Questo matrimonio s'ha da fare, perchè c'è il vero amore ad unire i due protagonisti della storia, i brillantissimi Fabio De Luigi e Cristiana Capotondi. Non importa se quella che si prepara a vivere lui, Paolo, sarà senza dubbio la peggior settimana della sua vita, alle prese con i preparativi, con due suoceri che lo considerano un idiota e che per il matrimonio nella loro villa di famiglia hanno organizzato tutto sin nei minimi dettagli, con un amico del cuore e collega, nonchè testimone di nozze un po' sopra le righe e con una vecchia fiamma, una psicopatica che farà di tutto per impedire le nozze arrivando a mettere in scena bizzarri siparietti tragicomici che si avvicinano allo stalking.
Il film, divertente e frizzantino, accolto piuttosto bene dai giornalisti presenti a giudicare dalle tante risate durante la proiezione, è stato presentato stamane dal regista Alessandro Genovesi, al suo esordio dietro la macchina da presa e presente nel film nei panni del prete, e dai protagonisti Fabio De Luigi (anche co-sceneggiatore del film insieme al regista), Cristiana Capotondi, un'isterica Monica Guerritore e un micidiale Antonio Catania, che omaggia il De Niro di Ti presento i miei, nel ruolo dei due suoceri, Alessandro Siani nel ruolo del testimone dello sposo, la giovane Nadir Caselli nei panni della polemica sorella minore della sposa, Chiara Francini che interpreta la ex sexy e disperata dello sposo e, a completare il quadro, il cantante Andrea Mingardi e l'attrice Gisella Sofio, una nonnina tutto pepe. Presenti in sala anche Maurizio Totti per la Colorado Film che ha prodotto il film, Paolo Ferrari per Warner Bros. Italia e Ettore, il cagnolino di razza carlino protagonista sfortunato del film. La peggior settimana della mia vita, che nel cast annovera anche la cantante Arisa che in coppia con Mingardi (padre dello sposo) si renderà protagonista di diverse scene comiche. La peggior settimana della mia vita, ispirato liberamente alla sit-com britannica della BBC The worst week of my life, sarà nelle sale dal prossimo 28 ottobre distribuito da Warner Bros. Pictures Italia in oltre 400 copie.
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Maurizio Totti: Fare un sequel di un film che non è andato bene non avrebbe senso a mio avviso, se va come speriamo magari lo facciamo e potremmo anche pensare di italianizzare la serie, già ripercorsa anche in America.
Una commedia che trae molti spunti ed omaggia la commedia americana slapstick che tanto successo ha riscosso in questi anni, pensiamo ovviamente a Ti presento i miei con Ben Stiller ma anche a Billy Wilder e Woody Allen... Alessandro Genovesi: Gli americani catalogherebbero il tipo di commedia che ho scelto nel filone cringe che letteralmente significa accucciarsi e sta ad indicare una comicità 'imbarazzante', tutta drammaturgicamente incentrata e messa in scena su gag a ripetizione che portano avanti la storia. Quando ci è stato proposto il progetto devo dire che sia io e che Fabio l'abbiamo trovato interessante, ci piaceva realizzare una commedia popolare ma allo stesso tempo sofisticata e visivamente di ottima fattura, insomma appartenente a un genere che non si vede molto da noi e in generale è poco sviluppato. Personalmente a me ha fatto molto ridere perchè non si tratta solo di battute ma di situazioni esilaranti che guidano il film e lo rendono fluido. Un tipo di commedia che personalmente considero un gradino sopra a tutto il resto.
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Se gli offrissero la regia di un film come reagirebbe il Fabio De Luigi attore comico? Fabio De Luigi: In realtà me l'hanno già proposto ma per tanti motivi non l'ho mai fatto, non mi sentivo pronto, però se succederà ancora non escludo di poter accettare, con La peggior settimana della mia vita ho avuto la possibilità di seguire la lavorazione di un film dall'inizio alla fine, un processo interessantissimo e affascinante che va dalla pagina bianca al grande schermo.
