Non c'è dubbio che Il signore degli anelli di Peter Jackson sia come l'ottimo vino: più passano gli anni più quest'incredibile trilogia di film acquista qualità. Pietra miliare del genere fantasy, capace complessivamente di portarsi a casa ben 17 premi Oscar, l'adattamento cinematografico del romanzo di John R. R. Tolkien è un miracolo produttivo che non ha eguali: film dalla durata abnorme (se ogni film nella sua versione cinematografica riempie le tre ore, le versioni estese arrivano persino a quattro), apripista per le nuove tecnologie digitali (la performance capture con cui si è dato vita al personaggio di Gollum) e, soprattutto, quel gusto raffinato di portare sul grande schermo un'epopea emozionante che va oltre il puro spettacolo. Non crediamo di esagerare quando diciamo che il viaggio di Frodo da Hobbiville a Mordor ha il sapore di un classico della storia del cinema, uno di quei film che rimangono impressi nella memoria. Ecco perché abbiamo voluto ripercorrere i 15 momenti indimenticabili de La compagnia dell'anello.
1. Il prologo: la storia dell'Anello
Lo schermo nero, sussurri in elfico, le note ormai celebri di Howard Shore e le prime parole dell'epica che sta per iniziare: "Il mondo è cambiato". Impossibile dimenticare l'inizio di tutto, quel prologo che racconta la storia dell'Anello e che mette subito in mostra la visionarietà di Peter Jackson e la grandezza dell'opera. Nel racconto della creazione degli anelli del potere, della sconfitta di Sauron, della perdita e del ritrovamento dell'Anello c'è già la sensazione di assistere a uno spettacolo raro, di entrare in una storia bigger than life e, tra elfi, nani, uomini e orchi, di avere davanti agli occhi un mondo vero, vivo, dettagliato come la Terra di Mezzo.
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2. La Contea
Quasi a fare da contraltare alla frenesia della battaglia e dall'oscurità del prologo, la presentazione del protagonista Frodo e di Gandalf è, invece, solare e piacevole. Nel presentarci la Contea, il luogo dove vivono gli Hobbit, si ha subito l'impressione di trovarci in un posto sereno e bucolico. Il paesaggio quasi del tutto naturale della Nuova Zelanda (pochissime sono state le modifiche per trasformarlo in un set cinematografico) è un luogo paradisiaco che richiama un senso di pace e tranquillità che appartiene a ciò che chiamiamo casa. Un ambiente che caratterizza i protagonisti: anime pure che non conoscono ciò che sta al di fuori e costrette a intraprendere un viaggio verso luoghi più terribili e sconosciuti.
3. La comparsa delle incisioni e l'inizio dell'avventura
Bilbo se n'è andato dalla Contea lasciando l'Anello a Frodo. A distanza di tempo, dopo una lunga ricerca sui libri, Gandalf torna nella Contea e getta nel fuoco l'Anello. Sembra un anello normale e il mago tira un sospiro di sollievo. Ma ecco che assistiamo alla comparsa delle incisioni sull'anello, scritte indecifrabili nel linguaggio nero di Mordor, forse l'immagine più iconica, la prima che ci torna in mente quando ripensiamo a questi film. Quel piccolo oggetto va nascosto dalle forze del male che stanno per venire a riprenderselo. È a questo punto che inizia l'avventura per Frodo accompagnato dal suo giardiniere Sam (e poco più avanti anche da Merry e Pipino).
4. Saruman e Gandalf a Isengard
In cerca di consiglio, Gandalf raggiunge il suo maestro e amico Saruman nella torre di Isengard per aggiornarlo sulla situazione legata all'anello e al risveglio dell'Oscuro Signore. Scoprirà che Saruman il Bianco si è alleato con il nemico. Lo scontro tra Saruman e Gandalf a Isengard, in pochi minuti, introduce conflitto, magia e nuovi personaggi il cui destino verrà svelato solo nel terzo e ultimo film. A poco a poco viene svelato il piano di Saruman che chiude le porte con il suo potere per impedire a Gandalf di scappare per poi dare inizio a una lotta di fatto invisibile agli occhi da cui ne uscirà vincitore. Peter Jackson sembra abbandonare la formalità stilistica del cinema hollywoodiano per tornare a essere il regista low budget delle origini: inquadrature sbilenche, movimenti rapidi, l'uso della camera a mano rendono lo scontro magico avvincente. La musica epica di Howard Shore è solo la ciliegina sulla torta.
