Dieci anni fa era considerato the next big thing: un giovane attore formatosi in televisione che iniziava a farsi gradualmente spazio al cinema con i primi, importanti ruoli da protagonista. Oggi, a trentasette anni, James McAvoy rappresenta un nome e un volto conosciutissimi agli spettatori di tutto il mondo, con una nutrita e variegata filmografia alle spalle e un ruolo fisso in una saga di cinecomic che l'ha sdoganato definitivamente presso il grande pubblico: la serie degli X-Men.
A partire infatti dal 2011, anno dell'uscita dell'ottimo X-Men: L'inizio, l'attore scozzese presta il volto al professor Charles Xavier, mentore e capofila degli X-Men impegnati sul fronte della giustizia. Un personaggio già interpretato pochi anni prima da Patrick Stewart ed ereditato da McAvoy nel "nuovo corso" delle avventure dei mutanti, sempre ad opera del regista e produttore Bryan Singer: un secondo ciclo di film che, dopo la precedente trilogia di Singer, punta a raccontare il passato dei supereroi dei fumetti creati nel 1963 da Stan Lee e Jack Kirby.
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Terzo capitolo di questo nuovo ciclo è X-Men: Apocalisse, appena distribuito nelle sale italiane e ambientato nella prima metà degli anni Ottanta, ovvero a un decennio di distanza dal precedente X-Men: Giorni di un futuro passato. Nella pellicola ritroviamo il Professor X insieme agli altri immancabili protagonisti della saga, dalla Mystique di Jennifer Lawrence (sempre più in versione Katniss Everdeen) all'inquieto e tormentato Magneto di Michael Fassbender, da Bestia (Nicholas Hoult) all'agente della CIA Moira MacTaggert (Rose Byrne), divisi su fronti opposti in seguito alla 'resurrezione' del primo e più potente fra tutti i mutanti, Apocalypse (Oscar Isaac, sepolto sotto un massiccio make up). E in occasione dell'uscita del film, oggi parliamo proprio di James McAvoy, della sua rapida scalata al successo e di quella carriera suddivisa fra grandi blockbuster, progetti più sofisticati e saltuari passi falsi, ripercorrendo cinque fasi della sua parabola professionale.
1. I primi passi in TV
Altezza contenuta (un metro e settanta, ma del resto neppure Tom Cruise si è mai distinto per la statura), fisico sottile, viso da bravo ragazzo e due intensi occhi azzurri (forse la vera "arma segreta" del suo fascino), James McAvoy si è guadagnato un'iniziale notorietà grazie alla televisione. Benché il suo esordio cinematografico risalga addirittura al 1995, è in TV che sono arrivati i primi ruoli di rilievo: dopo una parte minore in un episodio della celeberrima miniserie bellica della HBO Band of Brothers, nel 2003 gli viene affidato il ruolo di Leto Atreides II ne I figli di Dune, produzione sci-fi in tre puntate basata su alcuni romanzi del famosissimo ciclo di Dune dello scrittore Frank Herbert (sullo stesso corpus letterario era basato Dune di David Lynch). Nello stesso anno, sulla BBC, un James McAvoy non ancora ventiquattrenne recita in State of Play, serial in sei episodi diretto da David Yates su una scottante inchiesta giornalistica che si intreccia con un caso di omicidio e con i vertici della politica britannica. La miniserie, in cui McAvoy lavora accanto a Bill Nighy, si rivela un successo su tutta la linea (e Hollywood ne approfitterà per trarne un film omonimo).
A partire dal gennaio 2004, invece, James McAvoy è uno dei protagonisti di Shameless, apprezzata e irriverente serie di Channel 4 ambientata in un sobborgo popolare di Manchester, teatro delle scombinate vicende di una famiglia decisamente disfunzionale. Shameless, che in patria diventa un prodotto di culto, vede McAvoy nei panni di Steve McBride, il fidanzato della primogenita della famiglia Threlfall, Fiona, interpretata da Anne-Marie Duff; sul set nascerà anche una relazione fra i due attori, culminata nel 2006 con il matrimonio e conclusa ufficialmente pochi giorni fa con l'annuncio della loro separazione. James rimane nel cast di Shameless soltanto fino alla seconda stagione, per poi abbandonare la serie: per lui, infatti, è arrivato il momento di dedicarsi a tempo pieno al cinema.
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2. Alla conquista del grande schermo
Benché abbia già recitato in quasi una decina di pellicole, nel 2005 James McAvoy non ha ancora attirato l'attenzione del pubblico cinematografico. Le cose cambiano con Le cronache di Narnia: Il Leone, la Strega e l'Armadio, il kolossal fantasy tratto dal primo romanzo della saga letteraria di C.S. Lewis: anche grazie al suo viso da eterno ragazzino, James interpreta il gentile signor Tumnus, il simpatico fauno che accoglie i giovanissimi protagonisti nel magico mondo di Narnia. Il film di Andrew Adamson è un enorme successo al box office, e intanto McAvoy sembra pronto per i ruoli da protagonista: ma se nel 2006 la commedia Il quiz dell'amore, trasposizione del romanzo Le domande di Brian di David Nicholls, incappa in un flop al botteghino britannico (e resta ignorata nel resto del mondo), riceve consensi ben più ampi L'ultimo Re di Scozia, film drammatico diretto dal suo connazionale Kevin Macdonald.
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Il cupo ritratto di Idi Amin Dada, Presidente e spietato dittatore dell'Uganda dal 1971 al 1979, fa vincere l'Oscar come miglior attore a Forest Whitaker, ma L'ultimo Re di Scozia non funzionerebbe altrettanto bene senza la presenza complementare di McAvoy nei panni di un fittizio comprimario, Nicholas Garrigan: un giovane medico scozzese, entusiasta quanto ingenuo, che si reca a lavorare in Uganda e lì si lascia affascinare dal carisma e dai modi bizzarri di Idi Amin, entrando a far parte del ristretto circolo dei suoi "fedelissimi" e accorgendosi troppo tardi della sua ferocia.
