Passato senza lasciar traccia nell'estate di un anno fa nelle sale, adesso è possibile riscoprire Piede di dio grazie alla recente uscita in homevideo targata Koch Media. Suscita sempre una certa curiosità un film sul calcio, o meglio con il calcio sullo sfondo perché in realtà l'opera prima di Luigi Sardiello (già docente di scrittura, sceneggiatore e direttore di una rivista di settore) punta a sfruttare lo sport nazionale per dipingere uno spietato ritratto dell'Italia: il calcio diventa così metafora di un sistema basato solamente sul dio denaro (spesso solo virtuale), sul potere dei media e degli intrallazzatori di ogni tacca che su questo sistema ci campano e sguazzano, vivendo quasi sempre al di sopra delle proprie possibilità.
Il protagonista è Michele, un osservatore a caccia di talenti, interpretato da un Emilio Solfrizzi bene in parte. Un giorno in Puglia scopre Elia (Filippo Pucillo), diciottenne dal piede magico ma un po' ritardato e con un cervello da dodicenne, anche a causa di un trauma familiare. In lui il talent-scout vede la soluzione a tutti i suoi problemi, ne diventa il manager e cerca di introdurlo nel grande calcio. Ma l'innocenza e l'ingenuità del ragazzo si scontreranno con il cinismo di un mondo sempre più corrotto popolato da rapaci affaristi.
In Piede di dio (che ha vinto anche numerosi riconoscimenti in Italia, oltre a rappresentare il nostro cinema nel N.I.C.E. Film Festival di Mosca e San Pietroburgo 2009 e nel prossimo Festival Internazione di Odessa 2010) le intenzioni di Sardiello sono lodevoli: l'ambizione è quella di emulare la tradizione della commedia italiana, quella che sa fa ridere e piangere allo stesso tempo. Il regista però ci riesce solo in parte: alcune parti sono buone, altre trovate sembrano invece un po' banali, delle cadute di tono che però a un'opera prima si possono perdonare.
Fa il suo dovere anche l'audio, un semplice dolby digital 2.0 comunque sufficiente per le tematiche del film, basato soprattutto sui dialoghi e qualche accompagnamento musicale ben riprodotto. I parlati sono sempre chiari e puliti, discreti pure gli effetti sui campetti di calcio di periferia, anche se non c'è la spazialità e la dinamica di una traccia multicanale.
Scarsi purtroppo gli extra: troviamo solamente il trailer, una scena eliminata e un'intervista di 7 minuti al regista Luigi Sardiello (durante le quali scorrono fotogrammi del film e dal set) che racconta la genesi di Piede di dio e alcune curiosità sulla lavorazione.