Quando a metà anni '70 il produttore Dino De Laurentiis è impegnato nella lavorazione del remake di King Kong e la sceglie come erede di Fay Wray, Jessica Lange lavora da circa tre anni come cameriera a New York, dopo un lungo girovagare iniziato nel Minnesota e proseguito tra il Messico e la Francia. Il nomadismo è una caratteristica preponderante nella vita dell'attrice che oggi compie 70 anni. In questa occasione abbiamo scelto cinque fra i migliori film di Jessica Lange, ma prima vogliamo ripercorrere le tracce della carriera di una delle poche star di Hollywood in grado d'incidere in egual misura da protagonista e nei ruoli da caratterista.
In costante andirivieni da un luogo all'altro, prima con la famiglia e poi con il primo marito, il fotografo Paco Grande. Parigi è una tappa fondamentale per Jessica; in Europa si fa notare per il suo portamento e la sua magnetica bellezza che la portano a lavorare nel mondo della moda, mentre condivide l'appartamento con Jerry Hall e Grace Jones. I primi approcci con la recitazione arrivano già nella Ville Lumiere, dove si avvicina all'arte del mimo acquisendo gli insegnamenti da una figura importante del teatro transalpino come Étienne Decroux. Un girovagare intenso, esperienze che si accumulano e formano il carattere di questa ragazza partita da Cloquet.
Improvvisamente oggetto di desiderio dell'iconico e gigantesco scimmione, Jessica Lange fa amicizia con la macchina da presa soltanto a 27 anni, catapultata sul set di un kolossal ricordato soprattutto per l'animatronic di King Kong creato da Carlo Rambaldi. Un discreto successo commerciale che non trova lo stesso entusiasmo critico del capolavoro del 1933 ma un esordio convincente per Jessica Lange che mostra sin da subito la sua indubbia presenza scenica. Dal 1976 in poi l'attrice dal passato bohémienne, costruisce una solida carriera cinematografica, ad immagine e somiglianza del percorso che l'ha portata al mondo del cinema e della tv. Star di comprovata bravura associata ad un'incredibile talento nel passare da ruoli efficaci da protagonista a partecipazioni più defilate ma ugualmente pregne di carisma e inarrivabile fascino - qualità riconosciute anche dai due premi Oscar, vinti sia da protagonista che da supporter - Jessica Lange ha arricchito negli ultimi anni con l'exploit sul piccolo schermo di American Horror Story, il suo già nutrito bagaglio artistico. Proprio nello show di Ryan Murphy, Jessica Lange regala l'ennesimo saggio della sua poliedrica inclinazione artistica: della serie antologica, presto elevatasi a cult del piccolo schermo, diventa il simbolo per diverse stagioni, affascinando il pubblico con i diversi e inquietanti personaggi che ne pullulano la trama.
L'insinuante e subdola Constance Langdon, l'intransigente suor Jude, dal passato sregolato. O la malvagia Elsa Mars, rifugiata tedesca e titolare del Freak Show. E Fiona Good, strega manipolatrice. Profili diversi, multiformi ma tutti perfettamente nelle corde del magnetismo di Jessica Lange che nell'ottava stagione, Apocalypse, è tornata agli albori dello show rivestendo i panni dell'ambigua Constance Langdon, uno dei personaggi più ammalianti mai interpretati dall'attrice. Con il suo oscuro passato e una presenza asfissiante nelle dinamiche dello show. Un binomio proficuo, quello con Ryan Murphy, per il quale ha stupito la critica con l'interpretazione di Joan Crawford in Feud, al fianco di Susan Sarandon nelle vesti dell'acerrima rivale Bette Davis.
La profondità dello sguardo e le physique du role per immedesimarsi in qualsiasi tipologia di ruolo si scelga di affidarle, hanno permesso a Jessica Lange di costruire una carriera eterogenea, che spazia dalla centralità di sorprendenti interpretazioni come quella dell'attrice Frances Farmer nel biopic Frances del 1982, a solide performance apparentemente più defilate ma di comprovato spessore come Sandra, la compagna adulta di Edward Bloom (Albert Finney) nella parabola tra mito e realtà di Tim Burton, Big Fish - Le storie di una vita incredibile. O come la fredda Carmen Markowski, una delle ex mogli di Don Johnston (Bill Murray), un ex donnaiolo che ripercorre il proprio burrascoso passato sentimentale in seguito alla notizia di essere padre.
Ma adesso rievochiamo i migliori film di Jessica Lange, quelli in cui è riuscita ad esprimere al meglio talento e fascino.
