Il lato credibile della commedia sentimentale
Se-Jin è una giovane donna di provincia da poco trasferitasi a Seoul, per lavorare per una grossa azienda. Inizialmente entusiasta del suo lavoro, la ragazza si impegna al meglio, ma la ditta fallisce inaspettatamente a causa di una frode perpetrata dalla proprietà. Costretta a trasferirsi in un economico monolocale, e frustrata nei suoi tentativi di trovare un nuovo impiego, Se-Jin conosce Dong-cheol, un gangster di mezza tacca che vive nell'appartamento accanto. Più fastidioso che minaccioso, l'uomo inizia a modo suo a cercare un contatto con la ragazza, e lei, dapprima riluttante, comincia gradualmente a coglierne i lati positivi. Ma il nuovo lavoro, per Se-Jin, sembra essere ancora ben lungi dall'arrivare, e inoltre le compagnie di Dong-cheol rischiano di metterla nei guai...
La commedia sentimentale coreana, almeno nei suoi esempi più recenti, non è certo un genere che brilli per originalità. Questo My Dear Desperado, tuttavia, esordio alla regia di Kim Kwang-sik (lo ricordiamo come assistente di Lee Chang-dong per Oasis) presenta più di un motivo di interesse. La sceneggiatura del film, pur aderendo fedelmente agli stilemi del genere, si segnala per una certa tendenza al realismo, sottolineata da una parte dal carattere solitario del gangster (interpretato dal divo coreano Park Joong-hoon) dall'altra dall'attenzione data alle vane ricerche di un impiago da parte della giovane protagonista, l'emergente Jeong Yu-mi. In un film dal carattere fondamentalmente commerciale, il regista riesce così ad inserire elementi di critica sociale genuini e non pretestuosi, donando inoltre ai caratteri dei due protagonisti uno spessore che facilita l'empatia da parte del pubblico.
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Movieplayer.it
3.0/5