Poche ore prima di volare a Berlino per presenziare al Festival, Keanu Reeves, accompagnato dal regista Francis Lawrence, fa tappa a Roma per presentare alla stampa italiana il suo nuovo film, Constantine, che, dopo la trilogia di Matrix, lo vede ancora una volta calato in un mondo fantastico, nel ruolo di un anti-eroe col vizio del fumo che dovrà guadagnarsi il paradiso combattendo i demoni in Terra. Il film, basato sui personaggi del fumetto americano Hellblazer, segna l'esordio alla regia di Francis Lawrence, apprezzato regista di videoclip per Britney Spears ed Aerosmith.
Quali sono state le difficoltà maggiori nel trasferire una storia da comic book al grande schermo? Francis Lawrence: Sicuramente è un compito molto difficile trarre un film da certi tipi di comics perché sono sempre storie molto frammentate. Questo in particolare era un po' underground, dark, un tipo di film adatto non tanto di giovanissimi, bensì a un pubblico leggermente più adulto proprio per i temi trattati. L'ho visto come qualcosa che sulla superficie poteva essere eccitante, spaventoso, interessante, d'intrattenimento e in sottofondo aveva invece dei temi, delle problematiche che potevano essere esplorate da un pubblico più adulto. Quindi più che una sfida l'ho vissuto come un lusso e una gioia di poter trattare del materiale che offrisse due livelli di lettura.
Come ha gestito nel passaggio al cinema la contaminazione di elementi diversi propria del fumetto? Francis Lawrence: Quello che mi ha eccitato di più nella lavorazione del film è proprio l'insieme dei diversi generi che questo fumetto rappresenta, che vanno dal noir, alla storia soprannaturale, a quella del detective duro e incallito. Non è stato difficile amalgamare tutti gli elementi di questa storia, ma convincere gli Studios che una cosa del genere avrebbe funzionato.
Il nome Constantine, abbinato al segno di croce, fa riferimento all'imperatore romano che vinse grazie al segno di croce ed è stato il primo pagano difensore della fede? Francis Lawrence: Devo essere sincero, non so per quale motivo il creatore del fumetto ha scelto questo nome, anche se effettivamente un tipo di riferimento al primo imperatore cristiano c'è, anche nella famosa Spear of Destiny, la lancia del destino che in effetti era un qualcosa tenuto dalla madre di Costantino l'imperatore.
Lei definirebbe questo film new-age? Francis Lawrence: Non sono d'accordo perché pur essendo la storia originaria e il nostro film ampiamente radicata nella religione cattolica, devo dire che la mia intenzione era quella di realizzare un film che attraesse e interessasse in modo più universale coloro che non sono all'interno del mondo cattolico e cristiano e quindi presentasse altre idee, altri segni come quello dell'equilibrio, della diversità, della polarità tra bene e male.
Quali sono le sue referenze cinematografiche visto che nel film c'è un po' di Dogma, un po' di Rosemary's Baby, un po' di Polanski, ecc.? Francis Lawrence: Ho visto parecchi film per prepararmi alla realizzazione di Constantine. Fondamentalmente ne ho utilizzati alcuni soprattutto a livello di atteggiamento e atmosfera generale, come per esempio Il falcone maltese e Chinatown. A livello di look e sensazioni che il film dovrebbe provocare, ho fatto parecchio riferimento, soprattutto per quel che riguarda le ambientazioni, a Training Day che è ambientato molto bene a Los Angeles. A me interessava non dare una visione turistica di Los Angeles, ma andare a cogliere degli aspetti molto specifici, intimi di quella città, che secondo me i realizzatori di Training Day avevano colto in pieno.
Cosa c'è di veramente infernale a Los Angeles? Francis Lawrence: Gli ingorghi di traffico. In realtà, la nostra scelta non è basata sugli aspetti particolarmente infernali di una Los Angeles che amo tantissimo perché ci vivo. Poteva essere effettuato in qualsiasi altro posto perché il punto è che queste presenze, sia quelle mezze negative che quelle mezze positive, che ci circondano e che sono parte essenziale della storia, si possono trovare dovunque. Non è importante dove siamo, quale che sia il posto sulla Terra o nel mondo, ma che intorno a noi ci sono queste presenze positive e negative.
