La giovane e bella Jenna è nata e cresciuta nella tenuta vinicola di proprietà della sua famiglia, dove grazie alla sua ora compianta nonna ha imparato ad amare il vino. Una passione che ha continuato anche ora in età adulta, tanto da essere una delle migliori sommelier sulla piazza, pronta a dare l'esame per un'importante competizione che potrebbe farla salire ulteriormente di grado. La donna è al suo terzo tentativo, dopo aver fallito i precedenti per via di un'insicurezza che si porta addosso da tempo
Ma come scopriremo ne Il vigneto dell'amore, una svolta forse decisiva la attende. Jenna, fidanzata con l'affascinante proprietario di un ristorante nonché collega, viene contattata dal padre che la invita a far ritorno a casa per celebrare il cinquantesimo di nozze tra lui e sua moglie, che cadrà da lì a poco. La protagonista accetta e ha così modo di conoscere l'affascinante Marcelo, enologo di origini argentine che ha collabora da tempo con l'azienda dei genitori. Tra i due se non è un colpo di fulmine poco ci manca e Jenna riscoprirà l'amore per le cose semplici che la renderà anche una sommelier migliore.
Il vigneto dell'amore come angolo di paradiso
Lui, lei, l'altro...e il vino. Il classico triangolo sentimentale d'ordinanza, che così tanto fa palpitare il cuore soprattutto del pubblico femminile, si accompagna qui alla componente alcolica, sempre e comunque all'insegna di un bere responsabile. Siamo d'altronde di fronte a una produzione Hallmark Channel, dove qualsiasi possibile elemento scomodo ai fini del lieto vivere è drasticamente evitato dalla sceneggiatura, che si tiene alla larga da problematiche più o meno grandi preoccupandosi semplicemente di apparecchiare il tavolo per l'ovvio lieto fine. Sin dall'inizio si calca la mano sulle differenze abissali tra la frenetica vita di città e la tranquillità di quella campagna che fa da sfondo alla maggior parte del racconto, con la placidità dei verdi vigneti quale ideale palcoscenico per l'amore nascente tra i due protagonisti.
Ricordi e rimandi
Una sorta di versione low-budget e involontariamente parodistica di Un'ottima annata (2006), pensata per quel pubblico televisivo senza particolari pretese. Un romanticismo semplice semplice in un'ora e mezzo di visione mai insidiate da potenziali ribaltoni, ammantate qua e là da un pizzico di nostalgia su quell'infanzia lontana nel ricordo dell'amata nonna scomparsa. Emozioni di routine all'insegna di una retorica classica caratterizzano così la struttura portante de Il vigneto dell'amore, che ha almeno il piccolo merito di non nascondersi e di svelarsi sin da subito nella sua faciloneria. Il tutto ambientato nella suggestiva location della Napa Valley, famosa proprio per la sua produzione di vino, considerato tra i migliori realizzati in tutti gli Stati Uniti.
Questione di feeling
In produzioni di questo tipo solitamente il potenziale valore aggiunto è dato dal cast e dall'alchimia che si viene a creare tra i personaggi principali. Purtroppo ne Il vigneto dell'amore il legame che si viene a formare tra Jenna e Marcelo non riesce mai a entrare sottopelle per via dello scarso feeling tra Juan Pablo Di Pace e Laura Osnes, attrice di Broadway finita nell'occhio del ciclone qualche anno fa per il suo rifiuto a vaccinarsi contro il Covid. E se manca il cuore poco rimane in una storia che non racconta nulla di effettivamente nuovo, risultando scontata e anonima anche per il principale target di destinazione, che ha già visto sicuramente pellicole a tema realizzate, se non con più inventiva, almeno con maggior calore.
Conclusioni
Una raffinata sommelier fa ritorno nell'azienda vinicola di famiglia per festeggiare le nozze d'oro dei suoi genitori e si ritrova a fare i conti non soltanto con il suo passato ma anche con un affascinante enologo che lavora lì e mette in discussione la sua relazione sentimentale. Il vigneto dell'amore è una commedia romantica senza guizzi, che al consolidato triangolo e al relativo terzo incomodo aggiunge il prevedibile confronto tra la frenesia della metropoli e la quiete della campagna, con quel qualunquismo tanto al chilo che accompagna una love-story d'ordinanza e priva della necessaria alchimia tra i protagonisti.
Perché ci piace
- Un'etica di facile presa.
Cosa non va
- Sceneggiatura scontata e popolata da personaggi anonimi.
- Regia incolore che cerca di sottolineare la bellezza della vita rurale.
- Cast poco in parte, a cominciare dalla scarsa alchimia tra i due protagonisti.