Toni ancora più oscuri, tra Shakespeare e una frontiera senza dimensione. Toni labirintici, che si allungano come un'ombra, dietro le sbarre del carcere di San Michele, sempre più il centro nevralgico de Il Re, serie tornata con una seconda stagione che mantiene intatta la qualità artistica e narrativa. Diretta da Giuseppe Gagliardi, Il Re - Seconda Stagione, è disponibile su Sky e in streaming solo su NOW, ed è scritta da Peppe Fiore, Alessandro Fabbri e Federico Genesini, e riparte da dove eravamo rimasti: Bruno Testori, interpretato da Luca Zingaretti, imprigionato nella sua prigione senza regole. A liberarlo, si fa per dire, un compromesso: incastrare un detenuto accusato di un crimine che forse non ha commesso, tuttavia legato ad un affare di Stato che non dovrà essere rivelato.
Così, già nel primo episodio (qui la nostra recensione della serie), viene sottolineato quanto Il Re 2 sia essenzialmente legata al caos. "La seconda stagione è caos perché entrano in scena tanti attori, tante istituzioni nuove, tante forze nuove più o meno ufficiale o più o meno oscure, e quindi dentro c'è il caos, che già era massimo nella prima stagione", spiega Luca Zingaretti, anche produttore. "Sai, il caos che spesso e volentieri identifico come una cosa negativa, invece poi è anche una cosa forse positiva, perché c'è bisogno del caos per arrivare a una soluzione, a una verità, a un... qualcosa".
Il Re - Seconda stagione: intervista a Luca Zingaretti e Isabella Ragonese
Tra vecchi e nuovi personaggi, ne Il Re - Seconda Stagione ritroviamo anche Isabella Ragonese, nel ruolo (straordinario e complesso) di Sonia Massini, divenuta comandante del San Michele. "Secondo i greci noi veniamo dal caos. Ma noi, nel nostro piccolo, ci costruiamo un modo per dare un ordine. Il Re racconta proprio questo, nel caos ognuno si costruisce una propria linea guida", spiega l'attrice a Movieplayer.it. "Ed è una lotta molto attuale imporre la legge umana, la giustizia umana che ognuno ognuno si è inventato. Tutti cercano di affermare la propria ragione. Una lotta per affermare cosa sia giusto o sbagliato".
Come avvenuto per la prima stagione, la sensazione è che Il Re sia un prison drama dalle forti sfumature western. "Il regista ha dato indicazioni in questo senso, anche per il formato con cui ha girato, le inquadrature con cui ha inquadrato gli attori, i luoghi, eccetera. Secondo me, c'è anche un po' di western nella sceneggiatura. Sfide, personaggi che si inseguono fino alla sfida finale in cui uno solo rimarrà vivo", ci dice Luca Zingaretti. Stessa veduta per Isabella Ragonese: "Penso che il western si porta dietro un andamento musicale che ha Il Re. C'è la calma apparente, poi un duello, uno scontro. Penso che piaccia molto anche a Giuseppe Gagliardi questa visione, perché il western è una sua passione"
Le nuove frontiere
Se di western si parla, Il re sfrutta al meglio il panorama di una frontiera non geolocalizzata, ma comunque metaforica e altamente simbolica. Tuttavia, oggi ha ancora senso parlare di frontiera? O ci troviamo noi stessi all'interno di una frontiera senza confini? "Oggi il concetto di frontiera, proprio perché legato al concetto di migrazione, è centrale, ma anche rispetto alle grandi battaglie politiche a cui stiamo assistendo. Sovranisti, nazionalisti... Gente che la pensa in maniera diversa. È tornato di moda il concetto di frontiera", spiega Luca Zingaretti. Per Isabella Ragonese, invece, "Ne Il Re c'è il racconto di una frontiera chiusa. Più il mondo è chiuso, e più si trincera, alzando dei muri, più la situazione diventa stantia, diventa maleodorante, con dinamiche sempre più oscure. Quindi, mi auguro che fuori non sia davvero così".