L'urlo silenzioso
Adam, ex campione di nuoto, è da quasi quarant'anni il custode della piscina di un lussuoso albergo del Ciad, da un po' di tempo coadiuvato dal giovane figlio Abdel. La vita povera di tutti i giorni non gli pesa, perché l'orgoglio delle glorie passate, l'amore per la "sua" piscina e la felicità di poter lavorare ogni giorno accanto all'amato figlio fanno dimenticare ogni miseria e fanno sembrare lontani anche gli orrori della guerra civile che da decenni e quasi senza sosta si consuma nel suo paese. Ma quando l'albergo viene privatizzato e venduto ad una nuova proprietà cinese, le cose improvvisamente precipitano: il suo decennale amico cuoco David viene licenziato e Adam viene rimosso dal suo incarico alla piscina e viene messo a lavorare al passaggio a livello all'entrata dell'albergo.
Per Adam si tratta di un qualcosa di peggio di un semplice licenziamento, il dolore di essere allontano dalla piscina che rappresenta la sua intera vita è pari solo all'umiliazione che gli brucia dentro e che non gli permette nemmeno di gioire per il fatto che sia stato il figlio, e non un estraneo, ad avere il suo posto. Adam perde così ogni lucidità, inconsciamente ritiene colpevole il figlio di avergli usurpato il lavoro e comincia a non parlargli più, e non realizza la gravità di quanto gli succede attorno: è così che quando il Capo Distretto continua a chiedere un contribuito per la guerra, risponde semplicemente di essere senza soldi e di lasciarlo perdere senza pensare che il contributo non versato sarà in questo modo pagato in un altro modo, ovvero con il reclutamento forzato del figlio, un vero e proprio rapimento durante il quale Adam nemmeno ha la forza di intervenire.
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3.0/5