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3. Da Espiazione a Jane Austen: il leading man dei drammi in costume
Se nel 2006 ci siamo limitati a "prendere appunti" su un attore dal notevole potenziale, l'anno seguente arriva la conferma decisiva: la 'promozione' di James McAvoy a leading man a tutti gli effetti, e con una particolare predisposizione per i cosiddetti period drama. In Becoming Jane - Il ritratto di una donna contro McAvoy è il carismatico Thomas Lefroy, capace di far palpitare il cuore di una Jane Austen che ha il volto di Anne Hathaway; ma il film che segna la consacrazione del nuovo sex symbol scozzese è Espiazione, trasposizione diretta da Joe Wright del capolavoro letterario di Ian McEwan. Wright, che aveva già proposto a McAvoy di recitare in Orgoglio e pregiudizio, gli affida qui il ruolo di Robbie Turner, giovane di modesta estrazione sociale nell'Inghilterra del 1935, che si tuffa in un gioco di attrazione reciproca con Cecilia Tallis (Keira Knightley), ragazza di famiglia altolocata: una passione sul nascere che si consumerà nell'arco di una notte fatidica, durante la quale avverrà però qualcosa di terribile.
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Opera densissima e complessa, in cui l'eleganza formale cela pericolose ambiguità e tensioni pronte ad esplodere, Espiazione riscuote un grande successo, riceve una pioggia di riconoscimenti (fra cui la candidatura all'Oscar come miglior film) e vale a McAvoy la nomination al Golden Globe e al BAFTA come miglior attore. Due anni dopo lo ritroveremo in The Last Station, biopic sull'ultimo periodo della vita del romanziere russo Lev Tolstoj, in cui divide la scena con Helen Mirren e Christopher Plummer, mentre nel 2010 sarà la volta del pregevole ma poco fortunato The Conspirator di Robert Redford, nei panni di Frederick Aiken, l'avvocato incaricato della difesa di Mary Surratt (Robin Wright), una donna accusata di aver partecipato alla cospirazione per assassinare il Presidente Abraham Lincoln.
4. Last Action Hero?
Nel 2008, neppure un anno dopo il trionfo di Espiazione, in pochi si sarebbero aspettati di ritrovare James McAvoy, con il suo viso un po' efebico, il fisico minuto, alle prese con un action movie. Ma è probabile che proprio l'apparente 'inadeguatezza' al genere (la Fox all'inizio aveva bocciato il provino di McAvoy) abbia aiutato l'attore a farsi ingaggiare nei panni di Wesley Gibson, un everyman vittima di attacchi di panico che d'improvviso si ritrova al centro di una spietata caccia all'uomo e scopre anche di essere in possesso di sensazionali doti fisiche. Il film, Wanted - Scegli il tuo destino, diretto da Timur Bekmambetov e basato sull'omonimo fumetto, è la prima megaproduzione hollywoodiana per il ventottenne James, qui al fianco di Angelina Jolie e di Morgan Freeman, e il responso è assai positivo, con incassi che oltrepassano i trecentoquaranta milioni di dollari; ma l'ipotesi di un sequel, più volte ventilata, non arriverà mai a concretizzarsi. James McAvoy, dunque, come nuovo eroe dei film d'azione? Non così in fretta... nel 2013 l'attore proverà a cimentarsi nuovamente con due thriller adrenalinici e ad alto tasso di violenza, Welcome to the Punch e In trance (quest'ultimo per la regia di Danny Boyle), ma i risultati saranno alquanto deludenti e il flop al botteghino impietoso.
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5. Un X-Men dal cuore tenero
A partire dal 2011, anno dell'uscita di X-Men: L'inizio, James McAvoy è ormai identificato dal grande pubblico con il personaggio di Charles Xavier, il saggio leader dei mutanti, la cui amicizia con Erik Lensherr, alias Magneto, sarà messa alla prova dai diversi punti di vista dei due comprimari su come gestire i loro poteri e le sorti di questi individui 'speciali'. La rinnovata popolarità della saga degli X-Men, i lauti incassi dei primi due prequel (Apocalisse invece debutterà negli USA solo venerdì prossimo) e l'efficacia di McAvoy e Fassbender nei panni di questi eterni nemici/amici hanno catalizzato gran parte dell'impegno dell'attore scozzese, che tuttavia nell'ultimo lustro ha trovato anche il tempo per tornare a recitare in palcoscenico e per dedicarsi a progetti più 'piccoli' e personali (non rientra fra questi, ovviamente, lo stroncatissimo e fallimentare Victor - La storia segreta del dottor Frankenstein).
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Nella black comedy Filth, del 2013 (inedita in Italia), James ha messo da parte l'aspetto da bravo ragazzo per offrire un insolito ritratto di bad guy, quello del dissoluto detective Bruce Robertson, conquistando fra l'altro parecchi riconoscimenti sul suolo britannico, mentre nel 2014 ha affiancato Jessica Chastain ne La scomparsa di Eleanor Rigby, un dittico incentrato sulla relazione amorosa fra la donna del titolo e Conor Ludlow, un barista newyorkese innamorato di lei nonostante il trauma che ha devastato il loro rapporto. E sempre a proposito di racconti romantici, l'anno prossimo ritroveremo McAvoy accanto ad Alicia Vikander in Submergence, dramma sentimentale firmato dal grande regista tedesco Wim Wenders e costruito su linee temporali differenti... insomma, i nostalgici di Espiazione sono avvisati.
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