Il gladiatore scocca la sua freccia
A dieci anni dal film che l'ha fatto entrare nel mito cinematografico nei panni del comandante Massimo Decimo Meridio, il gladiatore Russell Crowe torna ad impossessarsi delle gesta di un altro storico giustiziere, fiero e impavido come il guerriero romano, pronto anch'egli a schierarsi contro i regnanti pur di difendere i diritti dei più deboli, disposto a contrastare con ogni mezzo il nuovo sovrano in ordine di successione e a rinnegare il suo passato di fedele servitore al servizio della corona. Parliamo del leggendario Robin Hood, personaggio tra i più amati e cinematografici della storia britannica, che dopo esser stato interpretato con stili e approcci diversi da due grandi del cinema moderno come Sean Connery e Kevin Costner, ora presta spada, anima e cuore alla forgiatura di Sir Ridley Scott per conquistarsi un posto nella leggenda cinematografica.
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Il film sfrutta forse il trampolino di lancio più prestigioso possibile aprendo con veemenza i battenti del 63° Festival di Cannes ma non è il blockbuster _commerciale che tutti si aspettano. Siamo di fronte ad una rilettura in chiave storico-avventurosa del celebre personaggio che poggia su una ricostruzione storiografica e scenografica a dir poco eccellenti e disegna personaggi amabili, potenti e di grande spessore umano e narrativo a partire da lui, Russell Crowe, senz'altro il Robin Hood più irresistibile e affascinante di tutti i tempi. La passione di Scott per la storia antica, come dimostrano anche I duellanti e Le crociate, torna ad impossessarsi della sua vena artistica spingendolo a fare chiarezza una volta per tutte sulla provenienza e sull'identità vera dell'arciere più famoso del mondo. La storia narrata in questo film non è infatti la 'solita' storia di Robin Hood ma una sorta di _prequel alle vicende raccontate da tutti gli altri film realizzati su di lui prima di questo. E' alla fine del film, infatti, che Robin Locksley diventa Robin 'the Hood', il fuorilegge più popolare e amato della storia d'Inghilterra che vive nascosto nei boschi con la sua comunità rubando ai ricchi per dare ai poveri. E' così che il geniale regista di Blade Runner allontana il più possibile il 'suo' Robin Hood dal cliché, svestendolo di tutte le sfaccettature macchiettistiche affibbiategli nel tempo e di ogni romanticismo gratuito e sdolcinato, restituendo la figura di un ribelle senza tempo un guerriero esperto che vive sulla sua pelle la crudeltà di un'epoca tra le più buie della Storia.
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Non è più il romantico principe dei ladri, non è un bandito ma neanche un eroe troppo buono o con la faccia e le mani troppo pulite, tanto meno è l'uomo in calzamaglia canzonato da Mel Brooks o una 'volpe' come l'ha sempre disegnato la Disney. Il Robin Hood di Ridley Scott è un uomo affranto dalla cupidigia e dalla brutalità del potere, uno che odia i soprusi ed è leale e audace, un arciere infallibile al servizio dei giusti e degli indifesi, un Cupido che scocca la sua freccia di passione dritta nel cuore di tutti gli innamorati del cinema. Un film assolutamente imperdibile.
Movieplayer.it
4.0/5