"Sono benedetto e grato. E lei?". La voce dall'altra parte della cornetta è profonda e gentile. Riusciamo a metterci in contatto con Dan Aykroyd dopo quasi un'ora di attesa e di tentativi andati a vuoto. Tutta colpa di un telefono che non voleva collaborare. L'occasione è per parlare de L'acchiappamisteri con Dan Aykroyd, programma dal 21 settembre alle 21:55 su History Channel in cui l'attore ci conduce alla scoperta dei più assurdi misteri ed enigmi e degli eventi più strani ed incredibili della storia umana. Questa volta però Dan Aykroyd non è "in missione per conto di Dio", ma per il legame che da sempre unisce lui e la sua famiglia all'ignoto.
Un legame che lo ha portato, per sua stessa ammissione, a scrivere la sceneggiatura di Ghostbusters. Tra i temi toccati anche Saturday Night, il film di Jason Reitman che ricostruisce i 90 minuti frenetici che precedono la prima puntata del SNL di cui l'attore è stato uno dei protagonisti. "Ed è una storia intelligente, divertente, trascinante, veloce e piena di suspense su come lo show non sia quasi mai andato in onda e su come eravamo così impreparati davvero in ogni reparto per arrivare a quel traguardo delle 23:30. È rappresentato magnificamente".
Dan Aykroyd è l'acchiappamisteri, tra anima e ignoto
Ne L'acchiappamisteri con Dan Aykroyd racconta di fatti incredibili quanto reali. Ne è sempre stato attratto fin dall'infanzia?
"Da bambino ho avuto un'educazione abbastanza normale, tranne per il fatto che la mia famiglia era coinvolta nella ricerca psichica. Il mio bisnonno e mio nonno hanno avuto incontri con medium per raggiungere l'altro lato e contattare persone che se ne erano andate ma avevano ancora coscienza. Siamo spiritualisti, è la religione di famiglia. Crediamo che la coscienza e l'essenza dell'anima sopravvivano. Quindi sono cresciuto con tutti questi tipi di libri e materiali sull'aldilà che mi hanno lasciato leggere apertamente. Su come, ad esempio, l'anima continui ad esistere anche dopo che abbiamo lasciato il nostro guscio corporeo. Qualcosa che dà un po' di speranza".
Ne abbiamo bisogno.
"Ecco perché da bambino ho scritto Ghostbusters. Sono cresciuto con quel modo di pensare, ma non ho mai avuto esperienza di evento del genere quando ero bambino. È stato solo più tardi nella vita che hanno iniziato ad accadere cose in cui sono stato salvato da un miracolo del destino. Sono caduto da una finestra di un magazzino. Stavamo girando uno show alla CBC e sono saltato su un lucernario. Ho pensato che avrebbe retto il mio peso. Invece sono caduto da 50 piedi sul pavimento e sono entrato nell'ambulanza. So che è stato un miracolo. Ho perso una delle mie vite da gatto lì, ma sono ancora qui per raccontarlo".
Ha parlato di speranza: scrivere la sceneggiatura di Ghostbusters è stato anche un modo per condividere con le persone ciò in cui crede rispetto al "dopo"?
"Beh, l'abbiamo realizzato come una commedia, ma abbiamo usato la vera scienza e il vero vernacolo sulla ricerca perché le persone fanno davvero studi sull'aldilà e su cosa viene dopo. E l'abbiamo usato nel film perché è una realtà che l'anima non può essere distrutta, è energia che continua. Non molte persone ci credono, ma io sicuramente sì".
Rispetto a tutte le storie che racconta nello show, qual è quella che non riesce a togliersi dalla testa?
"Wow, ce ne sono così tante di bizzarre e meravigliose. L'isola con le bambole in Messico e il triangolo energetico sopra il lago Michigan dove sono scomparse alcune navi e aerei, per esempio. Non ne sapevo nulla. Ma raccontiamo anche di storie davvero fantastiche su vendette insolite e strane. Come re che aveva uno chef a cui non piaceva e quindi lo fece bollire. È semplicemente incredibile di cosa sia capace la specie umana. Ciò che amo dello show è che sono tutti resi così reali dalla superba ricerca fatta dal team di History Channel. Sono ricercatori esperti e quindi so che quando vado là fuori a presentare lo show dico la verità. Tutte queste cose sono accadute davvero".
