Un po' di passaparola, alcune proiezioni nei cineclub, qualche iniziativa per autofinanziarsi e soprattutto un'agguerrita campagna promozionale via web: ed ecco che anche un film girato in pratica a budget zero riesce a guadagnarsi la distribuzione in DVD. E' successo per La banda del Brasiliano, film nato dalla passione del collettivo John Snellinberg, un gruppo di attori, tecnici e artisti toscani che sono riusciti grazie a un accordo con la CG Home Video a vedere realizzata la distribuzione ufficiale in home-video della loro opera.
La trama è semplice: nella provincia di Prato una banda (i componenti si chiamano il Biondo, il Muto, il Randagio e il Brasiliano) viene ritenuta responsabile di alcuni sequestri di persona, e persino dell'omicidio di un bambino. La polizia indaga, fra loro l'acciaccato, stanco e ormai disilluso ispettore Brozzi, uno squisitamente stropicciato Carlo Monni.
Sono in cerca di ricatti? No, tutt'altro. Esprimono invece la rabbia, la violenza e il disagio di chi vive sulla propria pelle un conflitto generazionale e getta le colpe sui più anziani per un mondo totalmente allo sfascio, che non è come loro vorrebbero e che li costringe a un'eterna condizione di precariato. Sul tema si innesta la nostalgia per un mondo anche cinematografico che non c'è più, quello dei poliziotteschi anni Settanta, che il film cita e a cui si rifà continuamente anche nello stile e nel linguaggio.
Il tutto shakerato con una vena satirica e un'ironia arguta tipicamente toscane. I risultati sono apprezzabili anche sul piano stilistico: qualche ingenuità è comprensibile, i mezzi di fortuna sono evidenti, ma la passione c'è e il film scorre via deciso grazie anche a uno spiccato senso del montaggio.
Meglio l'audio, una traccia stereo che nonostante pecchi di dinamica e spazialità, risulta quantomeno pulita e chiara. La riproduzione dei dialoghi e delle musiche è quasi sempre buona, appena qualche parlato suona un po' rimbombante in certi ambienti.
Dove l'edizione fa un deciso salto di qualità è invece negli extra, davvero sorprendenti per un film di questo tipo. Innanzitutto troviamo la versione integrale del "film nel film" di Luke Tahiti Gioventù, droga e violenza: la polizia interviene, di circa 10 minuti.
Segue un frizzante backstage, quindi un'intervista agli autori del saggio Non è un paese per giovani, di Elisabetta Ambrosi e Alessandro Rosina, lucida analisi sul precariato sociale e sulla gerontocrazia italiana. Concludono il tutto una galleria fotografica, la scheda di Carlo Monni, e un'altra che spiega cos'è il collettivo John Snellinberg. La frase chiave è tutta un programma: Amiamo il cinema d'autore e i b-movie. Odiamo tutto quanto sta in mezzo.