Non è la prima volta che Kim Rossi Stuart ha interpretato un principe: a inizio anni '90 ha raggiunto la popolarità proprio grazie al ruolo del principe Romualdo in Fantaghirò, miniserie ideata da Gianni Romoli e diretta da Lamberto Bava. Quasi 35 anni dopo l'attore è di nuovo un nobile. E non uno qualsiasi: è lui il Principe di Salina, protagonista de Il Gattopardo, serie Netflix che adatta per la tv l'omonimo romanzo di Tomasi di Lampedusa.

In streaming dal 5 marzo, Il Gattopardo è scritta da Richard Warlow e Benji Walters, e vede nel cast Saul Nanni e Deva Cassel, rispettivamente nei ruoli di Tancredi e Angelica, e Benedetta Porcaroli, che interpreta Concetta, figlia di Don Fabrizio. Il suo personaggio è la più grande novità di questa versione: se infatti nel libro e nel film di Visconti è semplicemente la cugina che Tancredi rifiuta in favore della più bella Angelica, qui il suo punto di vista diventa fondamentale. È lei a contestare la figura paterna.
Nella nostra intervista l'attore e il regista Tom Shankland ci raccontano come hanno costruito il personaggio di Don Fabrizio Salina: dall'aumento di peso alla creazione del "prince power", come lo chiama l'autore inglese, ovvero quell'aura di potere che lo avvolge. Rossi Stuart ci ha anche scherzato su cosa direbbe il Principe a Romualdo: "Penso che gli direbbe: ma dove vai vestito in quel modo indecoroso? Ma non ti vergogni con quel pellicciotto?!".
Il Gattopardo: intervista a Kim Rossi Stuart e Tom Shankland
Nei primi episodi de Il gattopardo, nel rispondere ai figli, preoccupati per l'avanzare della spedizione dei Mille guidati da Giuseppe Garibaldi, il Principe di Salina dice: "La nostra vanità è più forte di qualsiasi esercito". La vanità è quindi un aspetto importante del personaggio?
Kim Rossi Stuart: "La vanità è talmente connaturata all'essere umano che è un aspetto su cui non c'è stato tanto bisogno di lavorare! Il Principe è un essere molto autoreferenziale, certo. E diciamo che anche io di vanità ne ho abbastanza di mio, quindi non ho dovuto sforzarmi troppo su questo. Ho dovuto impegnarmi a prendere peso, sono ingrassato 13 chili, e ho cercato di inventarmi una voce che non avevo. Essere vanitoso non è stato così difficile".
L'entrata in scena del Principe di Salina

La scena in cui vediamo per la prima volta Don Fabrizio è spettacolare: arriva in carrozza, con cappello e sigaro, in una posa plastica. Il regista ci racconta come l'hanno girata: "Volevamo creare una sensazione di mistero. Abbiamo parlato molto del _prince power. Dovevamo dare un'idea del suo potere. Quindi ci siamo domandati come mostrarlo la prima volta, per il suo ingresso in scena. All'inizio abbiamo pensato di non farlo scendere dalla carrozza: doveva semplicemente guardare dal finestrino. Poi invece Kim ha suggerito che sarebbe stato meglio fargli annusare l'aria e poi farlo salire con slancio sulla carrozza. Sta andando a recuperare Concetta attraverso le barricate. Ne abbiamo girate 4-5 versioni, poi Kim è arrivato con il sigaro: per me è stata una bellissima sorpresa. Lì, con quel sigaro in mano, ho capito che avevamo un super prince power!_".
Un personaggio a cavallo tra passato e futuro
Il Principe di Salina è una figura lontanissima da noi (chi può anche solo sognare tutto quello sfarzo e privilegio?) e contemporaneamente molto vicina, perché vede la fine di un mondo e l'inizio di un altro. Oggi siamo in una situazione simile: il Novecento è ormai definitivamente alle spalle e c'è tutta una nuova era da comprendere. Pensiamo al cinema: lo streaming ha cambiato tutto. Quindi, nonostante sia un personaggio creato 70 anni fa, è ancora una figura modernissima?

Kim Rossi Stuart: "Tantissimo. Ho avuto un vero e proprio cortocircuito con questo personaggio. Questo aspetto è stato predominante: la mia personalissima sensazione, che condivido con tutti, perché effettivamente abbiamo vissuto un ventennio di trasformazione repentina e radicale, sconvolgente più che in altri momenti storici, è che ci troviamo in un punto nodale della storia. Con la tecnologia poi questa sensazione è diventata spaventosamente forte. Io mi sento un dinosauro! Appartengo effettivamente a un'altra epoca e quindi questo tema, che è così forte nel Principe, in me ha risuonato moltissimo. Moltissimo. Sono stato trascinato da questo personaggio, così tanto che, a livello emotivo, mi sono ritrovato in delle scene in cui non avevo fatto, consapevolmente, nessun lavoro. Questo soprattutto in relazione al lavoro con Benedetta Porcaroli, che interpreta mia figlia, Concetta, e all'idea di appartenere a un mondo passato e al dover accettare questo cambiamento".