Wim Wenders è un regista che si può amare o si può odiare, che si può criticare senza mezzi termini oppure condividerne pienamente lo stile, ma il fatto che è fuori da ogni dubbio è come riesca sempre a coniugare pellicole d'autore con commenti sonori in grado di raccogliere protagonisti di primissimo ordine.
Anche questa volta il grande cineasta riesce a riunire un parterre de roi che pochi al mondo potrebbero permettersi, a cominciare dai Grinderman di Nick Cave che regalano a Wenders addirittura due inediti: Dream (Song For Finn) e Song For Frank.
Ma la traccia che per prima ha raccolto i nostri favori è stata The Rip, estratto dall'album capolavoro dei Portishead Third, una delle canzoni più intense ed emozionanti prodotte nel 2008.
La splendida voce di Beth Gibbons concede anche il bis, tornando ad essere protagonista nel duetto con Rustin Man Mysteries.
Efficaci le presenze di due pezzi da novanta della nuova "americana": gli Iron & Wine con la sostenuta Freedom Hangs Like Heaven, ed i Calexico con la più ovattata The Black Light.
Wenders mette sotto lo stesso tetto mostri sacri del passato come i Velvet Underground di Some Kinda Love, e nomi decisamente più legati alla contemporaneità come i Beirut (Postcards From Italy) e l'incensatissimo Bonnie Prince Billy, qui in coppia con Matt Sweeney nell'esecuzione di Torn And Brayed.
Ma partecipare alla colonna sonora di un lungometraggio diretto da Wim Wenders può essere un'occasione d'oro soprattutto per band meno note, nomi pressoché sconosciuti che vale la pena appuntarsi, come i Get Well Soon (due tracce per loro, entrambe inedite: Busy Hope e Good Friday) ed i Long Winters (It's A Departure).
Vista l'ambientazione della pellicola non potevano mancare un paio di presenze italiane, ed infatti troviamo nella tracklist Rosa Balistrieri (Quannu moru) e soprattutto l'indimenticabile Fabrizio De Andrè, presente con Quello che non ho.
All'interno della compilation trovano posto tre tracce strumentali che fungono da score firmate da Irmin Schmidt.