Ad appena quindici giorni di distanza dai primi sette episodi della prima stagione (leggi la nostra recensione), La creatura di Gyeongseong torna su Netflix con le restanti - ed essenziali - tre puntate, che vanno così a completare il racconto della serie evento sud-coreana. Questa seconda parte della narrazione è quella fondamentale, dove vengono date alcune importanti risposte a diversi quesiti della storia, cadono le maschere di alcuni protagonisti e si frantumano le armature emotive più solide e resistenti. Già rinnovata per una seconda stagione, attualmente in pre-produzione, il k-drama coreano scritto da Kang Eun-kyung raggiunge la naturale e soddisfacente chiusura del suo primo arco narrativo con un trittico di episodi dove è la vena più romantica e sensibile dello show a predominare sul mistero e l'azione, dando così piena realizzazione ai sentimenti e alle relazioni dei personaggi, positivi o antagonisti, ed emozionando più di quanto precedentemente sospettabile.
Disposto a tutto
Gli eventi della Parte 2 riprendono esattamente da doveva si era fermata la Parte 1. Jang Tae-Sang (Park Seo-joon) sta tentando la fuga dal terrificante ospedale Ongseong, dove era stato catturato per essere poi utilizzato come eventuale cavia per gli agghiaccianti esperimenti del Dottor Ichiro e del tenete generale Kato (Choi Young-joon). Il protagonista è disposto a tutto pur di lasciare quel palazzo di sofferenza e tornare alla sua vita. La segugia e alleata Yoon Chae-ok (Han So-hee) è terrorizzata all'idea di non rivederlo più e attende il suo ritorno notte e giorno davanti all'ingresso della Casa del Tesoro d'Oro, dove anche la famiglia acquisita di Tae-sang è in pena per le sorti del ragazzo, con il direttore del banco dei pegni torturato dall'esercito per conoscere piani e posizione del proprietario del negozio. Intanto scopriamo la vera eminenza grigia dietro gli esperimenti di Ongseong e anche la storia della scoperta dei cosiddetti Najin, i piccoli parassiti dietro all'orripilante trasformazione della mamma di Chae-ok nella creatura del titolo. Ispirati sia alle plagas di Resident Evil 4 che ai parassiti vampiro di The Strain, indicati propriamente come arma biologica e studiati dai giapponesi con fini militari, i Najin possono sortire effetti differenti a seconda di come vengono inseriti nel corpo della vittima.
Se ingeriti o iniettati in solitaria, prendono il possesso del cervello dell'ospite aumentando esponenzialmente i tratti predatori dello stesso, affamato a sua volta di cervelli ma in grado di mantenere il suo aspetto umano esteriore al netto di una perdita di coscienza nei momenti di fame. Non tutti gli umani sopravvivono al Najin, ma a chi si dimostra abbastanza forte da resistere viene successivamente iniettato un siero a base di antracite che arriva a modificarne l'intera fisionomia, trasformandoli in mostri come accaduto di fatto a Seishin. Dove aver incontrato la figlia e il marito, comunque, in quest'ultima nella Parte 1 era scattato qualcosa, come un'interruttore di coscienza, elemento che che diventa cardinale in questa Parte 2. A Gyeongseong cominciano intanto a susseguirsi degli strani omicidi a cui potrebbe essere ricondotta Myeong-seo, l'amante del commissario Ishikawa. Che anche lei sia stata contagiata con il Najin? E a che scopo? Chi è la mente dietro a questi esperimenti e qual è il suo obiettivo? Tutte domande che hanno fortunatamente risposta in questi emozionanti episodi conclusivi.
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Attirare la felicità
Senza cambiare completamente pelle, La creatura di Gyeongseong si fa in queste ultime puntate molto più drammatica e romantica. Considerata l'estrazione narrativa di Eun-kyung, la cosa difficilmente dovrebbe stupire gli assidui sostenitori dei k-drama, ma di fatto il mistery risulta quasi un pretesto per raccontare la nascita di un amore sincero e commovente, di quelli capaci di cambiare la vita delle persone, di rimetterne a fuoco sogni e prospettive. Ed è sinceramente bellissimo e suggestivo vedere un fiore tanto coraggioso tentare di crescere sul terreno malato della guerra, come a insegnarci lo splendore di un sentimento così puro in grado di spazzare via persino l'orrore più atavico. All'inizio, Tae-sang è un imprenditore che crede solo nel valore delle informazioni e nella libertà del denaro, ma quella è l'armatura con cui ha scelto di proteggersi da un mondo tetro e malato, la stessa che Chae-ok riesce a disintegrare con la sua semplicità, con il desiderio di vivere un'esistenza facile e felice, fatta di amore e quotidiano.
Per lei, Tae-sang vuole attirare questa felicità, ma Chae-ok deve chiudere i conti con il passato e credere che un futuro diverso sia possibile. Gli ultimi tre episodi de La creatura di Gyeongseong confermano in toto tutte le sensazioni positive e negative che avevamo avuto durante visione e revisione della prima parte, migliorando però di molto sul piano dell'emozione, anche grazie a un montaggio appositamente ricercato. Diminuisce l'effetto Stranger Things e trova una sua dimensione più identitaria senza mai arrivare a sorprendere, intrattenendo però a dovere a intessendo una storia profondamente umana, di fiducia e rispetto, di amore e amicizia, che trova nel mistery-horror un ottimo pretesto per essere raccontata. Non tutte le situazioni vengono risolte nel migliore dei modi, va detto, specie in termini di resa scenica o ritmica - soprattutto per questioni di climax -, eppure quei piccoli e intriganti spiragli aperti sul futuro lasciano sperare in una seconda stagione completamente differente e piena di affascinanti novità.
Conclusioni
Tirando le somme della nostra recensione, La creatura di Gyeongseong - Parte 2 conferma in definitiva tutte le sensazioni che avevamo provato e revisionato nella Parte 1, risultando però più definita in termini di k-drama, dando quindi risalto agli elementi più romantici in modo assolutamente centrato ed efficace. Ne risentono ritmo e narrazione mistery, più compassati e secondari, che hanno meno da offrire rispetto ai precedenti episodi al netto di alcune spiegazioni necessarie e interessanti. Siamo curiosi di scoprire adesso quale sarà l'evoluzione dello show nella seconda stagione, già ufficiale e in lavorazione.
Perché ci piace
- Il contrasto tra orrore e romantico: l'impatto emotivo è significativo.
- Le interpretazioni di Park Seo-joon e Han So-hee si dimostrano ancora intense.
- La scrittura di alcuni dialoghi ricchi di umanità.
Cosa non va
- Diminuisce l'intrigo.
- La risoluzione di alcuni eventi è un po' superficiale.
- Non sfrutta a dovere tutte le tinte di genere.