Angelica in All That Jazz - Lo spettacolo continua (1979)
Opera testamentaria di Bob Fosse, dove la macchina da presa si fonde con il musical, e il cinema con il teatro. All That Jazz - Lo spettacolo continua, conferma il talento di Jessica Lange - tre anni dopo la prima apparizione sul grande schermo - alla quale viene affidato il personaggio della dama bianca. Angelica è l'interlocutrice immaginaria con cui il coreografo Joe Gideon (Roy Scheider) riflette sulla tormentata e intensa esistenza che lo sta portando inesorabilmente al passo finale. Angelica vive nell'immaginazione di Joe, e lo accompagna in un racconto per nulla accomodante. Joe Gideon diventa narratore di un mondo tanto sfavillante e ricco di luci e colori quanto pieno di ombre, contraddizioni e crudeltà. Splendida performance di Jessica Lange, in un ruolo ambiguo e misterioso, che già risalta l'identità di quello che sarà il suo nutrito percorso artistico.
Cora in Il postino suona sempre due volte (1981)
Impeto e passione, in una delle scene di sesso maggiormente ricordate nell'intera storia del cinema. Jessica Lange e Jack Nicholson con trasporto si lanciano in una sequenza cult del remake de Il postino suona sempre due volte, sul tavolo disseminato di farina che avvolge entrambi gli amanti. Erotismo e carnalità nella quarta versione cinematografica dell'omonimo romanzo di James M. Cain. Nel dramma di Bob Rafelson, Jessica Lange è perfetta nel dare spessore ad un personaggio castrato da un'infelicità latente, disposta a tutto pur di cambiare per sempre il proprio destino. Il sentimento trascinante nei confronti dell'indigente Frank Chambers si evolve in un mix avvicente tra amore, crudeltà e dinamiche meschine con un finale amarissimo.
Julie Nichols in Tootsie (1982)
Il biennio 1982-1983 riserva il primo Academy Award a Jessica Lange, attrice supporter in una delle commedie cult degli anni '80, Tootsie, diretta da Sydney Pollack e magnificamente intepretata da Dustin Hoffman. Un film moderno nella scelta di affrontare temi scomodi attraverso una comicità briosa e ricca di scambi di battute brillanti. La distruzione del maschilismo attraverso un protagonista maschile travestito da donna. Nelle dinamiche della trama di questa frenetica commedia degli equivoci, ha spazio uno spontaneo romanticismo, con Jessica Lange che bissa il successo del film di Rafelson, tornando ad interpretare una donna sentimentalmente insoddisfatta della quale il protagonista Michael, seppur nelle vesti femminili di Dorothy.
Carly in Blue Sky (1994)
Il talento camaleontico di Jessica Lange trova una delle sue vette più fulgide nell'ultimo film di Tony Richardson, Blue Sky, discreto dramma sentimentale nel quale l'attrice si cala perfettamente nel ruolo di una donna iperattiva e molto fragile. Carly è la protagonista femminile di un rapporto matrimoniale eccentrico e confuso, con l'ufficiale Hank Marshall (Tommy Lee Jones) incaricato di svolgere alcuni test nucleari in Alabama. L'America degli anni '60 è lo sfondo ideale per tratteggiare l'ennesimo personaggio fuori dagli schemi, mai scolastico né stereotipato, quasi sempre al di là dell'effettiva resa del film. Secondo Oscar in carriera per l'attrice, il primo da protagonista.
Doreen in Non bussare alla mia porta (2005)
Compagni dal 1982 al 2009, Jessica Lange e Sam Shepard dividono il set di Non bussare alla mia porta di Wim Wenders nel 2005. Anche in questo caso la star di King Kong riesce ad avvalorare un personaggio comprimario come la bella Doreen. Shepard è Howard Spence, un attore western che fugge dal luogo di un set in quanto soverchiato da una crisi personale. Spence insegue il suo passato e fatica a volgere il suo sguardo al futuro, addirittura ricontattando una sua vecchia fiamma, la bella Doreen. Un viaggio a ritroso che riflette sulla propria identità attraverso il tormento di un uomo abbandonato dal mondo e lasciato alle proprie delusioni. L'inseguimento ad una serenità che abbracci i propri legami affettivi e che rifugga l'incertezza e la speranza. Jessica Lange, grazie anche all'alchimia con Shepard e ad una regia di Wenders più che ispirata, regala una delle sue migliori interpretazioni sul grande schermo. Fotografia superba e title track co-firmata da Bono Vox.