Dalla capraia Lucia di Capri-Revolution al "Sindaco" Antonio Barracano di Il Sindaco del rione Sanità, anche lui con un passato tra le capre, Mario Martone sembra volerci dire che siamo a una svolta generazionale: i giovani sono il futuro. Non giovani qualsiasi però, ma giovani che, oltre ad avere l'energia e l'entusiasmo che l'età anagrafica concede, sono molto più saggi di tanti vecchi, perché capiscono lo spirito del loro tempo e si assumono agiscono di di conseguenza, assumendosi le proprie responsabilità. Nello scrivere la recensione di Il sindaco del rione Sanità, film presentato in concorso alla 76esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, e nelle sale cinematografiche il 30 settembre, il primo e 2 ottobre, è impossibile non notare questo tema nella filmografia recente del regista napoletano.
Dagli spazi aperti e all'epoca passata di Capri - Revolution, per Il sindaco del Rione Sanità Mario Martone torna invece a spazi chiusi, ma riadatta in chiave moderna un classico del teatro contemporaneo, la commedia di Eduardo De Filippo, che non è un caso abbia visto la luce negli anni '60, un altro periodo di grande mutamento sociale e generazionale. Il regista non si è fermato a portare la storia di Antonio Barracano, figura rispettata e temuta che tiene in mano la bilancia della giustizia seguendo un suo personale codice morale, ai giorni nostri, ma ha trasformato il personaggio da un 75enne a un quarantenne dalla vitalità quasi animale, che fa palestra e ascolta la musica americana.
Interpretato da Francesco Di Leva, attore dalla presenza scenica fortissima, questo Antonio Barracano conosce l'importanza dell'abito come biglietto da visita, proprio perché, grazie anche alla sua esperienza tra i campi, al contatto con la terra e agli animali, sa come funzionano le persone, le annusa, le capisce, non si ferma alla freddezza di uno schermo, che può mistificare facilmente la realtà. Non istruito ma intelligente, giusto a modo suo ma dai metodi criminali, Barracano è una contraddizione vivente, l'emanazione fisica della natura umana, perennemente divisa tra razionalità ed emotività, tra giustizia e violenza, tra testa e istinto.
Eduardo De Filippo e l'importanza di fare un passo indietro
Ispirato alla rappresentazione teatrale messa in scena a Napoli nel 2017 sempre dallo stesso Martone, Il Sindaco del rione Sanità rappresenta l'inizio di una nuova trilogia per il regista, che, dopo i film in costume Noi credevamo, Il giovane favoloso e Capri-Revolution, ha deciso di dedicarsi al teatro della famiglia di Eduardo De Filippo (sta infatti già preparando una pellicola ispirata al padre di Eduardo, Eduardo Scarpetta).
Rispettando il testo originale, Martone ha trovato l'universalità del suo messaggio: Barracano conosce l'importanza della consapevolezza, del capire le cose e l'ha sfruttata per crearsi una posizione di prestigio, forte del fatto che "l'ignoranza è un titolo di rendita". Una logica che appartiene a molti politici e leader che riempiono quotidianamente i notiziari. Il Sindaco sa però anche che ci sono dei valori assoluti, che nemmeno il più meschino dei criminali può infangare: la famiglia è sicuramente uno di questi. Quando quindi il figlio del panettiere Arturo Santaniello (Massimiliano Gallo) gli comunica la sua decisione di uccidere il padre perché da questo è stato rinnegato e lasciato in povertà a favore di una donna che non è sua madre, dice a entrambi che, a volte, anche se si è risoluti nelle proprie decisioni, bisogna fare un passo indietro. Il cervello prima di tutto, ma a volte bisogna ascoltare anche le ragioni del cuore e degli affetti.
Francesco Di Leva: un talento magnetico
Se i puristi storceranno inizialmente il naso nel vedere un Antonio Barracano così giovane, non potranno che ricredersi di fronte al talento di Francesco Di Leva, figlio artistico proprio di Martone, grazie a cui ha cominciato a recitare in un laboratorio teatrale a Napoli: un talento magnetico, dalla presenza quasi ferina. Il suo Sindaco è una figura affascinante e inquietante, con cui ci si trova a concordare in più punti, per poi essere spiazzati dalla messa in atto non proprio convenzionale delle sue decisioni. Nei suoi occhi c'è la rabbia di una generazione messa per troppo tempo da parte, che sa che è arrivato il momento di prendere in mano il proprio destino, anche con metodi forti, pur di non rimanere invischiati nella morte dell'immobilità.
A fargli da spalla due attori della levatura di Massimiliano Gallo e Roberto De Francesco, che ha il ruolo del dottor Fabio Della Ragione, medico che esegue la sua professione seguendo il Giuramento di Ippocrate, ma lo applica per lo più su criminali, essendo il chirurgo di fiducia di Barracano. Un'altra contraddizione vivente: combattere la morte seguendo la scienza, applicandola però su chi causa morte. Un contrasto, quello tra morte ed estrema vitalità, che non può non rappresentare la città di Napoli, in cui una bellezza abbagliante convive con l'incombenza della Nera Mietitrice, rappresentata dal Vesuvio, vulcano che tanto affascinava un altro giovane favoloso, quel Giacomo Leopardi che forse, per un cortocircuito che è un altro ossimoro, con Antonio Barracano si sarebbe capito.
Conclusioni
Come scritto nella recensione di Il Sindaco del rione Sanità, Mario Martone adatta per il grande schermo l’omonima commedia di Eduardo De Filippo, dopo averla portata a teatro nel 2017. Il film rappresenta l’inizio di una nuova trilogia per il regista campano, che sta già lavorando a una pellicola dedicata a Eduardo Scarpetta, padre di De Filippo. Portando la storia ai giorni nostri e abbassando di molto l’età del protagonista Antonio Barracano, interpretato da un bravissimo Francesco Di Leva, Martone non tradisce il testo originale, ma ne mette in luce i temi universali, estremamente attuali anche oggi.
Perché ci piace
- L’idea di adattare la storia ai giorni nostri funziona ed è convincente.
- Il protagonista Francesco Di Leva dà un’ottima prova ed è la linfa vitale del film.
- Il lavoro fatto sui corpi e sugli spazi fonde alla perfezione cinema e teatro.
Cosa non va
- I puristi potrebbero storcere il naso per un Antonio Barracano così giovane, ma il talento di Francesco Di Leva farà cambiare loro idea.