In viaggio con mio figlio, recensione: un delicato road-movie per un film sui tanti lati dell'autismo

L'ex interprete di Scandal torna dietro la macchina da presa per raccontare una storia intima, impreziosita da un umorismo coerente e funzionale. In anteprima ad Alice nella Città, e in sala nel 2025 con Bim.

Le tre generazioni de In viaggio con mio figlio.

Che bella sorpresa In viaggio con mio figlio, il film di Tony Goldwyn presentato in anteprima ad Alice nella Città e che vedremo nelle sale italiane nel 2025. L'attore e regista mette insieme un cast stellare per raccontare una storia semi-autobiografica dello sceneggiatore Tony Spiridakis, per sensibilizzare ancora una volta riguardo ad un tema nevralgico, l'autismo. La chiave per farlo? La stand-up comedy.

Molto più che un film sull'autismo

In Viaggio Con Mio Figlio William A Fitzgerald
Il protagonista della pellicola

Quello che Tony Goldwyn, l'ex Presidente Fitz di Scandal, è riuscito a mettere in piedi come suo nuovo lavoro dietro la macchina da presa - nel suo curriculum oltre a vari episodi tv c'è il remake de L'ultimo bacio di Muccino - ha dell'incredibile, per vari motivi. Prima di tutto per aver scelto di raccontare in modo così schietto e anticonvenzionale una storia sull'autismo, con dolcezza, lucidità e rispetto, oltre che con il filo umoristico (a volte volutamente spregiudicato), essenziale per il tono e l'umore del film. Così come è essenziale il cast, al centro di una storia che parte, appunto, dal rapporto tra lo sceneggiatore con suo figlio autistico.

In viaggio con mio figlio: un on the road movie sui generis

In Viaggio Con Mio Figlio William A Fitzgerald Bobby Cannavale
Padre e figlio, il rapporto al centro del racconto

Al centro della pellicola c'è Max Brandel (Bobby Cannavale) è uno stand-up comedian che ce la sta mettendo tutta per avere la grande occasione e realizzare il proprio sogno: finire al Jimmy Kimmel Live. Non è facile perché, dopo essersi separato dalla moglie Jenna (Rose Byrne), è tornato a vivere dal burbero padre (un adorabile Robert De Niro), ex chef ora portiere di un albergo di lusso.

La coppia ha un figlio autistico, Ezra (il debuttante ed incredibile undicenne William Fitzgerald), ritrovandosi a gestire un diverso approccio sul come gestire la sua "condizione nello spettro": il padre vorrebbe che frequentasse una scuola pubblica imparando a gestire le difficoltà che la vita gli riserva. La madre invece, dopo l'ennesimo cambio d'istituto, pensa che forse starebbe meglio in una scuola per ragazzi come lui.

In Viaggio Con Mio Figlio Rose Byrne
La dolcezza nevrotica di Rose Byrne

Il bambino è schietto, vivace e non riesce sempre a controllare ciò che sente dentro in modo così forte. Parla per citazioni cinematografiche e mal sopporta il contatto visivo o fisico. I due gli vogliono un bene dell'anima, così come il nonno, ma nessuno di loro sa bene come gestirlo. Il loro atteggiamento opposto nei confronti dell'autismo riapre il dibattito sul rischio di 'ghettizzazione' delle scuole speciali. Del resto, nessun genitore sa come comportarsi coi figli: in questo frangente semplicemente il tutto si amplifica e complica ulteriormente.

Tutti per Ezra

Il cast che compone In viaggio con mio figlio è il valore aggiunto della pellicola, impreziosendo quello che poteva essere un semplice road movie. Infatti Max, nonostante abbia ricevuto addirittura un ordine restrittivo per una serie di malintesi verso il bambino, decide di 'rapirlo' e viaggiare attraverso gli Stati Uniti per raggiungere Los Angeles, cogliendo la sua grande occasione lavorativa. Del resto, considera Ezra il suo supereroe, il suo portafortuna.

In Viaggio Con Mio Figlio William A Fitzgerald Robert De Niro
Nonno e nipote, generazioni a confronto

Durante il viaggio, tanto fisico quanto metaforico che anche il resto della famiglia sarà costretto ad affrontare, i due incontreranno altre persone della loro vita che faranno evolvere il loro rapporto e risolvere molte questioni rimaste in sospeso. Come la determinata agente di Max, sempre al telefono (Whoopi Goldberg), o ancora due parenti dal passato dell'uomo (Rainn Wilson e Vera Farmiga) che proveranno ad aiutarlo a mettere ordine e a spezzare la catena di incomunicabilità tra padre e figlio.

Una pellicola delicata nel suo farsi ed evolversi, compresa la regia, intima e quasi in punta di piedi, di Goldwyn. Quest'ultimo si ritaglia anche in un piccolo ruolo cucitosi volutamente addosso, ovvero il nuovo e non molto accomodante compagno di Jenna, che spaventa il protagonista. L'ironia intrisa di black humour della professione di Max condisce bene tutto il resto, insaporendo un indie movie che sarebbe altrimenti rimasto sciapo e incolore.

Conclusioni

In viaggio con mio figlio è un’ottima prova di regia di Tony Goldwyn, che riesce a far trasparire tutte le sfumature dello spettro dell’autismo senza risultare mai patetico o banale, per un road movie impreziosito da un cast stellare, da un sarcasmo dirompente che sfrutta bene la stand-up comedy e da un protagonista debuttante che già adoriamo e speriamo di rivedere presto. Dopo la visione, Ezra non potrà non lasciare una parte di sé dentro di voi.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.0/5

Perché ci piace

  • La prova di tutti gli interpreti, compreso il debuttante William Fitzgerald.
  • La scrittura intrisa di black humour di Tony Spiridakis e la regia intima di Tony Goldwyn.
  • Raccontare l’autismo senza essere retorici.
  • L’equilibrio dei vari toni del racconto.

Cosa non va

  • Se non vi piacciono gli indie movie sulle famiglie disfunzionali, questo film non fa al caso vostro.
  • Nella seconda metà ha qualche parte ridondante.