Kevin Spacey - dietro la maschera, recensione: verità, ombre e parole per una docu-serie da vedere

Kevin Spacey - Dietro la maschera, docu-serie in due puntate su Discovery+, tenta con ulteriori confessioni di comprendere la portata degli eventi legati all'attore, soffermandosi sui comportamenti tipici del predatore sessuale.

Kevin Spacey - Dietro la maschera, la recensione

Kevin Spacey - Dietro la maschera poteva essere una docu-serie apologetica sull'attore protagonista. Poteva giustificare le azioni che hanno portato Spacey a essere indagato per abusi sessuali, e poteva edulcorare le notizie, filtrare le testimonianze, chiamare a raccolta amici e conoscenti pronti a difendere l'attore dalla gogna mediatica. Insomma poteva, ma non l'ha fatto.

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La conferenza post processo

La docu-serie in due puntate disponibile su Discovery+ ha preferito piuttosto dare voce a 10 uomini rimasti fino adesso nell'ombra, costretti a convivere con il fantasma di traumi per avances non richieste, per sofferenze inaspettate, per abbracci e gesti pronti a gettarli nel vortice del disprezzo per un'industria che al posto dei sogni, regala incubi.

Kevin Spacey - Dietro la maschera: testimonianze e racconti

Prodotta e diretta da Katherine Haywood, Kevin Spacey - Dietro la maschera è un viaggio alla scoperta non solo dell'uomo dietro l'ombra del successo, quanto la rivelazione di verità scomode, dolori tenuti silenti, ricordi pronti a vedere la luce. Attraverso le testimonianze non solo di Randall Fowler, ma anche e soprattutto di dieci uomini che con Spacey hanno studiato, collaborato, o solo intravisto a una festa, la docu-serie aggiunge una nuova dimensione alle già precedenti accuse di abusi sessuali, svelando anche le pericolose dinamiche di potere all'interno dell'industria dell'intrattenimento. La docu-serie racconta in modo chiaro come gli squilibri di potere e i pregiudizi del contesto storico in cui viviamo possono portare ad abusi. Più volte, infatti, gli accusatori sottolineano il disagio che hanno avuto negli anni nel parlare apertamente delle molestie subite poiché intimiditi dalla fama dell'attore. 

Ricercare l'origine del male

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Kevin Spacey al centro della docuserie

Kevin Spacey - Dietro la maschera non è solo un accumulo di accuse, una raccolta di dita puntati contro un uomo per affossarlo, distruggerlo. Nell'arco delle due puntate di 50 minuti ciascuna, l'opera di Katherine Haywood tenta piuttosto di trovare una motivazione primordiale dietro tali comportamenti, senza per questo volerli mai giustificare, ma solo comprendere. Anche per questo risulta indispensabile la comparsa - forse un po' troppo ridotta in proporzione al running time a lei dedicato - di Randall Fowler. La figura del fratello maggiore, e le sue sconvolgenti dichiarazioni, non intendono estirpare un fiore del male per sostituirlo a una sua versione più confortante, o colorata. La sua partecipazione è una macchina del tempo che intende viaggiare a ritroso, scoprire l'origine dei turbamenti che possono aver condotto Kevin Spacey a determinati comportamenti. Una genesi traumatica che ritrova nella figura paterna di stampo filo-nazista (e lei stessa violenta e abusante) un possibile, iniziale, elemento seminale di violenza subita e poi interiorizzata.

La mefistofelica essenza dell'essere

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Kevin Spacey ne I soliti sospetti. Era il 1995.

Dietro l'onda del Me Too nessuno passa indenne al varco della condanna. Basta un'accusa, un'indagine e una possibile conferma dei fatti che i nomi vengano cancellati, le carriere strappate come fogli di carta, e la positiva immagine sociale dissolta nell'acido dell'atto predatorio. Kevin Spacey quelle accuse le ha subite, e la ha vinte. Innocente: così è stato dichiarato dalla giuria di Londra nel luglio del 2023. Eppure, Kevin Spacey - Dietro la maschera tenta di andare al di là di ciò che è stato detto, avanzato, indagato tra le aule di tribunali. La docu-serie si fa megafono di chi non si è fatto mai avanti, di voci tenute silenti per 50 anni. Che sia l'inizio della carriera, o il suo apice non ha importanza: il corpo di Spacey non era solo una macchina di talento, un laboratorio interpretativo, ma anche un Acheronte infernale pronto a elargire traumi, sofferenze, dolori. Il suo personaggio ne I soliti sospetti, così ambiguo, così criptico, sconfina nella realtà, diventando parte integrante del suo essere. Siamo attratti da lui pur sapendo che qualcosa di sinistro possa nascondersi tra le intercapedini dei suoi sguardi e dei suoi gesti. Ma è un timore inconscio, ignorato dal pubblico, che per molti uomini si è invece tramutato in realtà, con la differenza che a cadere in un sonno eterno non sono stati loro stessi (in quanto vittime innocenti) bensì le loro possibili accuse.

