Il giallo nella storia d'Italia
Un poliziotto tanto onesto quanto scomodo e testardo s'inoltra in indagini non autorizzate e sfida il sistema per cercare la verità. Il Commissario De Luca, personaggio nato dalla penna del giallista siciliano Carlo Lucarelli, è il protagonista di quattro film tv con Alessandro Preziosi che andranno in onda in prima serata su RaiUno il 27 e 28 aprile e il 4 e 11 maggio.
Le quattro appassionanti storie dirette dalla magistrale regia di Antonio Frazzi sono ambientate in importanti momenti storici italiani lungo il corso del decennio 1938-'48. Il fascismo, la Repubblica di Salò, il movimento partigiano, la liberazione e la nuova Repubblica fanno da sfondo a casi irrisolti o volutamente insabbiati, intrecciano il poliziesco alla storia d'Italia, il noir del cinema anni '30 al realismo delle curatissime ricostruzioni di un'epoca.
Un'occasione per guardare indietro al passato del nostro paese ed emozionarsi nel seguire le pericolose indagini di questo poliziotto incorruttibile che non riesce ad accettare i metodi sbrigativi e disonesti della polizia e i compromessi che la politica impone alla giustizia.
In ognuna delle quattro storie i casi che il commissario si trova a dover risolvere subiscono l'interferenza di autorità o eventi politici, puntualmente in opposizione rispetto al desiderio del protagonista di scoprire e punire i colpevoli. Achille De Luca però non si ferma davanti a niente, non gli interessa fare carriera o risolvere i crimini con facili scorciatoie per semplificarsi la vita. Il commissario sceglie sempre la via più difficile: si basa sul dubbio e lo scetticismo scatena la sua irrefrenabile voglia di scoprire la verità, anche quando la verità non interessa a nessuno, anzi, può dar fastidio a molti. Lui non riesce a lasciar perdere, il senso del dovere lo spinge ad andare avanti a qualsiasi costo e lui è tutto meno che un rinunciatario.
Sono le complicazioni che accendono l'avventura e l'azione, senza tralasciare fugaci incontri d'amore o di sesso che cacciano il protagonista sempre più nei guai: De Luca è infatti un uomo solitario e scontroso che nasconde dietro a uno sguardo accigliato e diffidente un silenzioso potere seduttivo. Sarà per i profondi occhi azzurri di Alessandro Preziosi o per quello spirito passionale e ribelle con il quale affronta sia il lavoro che i rapporti col gentil sesso, ma il giovane commissario, oltre che da omicidi e truffe, si deve districare dalle braccia di femmes fatales e focose notti clandestine.
Preziosi è molto bravo a trasformarsi nel goffo e schivo commissario. Il suo modo di camminare, rimanendo sempre in ultima fila, il suo scontroso rapportarsi agli altri e la difficoltà ad adeguarsi agli usi comuni fanno parte della perfetta costruzione di un personaggio di gran carisma che prende vita dalle pagine di libri avvincenti e arriva in tv senza perdere il suo fascino misterioso.
L'attenzione nella scelta degli interpreti, a partire dai ruoli più piccoli, ha permesso di mantenere un buon livello recitativo in tutto il corso delle quattro storie. Per citare qualcuno degli attori, la bella Kasia Smutniak, per Indagine non autorizzata, Raffaella Rea e Ana Caterina Morariu, presenti in Estate torbida e Via delle Oche, Corrado Fortuna e Rolando Ravello, tra i personaggi fissi. La loro bravura, unita ad una scenografia che fa rivivere gli anni '30-'40 con impressionante realismo, rende il racconto in immagini assolutamente credibile. La cura dei dettagli permette un'immedesimazione straordinaria e fa sì che lo spettatore sospenda la sua congenita incredulità, effetto tanto difficile da raggiungere per le fiction del piccolo schermo italiane.
La regia di Frazzi, poi, segue il personaggio principale comunicando tutta la suspence e la tensione del racconto. La telecamera accompagna la storia mixando fotografie tipiche dei vecchi film classici hollywoodiani a immagini più moderne e originali, inquadrature anche non ordinarie che sottendono un tentativo estetico più alto.
Per tutti coloro che guardano ai prodotti televisivi come costruzioni commerciali di basso valore qualitativo, tanto meno artistico, è giunto il momento di rivedere il proprio punto di vista, perché con gli elementi e gli investimenti giusti, come in questo caso, si può fare buona televisione anche in Italia.