5. Nascosti dal cavaliere nero
I quattro hobbit, in viaggio verso Brea, sentono il nitrito spettrale di un cavallo. Scappano dalla strada e si nascondono, stretti stretti, sotto il tronco di un albero. È l'arrivo di un Cavaliere Nero, una figura spettrale che percepisce la presenza dell'Anello e si mette alla ricerca "annusando" l'aria. La scena è un piccolo capolavoro di tensione (e un ennesimo esempio di come Jackson riesca a passare, all'interno di un universo fantasy, da un genere all'altro nel tempo di poche inquadrature: nascosti dal Cavaliere Nero i quattro hobbit si trovano con le spalle al muro; Frodo lotta con il desiderio di infilarsi l'Anello (che lo chiama) al dito e scomparire; dalla terra escono vermi, ragni e altri insetti; solo i riflessi di Sam (che per la prima volta salverà il suo padrone) e la prontezza di Merry nel lanciare una pietra allontaneranno il pericolo.
6. La presentazione di Grampasso
Arrivati alla locanda del Puledro Impennato, i quattro hobbit passano la serata in attesa di Gandalf bevendo pinte di birra e rilassandosi con canti e balli. Una figura misteriosa attira la loro attenzione: è un uomo seduto in disparte, con un cappuccio in testa, fuma la pipa e li osserva. La presentazione di Grampasso, o Aragorn, interpretato da Viggo Mortensen è un altro di quei momenti impossibili da dimenticare: tutto il fascino, il mistero e la nobiltà del personaggio sono già racchiusi in queste poche inquadrature di presentazione. Grampasso sarà il primo alleato che si unirà ai nostri protagonisti, una guida per portarli fino a Gran Burrone per incontrarsi con l'elfo Elrond.
7. Con l'anello al dito
Durante una notte di riposo a Colle Vento - la fotografia notturna di Andrew Lesnie in questa sequenza raggiunge uno dei suoi apici - i nostri protagonisti vengono attaccati dai Cavalieri Neri. Questa volta nessuno impedisce a Frodo di essere vinto dalla paura e dal richiamo di Sauron tanto che, nel tentativo di nascondersi, indosserà l'Anello. Per la prima volta anche noi spettatori ci troviamo con l'anello al dito tanto da "entrare" in questo oltremondo dove le figure spettrali dei Nazgul ci appaiono come bianche figure fumose dai lineamenti umani, il volto simile a mummie. È in questo momento che Frodo viene ferito da un loro pugnale.
8. La fuga di Arwen
La bellezza eterea di Liv Tyler nei panni dell'elfa Arwen, amante di Aragorn, illumina lo schermo quando compare per la prima volta. La fuga di Arwen dai Nazgul, portando con sé un Frodo morente, cavalcando veloce per raggiungere il prima possibile Gran Burrone è un altro di quei momenti indimenticabili del film, complice il modo in cui la corsa si conclude. Mentre stanno per raggiungere Arwen e Frodo sul letto di un fiume, le acque si risvegliano sommergendoli con forza.
9. Il consiglio di Elrond
Il momento di molti incontri tra personaggi noti (Gandalf, riuscito a fuggire dalla prigionia di Saruman, Bilbo che ha trovato ospitalità, gli altri Hobbit e Aragorn) e l'arrivo di nuovi (l'elfo Legolas, il nano Gimli, l'uomo Boromir). Nel consiglio di Elrond sono tutti presenti per decidere il destino dell'Anello, una riunione fatta di scontri, di personalità e caratteri diversi. Sarà poi l'hobbit Frodo a farsi carico del pesante fardello: dovrà raggiungere il Monte Fato e gettare nelle fiamme quel piccolo oggetto. È in quel momento che si forma la Compagnia dell'Anello: razze diverse unite per intraprendere un lungo viaggio e sconfiggere le forze del male e salvare il mondo.
10. La tempesta di neve
La via più semplice da intraprendere è tra le montagne innevate del passo di Caradhras, ma non tutto va secondo i piani. Con una magia potente, Saruman crea una violenta tempesta di neve che mette in difficoltà l'intera compagnia e che costringerà il gruppo ad addentrarsi nelle più pericolose miniere di Moria. A viaggio iniziato, il film inizia a mostrare definitivamente i muscoli e ci prepara alla parte centrale, più movimentata, con un momento di puro spettacolo audiovisivo. Le inquadrature aeree che diventeranno poi una costante della saga, la voce potente di Saruman confusa col vento, la furia degli elementi naturali: se dovessimo dare una fotografia di cinema fantasy questa sarebbe una delle sequenze che meglio ne racchiude le caratteristiche.