Il fumetto è ambientato a Londra ed è molto più gotico. Non si poteva lasciarlo in Europa?
Francis Lawrence: Per me Constantine è un personaggio che si può muovere ovunque. Ci sono storie nel fumetto che vedono Constantine nel Midwest americano, in Inghilterra, a New York, in Africa, quindi è un personaggio universale. Quel che conta è ciò che fa non dove è.
Si dice che Alan Moore, il creatore del fumetto, abbia fatto delle minacce per non comparire nel film e che non fosse d'accordo fin dall'inizio con la realizzazione del progetto. Qual è la verità? Francis Lawrence: Sappiamo tutti che qualche tempo fa sarebbe uscito su Internet un comunicato attraverso il quale Moore esprimeva il suo rifiuto di appoggiare e spalleggiare in qualche modo questo film. La realtà dei fatti, come è stato poi rettificato da Neil Gaiman, è che il creatore di questo fumetto non ha mai voluto avere niente a che fare con i film in generale, che essi fossero tratti dai suoi fumetti o meno. Ha sempre detto un po' da gentleman "fate di questo materiale quello che desiderate, a me non interessa avere delle percentuali, date i soldi agli illustratori e agli altri che possano aver partecipato alla realizzazione del fumetto perché a me, come creatore, non interessa".
E' chiaro che John Constantine non crede nel destino. Voi invece ci credete? Francis Lawrence: Sinceramente non ne ho la più pallida idea in merito e vorrei tanto saperlo.
Keanu Reeves: Non credo nel destino nel senso classico del termine, ma ritengo che esistano delle influenze che si ripercuotano sulle nostre vite.
Nel suo cinema ha interpretato molti personaggi collegati alla fantascienza, al fantasy. E' un genere che le piace particolarmente? Cosa la diverte? Keanu Reeves: Lo _sci-fi _ è la proiezione di come vediamo il futuro, di come crediamo che il futuro potrebbe essere. Spesso questi film parlano delle paure e delle speranze che appartengono ad una cultura. Sono insieme filosofici, sia da un punto di vista intellettuale, che da un punto di vista emotivo. Credo che ci siano varie motivazioni che ti spingono ad interpretare questo tipo di personaggi, proprio perché sono film che hanno a che fare con Dio, con i demoni, col Diavolo, con la parte esterna a noi, con la parte interiore, con il peggio e il meglio di noi.
Lei crede nei demoni? Keanu Reeves: I demoni? Ci potete scommettere!
Come si è preparato al ruolo? E' stato difficile interpretarlo? Keanu Reeves: Ho letto la sceneggiatura ancor prima di conoscere il fumetto. L'ho amata tantissimo perché l'ho trovata estremamente originale, ho amato John Constantine immediatamente e una volta che tutti quanti hanno deciso che il film sarebbe stato realizzato ho cominciato a prendere familiarità con il fumetto per cercare di capire quale fosse la forgia, il tono, l'atteggiamento di Constantine. Ho cercato di incarnare il mio personaggio, cercando di capire come potesse pensare lui, di provare i sentimenti che provava lui.
E' un lettore di comics? Keanu Reeves: Ho letto molti comics tra i 17 e i 22 anni, in particolare quelli di Frank Miller.
Questi film l'hanno portata a riflettere sui suoi aspetti satanici ed angelici? Quali prevalgono? Keanu Reeves: Intanto ho dovuto imparare quelli di John Constatine, tutta questa parte che riguarda demoni e angeli. Fondamentalmente poi credo che il film riguardi il fatto di essere coscienti e consapevoli di se stessi, cercare di capire qual è il proprio posto nel mondo. Penso che il film abbia questa caratteristica di umanità che mi auguro il pubblico sia in grado di percepire.
Come lavora sul personaggio? Si interessa della sceneggiatura? Keanu Reeves: Per quello che riguarda la preparazione di questo personaggio, la mia collaborazione è stata estremamente soddisfacente perché Francis mi ha consentito di partecipare, di dare il mio contributo anche alla versione definitiva della sceneggiatura.
Lei, come il suo personaggio, è un accanito fumatore. Qual è il suo rapporto con il fumo? Keanu Reeves: Fumare è una cattiva abitudine!