Dopo aver diretto un film che in Italia ha conquistato critica e botteghino, Nanni Moretti "dirige" anche la conferenza stampa del suo Il sol dell'avvenire al Festival di Cannes 2023, introducendo attori e produttori come un consumato presentatore. Al suo fianco i suoi "angeli", le attrici Margherita Buy ("è la quinta volta di seguito che lavoriamo insieme") e la novellina Barbora Bobulova ("con lei è la prima volta"), oltre ai produttori Domenico Procacci e Paolo del Brocco.
Chissà se il pubblico internazionale comprenderà gli inside jokes e i riferimenti alla produzione morettiana più personale e intimista. Quel che è certo e che la stampa straniera è incuriosita dall'origine di un progetto così anomalo per chi non conosce il Nanni Moretti delle origini, di cui il regista ripercorre la genesi: "Diversi anni fa con le sceneggiatrici avevamo provato a scrivere un film interamente ambientato nel 1956. Non funzionava, così ho abbandonato l'idea. Dopo aver realizzato 'Tre piani' ho richiamato le sceneggiatrici e ho detto 'Voglio riprendere quello spunto, ma voglio anche raccontare la storia del regista, la sua vita familiare, le sue speranze'. Così sono nati questi film intrecciati tra di loro".
La fonte di ispirazione di Nanni Moretti... è Nanni Moretti
Nell'anno in cui i suoi primi corti in super 8 compiono 50 anni, Nanni Moretti difende il filtro dell'ironia attraverso cui osserva il mondo, con le sue gioie e i suoi dolori: "Racconto ciò che conosco, la mia generazione, e volevo farlo col sorriso sulle labbra. L'ironia è un modo per guardare a se stessi e ai propri difetti". E a proposito di ironia, Moretti ha un metodo infallibile per capire se ciò che ha scritto funzionerà: "Quando scriviamo la sceneggiatura, io recito i dialoghi, non solo i miei, anche quelli di tutti gli altri, per sentire se suonano bene o se sono troppo scritti, troppo letterari. Durante le riprese, a differenza del giovane regista del film violento che pensa che il primo ciak sia sempre il migliore, io ho bisogno di tante prove di avvicinamento al ciak giusto. Devo raggiungere la temperatura giusta del dialogo. Questa è una delle fasi del lavoro che vivo con maggior intensità".
A ribadire l'autoreferenzialità del suo film, termine che sembra non temere affatto, quando gli viene chiesto quale regista ha ispirato Giovanni, Moretti risponde laconico "Giovanni Moretti" suscitando le risate della stampa. Tocca alle sue attrici parlare della differenza (se esiste) tra Nanni e Giovanni. Barbora Bobulova ammette di essere "la nuova arrivata in questa famiglia morettiana. Non sapevo bene cosa aspettarmi dal set, ne avevo sentite di tutti i colori. Devo confessare che sono rimasta stupita dal suo modo di lavorare. Il rapporto che ha con gli attori è veramente speciale, è stata un'esperienza meravigliosa. Nanni Moretti ha un umanità gigantesca che mostra sul set, ma anche nella vita". Margherita Buy conferma: "Ti senti al sicuro lavorando con lui, difende il proprio lavoro, ma anche i proprio personaggi, e questa è una forza".
Il sol dell'avvenire: i segreti del film di Nanni Moretti
Un manifesto contro la violenza gratuita e lo streaming
Quando qualcuno ricorda la frase ironica scritta sui social Instagram all'indomani della vittoria della Palma d'Oro di Titane di Julia Ducournau, quest'anno giurata a Cannes ("Veder vincere un film in cui la protagonista rimane incinta di una Cadillac ti fa invecchiare di colpo"), Nanni Moretti si lancia in una lunga riflessione cinefila e spiega: "Il mio lavoro di spettatore influenza il mio lavoro di regista. In più sono un produttore e anche un esercente, ho un mio cinema. Queste cose vanno tutte di pari passo. Come spettatore ho notato certo una certa inconsapevolezza di registi e sceneggiatori quando mettono in scena la violenza". Moretti precisa poi: "Ovviamente non parlo di tutti i film che raccontano la violenza. Quest'anno ho visto un film iraniano, 'Holy Spider', su un serial killer di prostitute e mi è piaciuto molto perché non era estetica della violenza".
Anche sulle piattaforme streaming il regista ha qualcosa da dire, come anticipa la sequenza de Il sol dell'avvenire in cui Giovanni presenta il suo progetto a Netflix, ricevendone una sonora bocciatura: "Netflix rappresenta tutte le piattaforme, Amazon, Disney... a me dispiace che tanti registi, produttori e sceneggiatori si siano consegnati docilmente alle piattaforme. Credo che varrebbe la pena continuare a investire economicamente, psicologicamente ed emotivamente sui film al cinema. Non è quello che penso, è quello che vivo. Quando mi viene proposto un film non penso al ragazzino in Pennsylvania che lo guarderà sul suo telefono mentre è in metropolitana, ma penso a una sala buia piena di sconosciuti. I miei film sono concepiti per questa situazione. Quando scrivo non seguo manuali di sceneggiatura, faccio quello che mi pare. Se mi va che un regista che fa un film serio sull'invasione ungherese del 1956 si metta a ballare su un brano di Aretha Franklyn lo faccio". E sempre per citare scene cult da Il sol dell'avvenire, a chi vuol sapere se è riuscito a far vedere il suo film a Martin Scorsese, Moretti risponde: "Non ho feedback. Come ne usciremo? Ne usciremo? Non credo che Martin abbia visto il mio film. L'avevo cercato, ma evidentemente ho un indirizzo mail sbagliato".