Dei criminali così disorganizzati e sfortunati non si erano mai visti: in Il grande salto, esordio alla regia di Giorgio Tirabassi, anche protagonista insieme a Ricky Memphis, ogni problema di Nello e Rufetto sembra doversi risolvere con un colpo che però non riesce mai. Nelle sale il 13 giugno, il film sulla carta è una commedia, ma in realtà ha anche molti momenti drammatici, risultando alla fine sorprendentemente commovente.
Per Giorgio Tirabassi è l'occasione di mettersi in gioco anche dietro la macchina da presa, portando sul grande schermo due personaggi che aveva già fatto vivere a teatro. In un immaginario in cui i criminali suscitano fascino, come è stato dare forma a due delinquenti sfigati, per cui il crimine non paga? Lo abbiamo chiesto al regista a Roma, durante l'intervista per la presentazione di Il grande salto: "Questi sono dei criminali vecchio stampo, anche per come raccontiamo Roma, come raccontiamo la periferia. Non è una cosa attuale, non si vedono i palazzoni di Tor Bella Monaca, ma mostriamo la vecchia zona, quella antica. Anche loro dei malviventi diversi da quelli che siamo abituati a vedere o che vediamo al telegiornale, quelli di Mafia Capitale. Loro sono vecchio stile: la mattina si alzano col fucile e tentano una rapina che non va mai a buon fine".
Nel film - di cui abbiamo parlato nella nostra recensione de Il Grande Salto - si parla molto del "libro del destino": il personaggio di Ricky Memphis ne parla in continuazione. L'attore ci crede? "Non sono convintissimo che ci sia questo libro del destino: credo che un po' ce lo facciamo da soli e probabilmente c'è un'idea del Padre Eterno per ognuno di noi, però abbiamo tutti talmente libertà che non è detto che quell'idea si realizzi. Ognuno si fa la vita come crede. A questo grande libro del destino qualche volta credo e qualche volta no. È una cosa complicata. Dipende dalle giornate".
La video intervista a Giorgio Tirabassi e Ricky Memphis
Giorgio Tirabassi per la prima volta sul set come regista (o quasi)
Tirabassi è stato regista per finta sul set della serie tv Boris, in cui interpreta Glauco, direttore della fotografia che finge di dover dirigere una scena (momento altissimo): com'è invece stare davvero sul set dietro la macchina da presa? "Tutto un altro stile: credo che se un regista ha le idee chiare e un buon rapporto col proprio ego, riesce a lavorare nel gruppo e diventa un ottimo direttore. Tutto si realizza senza intoppi e nervosismi. Se uno invece ama soltanto se stesso mette davanti a tutto il proprio ego: cosa che non mi appartiene".
Ricky Memphis conferma: "Il vantaggio è che Giorgio è un grande attore ma, probabilmente grazie alla carriera che ha fatto, riesce a essere grande senza avere quell'ego smisurato. L'attore/regista tende sempre a dirti di fare una scena come la farebbe lui, invece lui non l'ha mai fatto".