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Monica Guerritore: Mi viene in mente l'ultima settimana di riprese del film che ho girato nel 1983 intitolato Il principe di Homburg (diretto e interpretato da Gabriele Lavia ndr.), iniziato come mega produzione con cavalli, cavallari e quant'altro, girato alla Reggia di Caserta con il produttore che è poi scappato senza pagarci. Mi sono successe una serie di piccole tragedie e sono arrivata addirittura ad alloggiare in un hotel sull'autostrada e a fuggire senza pagare il conto lasciando in stanza una valigia vecchia con dentro dei vestiti che ormai non usavo più per non destare sospetti. Per quel che riguarda il film forse possiamo parlare de i peggiori ciak della mia vita (ride) e questo è capitato soprattutto perchè le situazioni in cui mi trovavo non erano le solite cui sono abituata, frangenti a dir poco bizzarri ed esilaranti. Ricordo su tutte la scena del gulash lanciato dalla finestra da Fabio, una scena che ci fece scappare da ridere proprio a tutti.
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Alessandro Siani: In ogni set c'è sempre il bontempone che crea il buonumore e scatena le risate di tutti, Fabio con le sue faccette timide ed eloquenti ha sicuramente scatenato l'ilarità di tutti perchè lui non recita, lui è davvero imbranato come lo vedete e fa ridere sempre, soprattutto a telecamere spente. Ha un solo grande difetto, o pregio a seconda dei punti di vista: quando la scena è venuta bene lui ride, non ce la fa a trattenersi e così dobbiamo ripetere tutto daccapo, gli capita spessissimo purtroppo (ride). Sono molto contento perchè sia Alessandro che i produttori mi hanno dato carta bianca per le mie scene e le mie battute.
Per Andrea Mingardi com'è stato recitare in un film? Andrea Mingardi: A proposito di settimane, posso dire senza ombra di dubbio che quella trascorsa sul set del film è stata una delle più belle della mia vita. Vorrei precisare che io non sono così rozzo, come il mio personaggio nel film (ride). Nelle commedie di oggi si ride sguaiatamente ogni dieci secondi ma la leggerezza che ho trovato in questo film è ormai rara da vedere nel nostro cinema, quella fatta di sguardi, di mezzi sorrisi, di espressioni buffe. Sono convinto che questo film potrebbe aprire un ciclo di commedie in cui la storia trova, soprattutto nella recitazione degli attori, una qualità che di solito viene consumata dal ritmo forsennato degli accadimenti e delle battute a raffica.
Come avete convinto Arisa e Mingardi a curare la colonna sonora del film? Alessandro Genovesi: Per il film volevo la ritmica dello swing, che ritenevo fosse molto adatto come sottofondo da un punto di vista della cadenza, è una musica riempitiva che intrattiene lo spettatore nelle pause tra una scena e l'altra mantenendo alta l'attenzione, caratteristica fondamentale in una commedia di questo tipo. Avevo due problemi da risolvere insieme e cioè la scelta dell'attore che interpretasse il padre di Paolo, un pianista e cantante, con simili caratteristiche fisiche e simile provenienza geografica di Fabio (i due sono nati in Emilia Romagna, ndr.). Andrea mi risolveva tutti e due i problemi in maniera brillante. Per quel che riguarda Arisa ho scelto una voce splendida dalle sonorità molto vicine alla colonna sonora che avevo in mente e una bellezza particolarmente formosa ma non la solita bonazza scema mal vista dal figlio che avrebbe rappresentato una scena troppo banale e superficiale.
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Un talento comico e romantico che per quel che riguarda Cristiana Capotondi viene confermato e rafforzato... Cristiana Capotondi: Ho sempre amato la commedia, mi diverte molto, è un genere che mi piace perchè in qualche caso, come questo, riesce ad unire divertimento e classe, scrittura e gusto estetico, con una continua attenzione a non copiare né imitare nessuno.
Progetto commerciale per un pubblico ampio ma raffinato e non banale, come avete lavorato sulla sceneggiatura? Alessandro Genovesi: Il prodotto doveva essere di largo consumo, di grosso impatto sul pubblico, ma io avevo delle esigenze mie che ho confrontato con i produttori, esigenze di scrittura e di immagine. Anche se è solo la seconda sceneggiatura che scrivo ho dei punti fondamentali cui non rinuncio mai, e parlo di una struttura di ferro che non abbia mai delle cadute di ritmo e poi il non trascurabile lato estetico. Lavorare a questo film è stato un grande regalo professionale per me, era partito come un film piccolo che si è man mano ingigantito perchè non volevo che si sprecasse l'occasione e non si prendesse sotto gamba l'importanza delle immagini. Tutto questo con addosso una grande insicurezza, non sapevo se sarei stato in grado di farlo ma mi sono buttato anche grazie alla fiducia che un cast di grandi attori mi ha dimostrato più volte.