Ne L'acchiappamisteri con Dan Aykroyd non mancano neppure luoghi spaventosi.
"Oh sì, c'è un piccolo lago nel Jersey dove cose e persone scompaiono. Oppure l'Headless Valley nei territori del Nord-Ovest dove sono stati trovati dei corpi per decenni. Tutti senza testa. Le tribù indigene locali parlano di un gigante che le strappa via a chi entra nella valle. Quando avevo vent'anni ho lavorato con il dipartimento dei lavori pubblici per il governo canadese come geometra e meccanico nei territori della Nahanni Valley ed era una grande leggenda quando ero un ragazzino. Non ci vai, né in campeggio, né in canoa (ride, ndr)".
L'attrazione per l'ignoto, gli UFO e le reazioni del pubblico
Secondo lei perché siamo così attratti da queste storie, inspiegabili eppure reali?
"La gente ama i film horror, la fantascienza, lo strano, l'insolito, Ama che le loro menti vengano sconvolte e le loro mascelle cadano a terra. E questo è ciò che facciamo in ogni segmento del programma. Raccontiamo loro cose di cui forse hanno sentito parlare o che conoscevano già. Alcuni di questi argomenti sono stati trattati in altri show prima, ma facciamo ricerche più approfondite e ci addentriamo nel DNA delle storie più di qualsiasi altro programma che tratterà quegli stessi argomenti. Tiriamo fuori cose di cui il pubblico non ha mai sentito parlare. Le persone hanno sempre voluto andare in posti dove, in realtà, non dovevano andare. L'acchiappamisteri và lì per loro. Questa è la cosa meravigliosa della narrativa horror e degli argomenti misteriosi: sono perfetti da guardare a casa o al cinema dove sei al sicuro. Non dobbiamo essere gli avventurieri che vediamo sullo schermo. Possiamo semplicemente goderceli".
Ha avuto modo di confrontarsi con le reazioni del pubblico?
"La risposta sui social media è stata eccezionale ed è lo show numero uno del venerdì sera. È come ai vecchi tempi in cui quando le persone aspettavano che il loro programma preferito andasse in onda e tutta la famiglia si riuniva attorno al televisore. Questo dà sicuramente un feedback. E io ne sono un gran fan. Anche se questo significa che devo guardarmi e ascoltarmi. Il che non è esattamente la mia cosa preferita (ride, ndr). Ma faccio il mio lavoro e mi piace farlo. E, soprattutto, mi piace vedere la ricerca che c'è dietro. Adoro la mia troupe e adoro narrare e presentare. Mi è sempre piaciuto farlo, fin dall'inizio della mia carriera. E amo il fatto di lavorare su un concetto così intelligente e ben sviluppato".
Ha mai pensato di trasformare una delle storie che racconta nello show in un film?
"Beh, ci sono così tanti argomenti fantastici! Ci sono molte storie di guerra. Penso che sarebbe una buona idea prendere quattro di quei racconti e metterli in un'antologia come i vecchi film di Garry Marshall come New Year's Eve o Valentine's Day. C'è la storia di un orso che l'artiglieria polacca aveva nella seconda guerra mondiale. Era un orso combattente che giocava e mangiava con loro e che trasportava le munizioni su per le montagne. Sarebbe un bellissimo mini-film. Poi c'è il sergente Stubby, un cane spettacolare che ripuliva le trincee con l'esercito nel corso della prima guerra mondiale. Oppure la storia di un altro cane che andava in giro per il mondo con le truppe dopo essere sopravvissuto a un orribile bombardamento a Londra e dava conforto ai feriti ovunque".
Uno dei grandi misteri che da sempre affascina l'umanità è legato all'esistenza degli UFO. Avete intenzione di raccontare anche storie di alieni?
"Cominceremo a esaminarle, insieme a quelle di piattaforme aeree o veicoli aerodinamici inspiegabili, probabilmente l'anno prossimo. Sono storie incredibili, ma anche vere. Ci sono persone che hanno assistito a rapimenti o che sono state rapite. Penso al pilota di caccia F-14, David Fravor, dalla portaerei, che si è ritrovato ad inseguire un oggetto sul suo radar e, a un certo punto, si è ritrovato a viaggiare a 60.000 miglia orarie. È incredibile, ma è anche reale. Potresti scegliere di credere il contrario, ma è una realtà. Questi velivoli, gestiti da intelligenza umana o non umana - non lo sappiamo -, fanno cose che non costruiamo qui sulla Terra. E sono andati e venuti come taxi fin dai tempi biblici. Penso che sarà una grande rivelazione. Inizieremo a trattare alcune di quelle storie nei prossimi anni".
