Lo diciamo subito all'inizio della recensione di Joe vs. Carole, la nuova serie originale Peacock che arriva in Italia all'interno della sezione dedicata su Sky e NOW dal 4 marzo, in contemporanea con gli USA: questa, purtroppo, non è una nuova stagione di Feud, la serie di Ryan Murphy che voleva indagare le faide più famose della storia passata come di quella moderna e contemporanea.
Faida ambientalista
Joe vs. Carole, come da claim iniziale, si ispira ma si prende delle libertà narrative nel raccontare la storia vera della pericolosa faida tra l'addestratore di tigri Joe Exotic e l'attivista animalista Carole Baskin, interpretati da John Cameron Mitchell e da Kate McKinnon (qui anche produttrice) volutamente sopra le righe. La serie fa leva sulla conoscenza del pubblico mondiale dell'eccentrico personaggio di Joe Exotic grazie alla docu-serie Netflix Tiger King, che ha fatto molto parlare di sé negli anni della pandemia. Joseph Schreibvogel, alias Joe Exotic, è il proprietario del Greater Wynnewood Exotic Animal Park, uno zoo dell'Oklahoma specializzato in grandi felini. A renderlo famoso però non è l'essere l'allevatore di tigri più famoso degli Stati Uniti ma la sua condotta che l'ha reso uno dei criminali moderni più surreali. È stato infatti condannato a 22 anni di reclusione dopo aver commissionato l'omicidio dell'attività Carole Baskin, co-protagonista della miniserie, perché aveva denunciato il suo maltrattamento e sfruttamento senza vergogna verso gli animali. Baskin è una grande appassionata di felini nonché direttrice dell'associazione no profit Big Cat Rescue. La loro faida si trasformerà in una vera e propria guerra che ha rischiato di sfociare nella tragedia più nera che imperversa sui TG nazionali.
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Due protagonisti sopra le righe
In Joe vs. Carole è tutto eccessivo e spudorato: la scrittura di Etan Frankel (che infatti ha lavorato in Shameless) prima e l'interpretazione sopra le righe di John Cameron Mitchell e da Kate McKinnon poi mette in scena una dramedy degli eccessi che, tra una risata amara e l'altra, denuncia un gravissimo comportamento contro gli animali da una parte e un sincero e genuino amore per essi dall'altra. Due lati della stessa medaglia di come percepiamo il prendersi cura della natura e dei suoi abitanti primari che alla fine della giostra, ci ospitano su questo pianeta. Allo stesso tempo la miniserie, che prende spunto anche dal podcast Joe Exotic: Tiger King, prodotto da Wondery, vuole indagare il passato dei due protagonisti per mostrare il diverso percorso che li ha portati ad essere ciò che sono oggi e le proprie ideologie agli antipodi.
Il cast dei comprimari dona quel pizzico di equilibrio alla follia dei due protagonisti, a partire da un lato dal dolce e pacato Howard (Kyle MacLachlan) il marito di Carole, dall'altro il "socio" di Joe John Reinke, contraltare ben espresso da Brian Van Holt. Il repentino progredire della faida rende il racconto una montagna russa di eventi ed emozioni, complice una regia dinamica e una scrittura che non si ferma mai, acuendo il ritmo e virando spesso ai limiti del trash ma principalmente per il tipo di personaggi e di storia messi in scena.
Conclusioni
A chiusura della recensione di Joe vs Carole ribadiamo come si tratti di una dramedy sopra le righe, che non manca di ritmo e di climax narrativo e ne fa anzi vanto e forza della propria narrazione, rischiando però di fare il “salto dello squalo” principalmente per le personalità coinvolte, volutamente ed esageratamente eccessive.
Perché ci piace
- Il messaggio ambientalista di fondo alla vicenda
- La scrittura di Etan Frankel e l’interpretazione sopra le righe di John Cameron Mitchell e Kate McKinnon…
Cosa non va
- …che rischia facilmente di fare il “salto dello squalo” narrativo ma non poteva essere altrimenti data la storia e i personaggi messi in scena