Confessioni di un ricordo pericoloso

House of Cards: Kevin Spacey interpreta Francis Underwood in una scena della serie
Kevin Spacey è Francis Underwood in House of Cards

La docu-serie è un viaggio alla scoperta dell'uomo dietro l'ombra del successo compiuto con intelligenza e oggettività. Si accenna spesso all'infanzia dell'attore, per poi passare all'ascesa di una carriera che pare senza limiti, diramando in confessioni e interventi da esperti del settore, amici, conoscenti, e vittime delle sue avances. Si viene così a creare un'arteria narrativa fatta di più voci, capaci di toccare ambiti culturali, interiori e professionali tutti diversi e tutti uniti dalla figura di Spacey. Filmati di archivio, sprazzi di film e serie tv diventati culti, interviste statiche si alternano improvvisamente ai primi piani di uomini colti dalla sorpresa, dall'inattesa e improvvisa foga di un predatore come Spacey. Del tutto differente la regia chiamata a raccogliere il racconto del fratello: l'uomo viene immortalato mentre guida, cammina, si muove, o si abbiglia con vestiti estrosi, tutte azioni dichiaranti una presa di distanza dal nucleo familiare disfunzionale e disturbante da cui i fratelli Fowler provengono. Una libertà di movimento, la sua, che denuncia una presa di distanza dal ricordo del padre, dalla madre, e dai loro precetti domestici andatisi probabilmente a innestare nella mente di Kevin, germinando ossessioni, spinte sessuali, gesti irrazionali e azioni laceranti.

I soliti sospetti, le traumatiche accuse

I soliti sospetti: Kevin Spacey
Il Kaiser Soze di Spacey

Ciò che rimane dal flusso di tali ricordi, da sguardi che rivivono quei momenti, o che riguardano scene di film, o interviste, dallo schermo di un iPad, è un modus operandi che pare reiterarsi costantemente, carnefice sessuale dopo carnefice sessuale. La maschera così cade, si rompe in mille pezzi con la forza di mille parole. Eppure, è proprio quel nascondersi dietro l'apparenza, dietro un'eterosessualità forzata, che può ritrovarsi l'elemento scatenante tale aggressività. Un equilibrio di racconto, e di gestione delle informazioni, questo, che nella seconda parte tende a venire meno, lasciando che la ricerca della verità si tramuti in una confessione ancora più profonda. Non vuole accusare, il documentario della Haywood, quanto offrire a chi non se l'è sentita prima la possibilità di dare la propria versione dei fatti, non perché il mostro ha abusato della propria posizione, ma perché ha lasciato scorrere i propri istinti sessuali senza curarsi della sensibilità altrui.

Insomma, Kevin Spacey - Dietro la maschera, riflette il lato più oscuro di un uomo che ha giocato sulla forza della sua maschera di idolo, talento, celando l'uomo fallace, frantumato, complesso. Un documentario che forse tutti dovremmo guardare per comprendere che non è tutto oro ciò che luccica: a volte può essere uno specchio per le allodole, un puro autocinvincimento che quella natura machiavellica che tanto caratterizza i propri idoli sia solo figlia di una performance, e non della realtà. Ma la verità è un'altra, e colpisce con la stessa forza del pugno di Frank Underwood sul tavolo dello Studio Ovale.

Conclusioni

Concludiamo questa recensione di Kevin Spacey - Dietro la maschera, sottolineando come nella docu-serie in due episodi disponibile su Discovery+ non vi sia nulla di apologetico, ma di terribilmente concreto e reale. Le immagini di repertorio, insieme alle scene di film e serie tv che hanno reso Spacey un colosso dell'attorialità, si alternano adesso alle testimonianze di uomini e ragazzi che nell'arco di 50 anni hanno subito avances e molestie da parte dell'attore. Un racconto semplice, che tenta - grazie anche alla figura del fratello - di ritrovare la causa scatenante di tale comportamento, senza sensazionalismi, o forzature.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Il buon gioco di montaggio tra le riprese sui testimoni, e il materiale d'archivio con protagonista uno Spacey nelle vesti di grande attore che conosciamo.
  • La scelta di inserire anche la testimonianza del fratello.
  • La ricerca della verità che va al di là dei pregiudizi e dei sesazionalismi.

Cosa non va

  • Il poco tempo destinato al fratello di Kevin Spacey.
  • La mancanza di amici, o conoscenti che abbiano lavorato, o abbiano difeso, lo stesso attore.