I ricordi d'infanzia e Saturday Night di Jason Reitman
L'acchiappamisteri con Dan Aykroyd è il programma numero uno del venerdì sera, ma si ricorda, quando era bambino lei quali erano gli show o i film che trattavano di argomenti misteriosi?
"Certo! Twilight Zone è stato il più famoso, con Rod Serling e le sue storie meravigliose. Ricordo di averle guardate da bambino e di averle adorate. Poi è arrivato Ai confini della realtà, che in un certo senso ha spinto quelle storie di fantascienza e di altri mondi ancora più in là. L'ho sempre amato. Ma ho guardato anche molte commedie. Lucy and Desi, The Phil Silvers Show o il The Danny Thomas Show. Amavo il ritmo di questi vecchi programmi. Se non fosse per l'umorismo yiddish ed ebraico del Lower East Side e dei Monti Catskills, l'umorismo americano non sarebbe lo stesso. È iniziato tutto in Polonia e in Cecoslovacchia negli shtetl, è da lì che provengono quei ritmi. Viene tutto dai vecchi comici ebrei e yiddish che poi sono andati in televisione e hanno influenzato un'intera generazione. Tutti i miei amici del SNL sono stati tutti influenzati dall'umorismo mitteleuropeo".
Parlando del SNL alla Festa del Cinema di Roma vedremo Saturday Night di Jason Reitman. Cosa ne pensa?
"Jason è un regista eccellente, e lui e Gilm Kenan sono scrittori davvero intelligenti, acuti e divertenti. Sono l'unico membro del vecchio cast e della troupe a cui è stato permesso di leggere la sceneggiatura. Prima non potevo, ma ora posso dire di averla letta tutta. Ed è una storia intelligente, divertente, trascinante, veloce e piena di suspense su come lo show non sia quasi mai andato in onda e su come eravamo così impreparati davvero in ogni reparto per arrivare a quel traguardo delle 23:30. È rappresentato magnificamente".
Ha già avuto modo di vedere quel film?
"Stavo lavorando al mio programma qui a Toronto durante il festival e hanno proiettato il film. Jason ovviamente mi ha invitato e volevo andarci, ma quella sera avevamo delle riprese per gli effetti speciali e quindi non potevo andarmene. Esce l'11 ottobre qui in Nord America. Andrà al cinema e porterò la mia famiglia. Ma dopo aver letto la sceneggiatura posso dirle di non perderlo. È davvero emozionante ed è un ottimo scorcio su come matura il processo creativo e su tutti gli ostacoli e le sfide che affronta qualsiasi artista. Ovunque".
Un'ultima domanda: se avesse la possibilità di parlare con uno spirito, chi sarebbe?
"Oh mio Dio? Beh, sicuramente mio padre Peter. Non ho ancora contattato un medium, Ma ce ne sono alcuni molto talentuosi a Chautauqua, New York. Lì c'è una comunità spiritualista fin dall'Ottocento chiamata Lily Dale, e ci sono dei medium con i quali si può fissare un appuntamento. Una meravigliosa comunità di persone che hanno abbracciato da tempo i valori che dovremmo amare e accettare. Hanno tutti un numero di registrazione. Sono stati esaminati, non sono frodi o bufale. Penso che andrò presto".
Cosa farà?
"Entrerò, mi siederò a caso e vedrò se riesco a farmi contattare da mio padre con alcune parole in codice che solo io potrei conoscere. È così che funziona: ti danno parole, pensieri o concetti che solo tu e lo spirito defunto conoscete. Vorrei parlargli, vedere dove si trova. È morto a 98 anni nel letto dove sono morti suo nonno e suo padre. Quindi penso che sarà il mio portale d'uscita. Alla fine mi stava implorando di andare e unirmi a Lorraine, sua moglie. È stata una bellissima transizione di passaggio. So che la sua anima è passata e forse sta aspettando lì, nella sala d'attesa. Così che io possa parlargli".