Il meglio deve ancora venire, la recensione: quando l'amicizia supera ogni ostacolo

La recensione di Il meglio deve ancora venire, il film di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte, con Fabrice Luchini e Patrick Bruel, che mette in scena i valori e la profondità della vera amicizia.

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Il meglio deve ancora venire: una sequenza

L'amicizia tra due persone, quella vera, a volte può basarsi anche su delle bugie a fin di bene per non far soffrire l'altro. È così che ha inizio la nostra recensione di Il meglio deve ancora venire, conosciuto anche con il suo titolo originale Le meilleur resta à venir, film diretto da Alèxandre de La Patellière e Matthieu Delaporte presentato alla Festa del Cinema di Roma dell'anno scorso.

I due registi portano sul grande schermo una dramedy con protagonisti una coppia di amici fraterni che, a causa di una serie di equivoci, si troveranno a credere che l'altro sia in fin di vita e si prenderanno il tempo per vivere il presente e i giorni che verranno.

Una dramedy francese per eccellenza

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Il meglio deve ancora venire: un'immagine del film

Il film di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte, che tornano sul grande schermo dopo il grande successo di Cena tra amici, si concentra sul rapporto fraterno tra due amici di vecchia data, Arthur e César, interpretati rispettivamente da Fabrice Luchini e Patrick Bruel. I due, amici sin da quando si sono conosciuti in collegio, sono molto diversi tra loro: Arhur è un ricercatore nel campo della medicina, ha un grande rispetto per le regole ed è un uomo molto rigido, mentre César continua a vivere la sua vita a cento all'ora, tra imprudenza e spensieratezza, senza mai impegnarsi sentimentalmente sul serio. A causa di un equivoco, Arthur viene a conoscenza della condizione medica di César, ma proprio quest'ultimo pensa che sia il suo amico ad essere in fin di vita. Così facendo, senza riuscire a chiarirsi davvero, i due cercheranno di realizzare i desideri dell'altro, vivendo a pieno il presente e sviluppando ulteriormente la loro già radicata e profonda amicizia.

Una bromance agrodolce, leggera e con molti spunti di riflessione

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Il meglio deve ancora venire: una foto del film

Le commedie francesi hanno sempre dimostrato di avere una marcia in più nel dare vita a storie semplici quanto efficaci, ricche di equivoci ed ilarità, contraddistinguendosi anche per la presenza di diversi momenti di riflessione. Questa commistione crea una commedia in salsa agrodolce, o dramedy che dir si voglia, unica nel suo genere per intersecazione ed equilibrio tra commedia e drama, capace di dare vita a prodotti originali e di successo, sia in patria che all'estero, come avvenne qualche anno fa per Quasi amici, uno degli esempi lampanti più recenti.

Ed ecco che Il meglio deve ancora venire già esplicita la sua natura nel titolo: la malattia viene usata come un pretesto per poter narrare la storia di una grande amicizia pluridecennale che si fa sempre più profonda e cerca di resistere agli ostacoli della vita. Il dramma è visto come un modo per aprire altre mille porte alla vita, per poter realizzare tutti i sogni e i desideri dell'uno e dell'altro, senza cadere in situazioni di pietismo o nel trattare la malattia come un mezzuccio per il proprio riscatto personale. Questo espediente narrativo, insieme ai momenti ricchi di equivoci e ai disastrosi tentativi di comunicazione, rende la trama leggera e allo stesso tempo molto riflessiva sulle pieghe inaspettate che può avere un'amicizia più che consolidata.

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Due attori in perfetta sintonia tra di loro e con i personaggi

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Il meglio deve ancora venire: un momento del film

Uno dei perché un film come Il meglio deve ancora venire funziona è proprio la presenza dei due attori protagonisti, ovvero Fabrice Luchini e Patrick Bruel (già nel cast di Cena tra amici degli stessi Delaporte e La Patellière). Nonostante la storia sia forte e convincente in partenza, tra momenti di ironia e giochi di equivoci tirati quasicallo stremo, sono proprio i due attori francesi a dare vita ad una bromance esplosiva. La strana coppia d'oltralpe è resa al meglio dalla preziosa armonia tra i due intepreti: le loro performance brillanti e scoppiettanti danno vita a personaggi maledestri, pieni di sentimenti amorevoli l'uno verso l'altro, ma sempre virili nell'esplicitarli.

Conclusioni

Nel concludere la recensione di Il meglio deve ancora venire, è opportuno sottolineare la volontà da parte dei registi Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte di realizzare un film in salsa agrodolce, in grado di divertire e, allo stesso tempo, di far emozionare. Una pellicola che, affrontando il tema della malattia, si concentra sull'amicizia profonda e duratura tra due persone che, nonostante le pieghe inaspettate della vita, continuano a coltivare il loro inossidabile rapporto.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
2.9/5

Perché ci piace

  • Il fatto di proporre un film dramedy in grado di affrontare tematiche profonde.
  • La volontà di raccontare una bromance contraddistinta da un rapporto di amicizia profondo e radicato.
  • Le interpretazioni di Fabrice Luchini e Patrick Bruel, due attori in perfetta sintonia l'uno con l'altro.

Cosa non va

  • Gli equivoci e i momenti di ilarità tendono, a volte, ad arrivare fino allo stremo.