11. Le miniere di Moria
Poco sopra dicevamo di come Il signore degli anelli riesca ad amalgamare al meglio i generi più disparati. L'arrivo della Compagnia nelle miniere di Moria è uno dei momenti più dark e horror del film. Nelle tenebre delle caverne, circondati da scheletri, i nostri scoprono che una furiosa battaglia è avvenuta. Il ritrovamento di un diario che si conclude con una parola ("Arrivano") e il suono dei tamburi di guerra danno il via a una movimentata battaglia contro orchi e troll. Un momento costruito tutto sulla tensione e sull'inesorabile esplosione. La regia di Peter Jackson a briglia sciolta riesce a valorizzare la splendida scenografia. Incredibile pensare come l'immaginario delle miniere e dei troll sia ancora oggi un modello per videogiochi e altri blockbuster a distanza di un ventennio.
Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli: le due trilogie a confronto
12. "Tu non puoi passare!"Se dovessimo pensare a un momento di pura eccellenza cinematografica, capace di unire qualcosa di mai visto prima (ricordiamolo, era il 2001) a battute memorabili, lo scontro tra Gandalf e il Balrog, la gigantesca figura di fuoco, sarebbe il primo della lista. "Tu non puoi passare!" è una di quelle battute che, insieme alla successiva "Fuggite, sciocchi", sono rimaste nell'immaginario collettivo, capaci di creare meme onnipresenti per la rete. È anche una scena tragica che ci mostra la prima grande perdita del nostro gruppo di eroi: Gandalf sembra morire precipitando nel vuoto causando un vero e proprio shock. Inoltre, è una scena che non si scorda facilmente per motivi puramente narrativi: verrà ripresa nel prologo de Le due torri.
13. Le statue degli Argonath
Non ce ne vogliano gli appassionati se non citiamo la dama Galadriel (Cate Blanchett) in questa lista e preferiamo, invece, le statute degli Argonath. In un film così interessato a costruire un proprio immaginario, mai rappresentato al cinema (se non in un film d'animazione), l'iconicità del paesaggio e dell'ambiente ha la sua primaria importanza. Ebbene, durante la traversata di un fiume ecco mostrarsi due statue degli Antichi Re, simbolo di una stirpe appartenuta alla storia, gigantesche e col braccio teso. È in momenti come questi che il senso di meraviglia si unisce alla sensazione di star assistendo a un mondo vero, dettagliato, indimenticabile.
14. La morte di Boromir
Forse a distanza di tempo la tragicità dell'evento ha lasciato spazio alle battute sulla sfortuna dei personaggi interpretati da Sean Bean, ma forse anche per questi motivi la morte di Boromir è uno di quei momenti indimenticabili a cui si ripensa quando si parla de La compagnia dell'anello. Il personaggio si è dimostrato spinto da interessi personali, poco incline a resistere alle tentazioni dell'Anello, tanto da tentare di strapparlo di mano a Frodo. In quel momento è un personaggio che non ci ispira fiducia. Eppure, per salvare Merry e Pipino dagli orchi, ingaggia una battaglia da vero eroe combattendo fino all'ultimo respiro vitale, prima di morire come San Sebastiano, colpito da numerose frecce e lasciando i due hobbit nelle mani degli orchi.
15. La fine della Compagnia
Con la morte di Boromir assistiamo alla fine della Compagnia dell'Anello almeno nella forma originaria. Boromir e Gandalf sono morti, Merry e Pipino sono stati rapiti dagli orchi e Aragorn, Legolas e Gimli si mettono alla loro ricerca per salvarli. Frodo, mentre cerca di scappare con una braca per raggiungere Mordor da solo, viene raggiunto da Sam che si butta in acqua nonostante non sappia nuotare. È un momento davvero emozionante che sancisce uno dei rapporti d'amicizia più belli della trilogia ed è proprio con Frodo e Sam che il film si chiude: due piccoli hobbit che non hanno mai messo piede fuori da casa, davanti a loro un territorio sconosciuto e pieno di pericoli, oscuro e pauroso. Un'ultima battuta che sembra rivolgerci anche a noi: "Sono contento che tu sia qui con me". È un invito a continuare il viaggio con loro, un premio per essere arrivati alla fine di questa prima parte della storia, un finale memorabile.