Il giardiniere, la recensione: al cuor non si comanda...o forse sì?

Al centro de Il giardiniere, nuova miniserie Netflix, un ragazzo incapace di provare emozioni, assassino su commissione, che si innamora per la prima volta e comincia a staccarsi dall'ingombrante figura materna.

Un'immagine promozionale di Il giardiniere

Una madre oppressiva e un figlio manipolabile: una situazione archetipica di tanto cinema horror e non, alla base di Il giardiniere, nuova miniserie di produzione spagnola sbarcata con i suoi sei episodi nel catalogo di Netflix, dove ha conquistato sin da subito l'attenzione degli abbonati. Con una donna a tracci cinica e spietata e un ragazzo altamente influenzabile, il canovaccio si apre a una serie di stereotipi più o meno forzati, con una trama relativamente orizzontale che anche nei presunti colpi di scena si rivela più prevedibile del previsto.

Alvaro Rico Protagonista Di Il Giardiniere
Elmer è Il giardiniere del titolo

Al centro del racconto troviamo per l'appunto il giovane Elmer che, in seguito ad un incidente quando era soltanto un bambino, ha perso la capacità di provare emozioni. Incidente nel quale sua madre - conosciuta come La China - ha invece subito l'amputazione di una gamba. I due gestiscono una grande serra, che è anche la perfetta copertura per la loro attività criminale: la donna infatti, sfruttando il cinismo di Elmer che non sa cosa siano odio e paura, accetta degli incarichi delittuosi da far poi commettere a lui. Ma quando la prossima persona da uccidere è la bella insegnante Violeta e il suo futuro assassino se ne innamora, la situazione prende una piega del tutto imprevedibile.

Il giardiniere: amore che viene, amore che va

Un Immagine Della Serie Netflix Il Giardiniere
Una scena romantica de Il giardiniere

Alquanto paradossale che il voice-over iniziale da parte di China, che ci introduce poi al relativo background del racconto, sottolinei più di una volta l'impossibilità da parte del protagonista di emozionarsi. Anche perché non ci vuol molto che questo assioma venga smentito, con il giovane che si trova a commuoversi durante il finale di Titanic (1997), che tante ghiandole lacrimali ha fatto (ri)scoprire al pubblico di mezzo mondo.

Ed ecco che giù la premessa viene meno, con la successiva cotta nei confronti di colei che avrebbe dovuto diventare la sua prossima vittima. Le sei puntate diventano così un estenuante tira e molla, con Elmer che deve decidere se eseguire gli ordini di quella madre che diventa sempre più insistente e crudele, oppure se ascoltare per la prima volta in vita sua il suo cuore e prendere decisioni di propria sponte.

Un po' poco per il minutaggio complessivo a disposizione, che difatti finisce per ridondare e riciclare passaggi vari e inserire sottotrame gratuite, come la potenziale love-story tra i due anziani investigatori, che stanno indagando su quella apparentemente scollegata scia di omicidi.

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Six feet under

Una Scena De Il Giardiniere
Madre e figlio alle prese con un rapporto morboso

La tensione risulta così annacquata e il motto che sosteneva come "non c'è fertilizzante migliore di un cadavere", a giustificazione del titolo Il giardiniere, perde ben presto di importanza, con la serra e quanto lì sepolto che tornano prepotentemente alla ribalta giusto nell'ultima parte. Ultima parte che non riesce - o meglio non vuole - a chiudere del tutto il cerchio, con tanto di "sorpresa" nell'epilogo e suggestioni su ipotetiche nuove stagioni a venire.

La serie come detto soffre di diversi limiti, e anche le interpretazioni del cast non riescono a dare un minimo di personalità ai rispettivi personaggi: in particolar modo il legame contrastato e sempre più tumultuoso tra Elmer e sua madre, pur a dispetto dell'impegno di Álvaro Rico e Cecilia Suárez, è povero di sfumature. I rapporti stratificati di un Bates Motel sono ovviamente lontani e anche un svolta che ricordasse lo Psyco (1960) originale avrebbe forse avuto più effetto, mentre qui si è preferito un qualcosa di più convenzionale.

Questo l'ho già visto

Un Frame De Il Giardiniere
Una scena de Il giardiniere

Chi ama gli intrecci thriller e polizieschi probabilmente potrebbe apprezzare alcune dinamiche, ma è anche vero che il pubblico appassionato necessita di qualcosa di nuovo e originale, mentre qui il more of the same è dietro l'angolo, con una certa piattezza di situazioni e dialoghi che ricorda molte produzioni recenti tratte dai libri dell'ormai saccheggiatissimo Harlan Coben, autore che proprio su Netflix sembra vivere una nuova giovinezza.

Qui la scarsità di figure al centro della sceneggiatura non permette molti colpi di coda e quell'intreccio che mette già fin troppo chiaramente le carte in tavola castra le sorprese sul nascere. E la costante voce-fuori campo di questa genitrice che pensa unicamente al suo interesse sacrificando la volontà del figlio non fa che confermare questa sceneggiatura a senso unico, che spreca i pur potenziali spunti insiti in un racconto che si adagia su un presupposto scontato e improbabile al contempo.

Conclusioni

L'amore che fa breccia nel cuore del protagonista, un ragazzo che fino ad allora soffriva di una patologia che gli impediva di provare emozioni, rischia di complicare il rapporto morboso tra questi e sua madre. Un legame reso ulteriormente complicato dal fatto che la donna incarica il figlio di eseguire diversi omicidi commissionatile da ricchi clienti e che il giovane, proprio per via della sua condizioni, eseguiva senza batter ciglio. Almeno fino ad ora... Il giardiniere in sei episodi non fa che insistere sull'asfissiante ingerenza materna e sul fatto che, finalmente, l'adesso riluttante omicida si sia innamorato e cerchi la sua indipendenza. Ma se lo spunto nei primi due episodi poteva apparire carico di suggestioni, la sceneggiatura si perde via via in ridondanze inutili e in sottotrame di dubbio gusto, con la tensione e le emozioni che cedono progressivamente il campo alla noia.

Movieplayer.it
2.0/5
Voto medio
4.7/5

Perché ci piace

  • Parte benino...

Cosa non va

  • ...ma la premessa iniziale evapora presto e il racconto si affloscia episodio dopo episodio.
  • Il rapporto tra i tre personaggi principali è prevedibile e forzato.
  • Figure e situazioni secondarie prive di spessore.