righe (la scena iniziale, in particolare, ne è l'esempio perfetto), ma per l'accuratezza delle sue ricostruzioni (è evidente che è stato investito un budget consistente nell'intera produzione) e la ricca pletora di personaggi secondari ben approfonditi, potrebbe attrarre anche un pubblico più ampio. La cuoca di Castamar è una storia che viene costruita lentamente, che ci mette un po' a mettere in tavola (e qui scusateci il gioco di parole) tutte le sue carte, ma che proprio per questo quando cattura il suo spettatore gli impone di non abbandonare la visione, fino all'ultimo dei suoi dodici episodi.
La storia di Clara
La protagonista di questa storia è Clara Belmonte (Michelle Jenner), una gentildonna caduta in disgrazia dopo che il padre, un famoso medico, viene accusato ingiustamente di omicidio e giustiziato. La donna, che per lo shock ha iniziato a soffrire di una forma invalidante di agorafobia, si è rifugiata in un convento: un giorno, però, un'offerta di lavoro come ragazza di cucina nella splendida tenuta di Castamar la spingerà ad abbandonare l'oasi di pace che l'aveva accolta. Clara possiede un dono straordinario: con le sue mani è capace di preparare manicaretti che riescono a far emozionare i suoi commensali, trasformando in arte anche il più semplice dei piatti. La situazione che l'aspetta a Castamar non è però delle più semplici: il duca Diego de Castamar (Roberto Enríquez), dopo due anni dalla morte della moglie non riesce ancora a riprendersi dall'immenso dolore provato; i suoi famigliari (in particolare sua madre Mercedes, interpretata da Fiorella Faltoyano) vorrebbero che si rifacesse una vita, magari con la bellissima e innocente Amelia Castro (María Hervás), ma lui proprio non riesce a liberarsi dal ricordo dell'amata. La presenza di Clara, però, sembra far breccia nella corazza che si è costruito, portandolo a provare nuovamente emozioni che credeva di aver dimenticato. Nell'ombra, però, c'è chi trama per portare alla rovina Castamar: Enrique de Arcona (Hugo Silva), nasconde un'inarrestabile sete di vendetta nei confronti del duca (non vi sveliamo la ragione per non farvi troppi spoiler) e, insieme a Sol Montijos (Marina Gatell), farà di tutto per distruggere la sua (ritrovata) felicità.
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Ad ognuno di questi personaggi viene regalata una backstory particolarmente interessante, che si va aggiungere a quelle dei membri della servitù ma anche a quelle degli amici di Diego e del resto della famiglia Castamar, in particolare il giovane Gabriel (Jean Cruz) un ragazzo di colore adottato quando era bambino dai duchi. Non solo la trama sentimentale quindi, ma anche l'intreccio politico, corredato da intrighi ed omicidi, e lo scontro tra classi sociali. Per questo, come dicevamo, La cuoca di Castamar è un racconto che cattura e trascina, capace di trasportarci in un mondo che non perde di nitidezza e di cura nei dettagli nell'essere portato su schermo dalla carta stampata.
Buone interpretazioni ed una storia che cattura
Il cast regala interpretazioni particolarmente intense, tanto i protagonisti che i personaggi secondari, e grazie ad una sceneggiatura ben costruita e sviluppata riesce ad elevare un materiale di partenza che potrebbe sembrare a prima vista dagli orizzonti piuttosto limitati. Tra gli spettatori quelli che potrebbero restare più delusi da La cuoca di Castamar sono coloro alla ricerca di un intreccio più incentrato su una storia d'amore passionale ed infuocata (un po' alla Bridgerton, per intenderci), mentre la serie creata da Tatiana Rodriguez cerca - come abbiamo più e più volte sottolineato - di colpire chi guarda toccando altre corde. Detto questo, però, non avrebbe guastato una maggiore cura nello sviluppare la relazione tra i due protagonisti, che a tratti fatica a coinvolgere. La soluzione ai loro problemi nell'episodio finale, poi, ci è sembrata un po' affrettata e tirata via: per dodici episodi abbiamo assistito allo sbocciare di un amore proibito ed osteggiato dalla società, un dilemma che però, inaspettatamente, viene risolto con fin troppa facilità.
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Conclusioni
Come abbiamo sottolineato in questa recensione de La cuoca di Castamar la nuova serie Netflix in costume è un prodotto molto ben curato e dall'intreccio intrigante. Un prodotto perfetto per chi di solito ama questo genere di storie ma che potrebbe attirare anche pubblico più ampio.
Perché ci piace
- La trama intrigante e ben sviluppata.
- La pletora di personaggi ben approfonditi.
- La ricostruzione storica molto curata.
Cosa non va
- La storia d'amore tra i due protagonisti non coinvolge quanto dovrebbe.