"La miglior storia di vendetta mai raccontata". Così ha definito il romanzo di Alexandre Dumas Bille August, regista che si è occupato di dirigere il nuovo adattamento televisivo del classico della letteratura Il Conte di Montecristo. A presentarlo con lui alla Festa del Cinema di Roma 2024 parte del cast italiano e straniero che ha preso parte a questa grande co-produzione internazionale in costume come oramai d'uso per questo tipo di prodotti in Rai, dove arriverà nel 2025 in quattro serate.
Il conte di Montecristo: tutto quello che c'è da sapere sulla serie tv
Cosa dobbiamo aspettarci da questa ennesima rilettura? Tanto che è in arrivo anche un film del duo Alexandre de la Patellière - Matthieu Delaporte, presentato a Cannes, tratto dal romanzo. Continua August: :"Il protagonista non vuole solamente uccidere le persone che hanno causato la sua rovina ma anche pianificare tutto in modo sofisticato e metodico, danneggiare la loro reputazione, ma non sa che vendicare queste persone ucciderà anche la sua possibilità di amare di nuovo"_. Un'interessante chiave di lettura che traspare da ciò che abbiamo potuto vedere in anteprima alla Festa di Roma.
L'intento della massiccia produzione - che comprende Palomar, Demd Productions, Rai Fiction, France Télévisions, Mediawan Rights ed Entourage Media - come ha dichiarato lo stesso regista, era di non realizzare l'ennesima serie in costume bensì un prodotto che si basasse sull'interazione tra i personaggi in modo che il pubblico potesse immedesimarsi e avvicinarsi a loro. La serie sarà composta da 8 episodi di 50 minuti ciascuno, suddivisi in quattro prime serate su Rai1.
Il protagonista della miniserie Rai
Il nuovo Conte di Montecristo è interpretato da Sam Claflin, che qualcuno potrebbe aver apprezzato di recente in Daisy Jones & The Six. Racconta l'attore: "Penso di essere stato fortunato ad aver partecipato a questo progetto perché non è un film ma una serie tv. Abbiamo quindi avuto otto ore di tempo per raccontare la storia e soprattutto per approfondire non solo Edmond Dantes ma anche i personaggi che gli ruotano intorno, proprio come fa l'originale cartaceo, per comprendere meglio il protagonista. Il lettore (e ora anche lo spettatore) può scomparire nel mondo di Dantes. Penso che i personaggi più interessanti da interpretare siano quelli che non è così semplice capire".
Continua Claflin: "Non avevo letto il romanzo prima di partecipare alla serie pur conoscendo la storia, e ho recuperato in fretta prima di iniziare le riprese. Penso però che in generale se c'è un libro di partenza questo non dovrebbe diventare la Bibbia a cui fare sempre affidamento pur rimanendo fondamentale, perché raccontiamo la versione di Bille e non quella di Dumas. Un film è un'esperienza collaborativa o almeno tale dovrebbe essere, e anche noi attori ci mettiamo del nostro nel processo di traduzione. Io che ho una preparazione teatrale poi, so bene che la base non si cambia ma non è nemmeno la guida totale. Non bisogna che il personaggio suoni come l'interprete, ma viceversa".
L'Abate Faria: una guida
Il grande Jeremy Irons ha una piccola ma fondamentale parte ovvero l'Abate Faria che in prigione guida il protagonista verso una nuova libertà. "Ho un ruolo contenuto ma devo portare la saggezza a Edmond, si tratta della mia terza collaborazione con Bille e ho accettato perché lui capisce quello di cui parla ciò che andiamo ad adattare, arriva alle reali emozioni. Quando ho visto i primi quattro episodi ero a Los Angeles, che è una città piena di suggestioni visive, e l'ho trovato di una semplicità ed efficacia disarmante, è raro di questi tempi".
A quel punto l'attore propone una riflessione forse semplice, forse banale, ma potentissima, soprattutto in questo periodo storico tossico in cui viviamo che ci ha scaldato il cuore e ha fatto scattare l'applauso tra i giornalisti: "La vendetta è uno spreco della vita. Perdiamo troppo tempo concentrandoci su ciò che non abbiamo, bisogna invece perdonare e andare avanti. Se ti scusi per ciò che hai fatto, ti perdono, altrimenti ti ignoro e vado avanti. Siamo su questa Terra una volta sola e perdere quel poco tempo con questo tipo di atteggiamento è davvero assurdo".
Gli interpreti italiani del cast
Passiamo al cast italiano, presente in parte alla Festa, del Il conte di Montecristo, una storia di ingiustizie. Continua Michele Riondino, che interpreta Jacopo: "Qualche ingiustizia la trovi sempre in tempi normali, oggi ce ne sono fin troppe. Il tema della rivincita è attuale perché per elaborare il senso di pianificare una vendetta bisogna scendere nei bassifondi dell'animo umano. Succede quando si è incattiviti, quando hai fame di giustizia e ci è stato tolto qualcosa che era fondamentale per noi, saremmo disposti a tutto pur di fare giustizia più che di riottenere ciò che ti hanno tolto".
Interessante la sua lettura del personaggio: Jacopo è un'emanazione di Edmond come se fosse sia il braccio che la mente, quando quest'ultima è chiamata a giustificare le azioni che il Conte vuole compiere per mettere in atto la sua vendetta. A volte è una sorta di coscienza, a volte è vendetta pura. Ognuno di noi, secondo lui, ha in sé questi due aspetti quando ha a che fare con la voglia di riscatto.
Gabriella Pession, che ha già lavorato in altre co-produzioni internazionali e lì vi ha conosciuto anche il marito Richard Flood dice: "Questo racconto va a toccare quel brodo primordiale in cui ognuno di noi può diventare il peggio di sé". Nicolas Maupas invece, sempre più sulla cresta dell'onda, è Albert. Secondo il suo interprete, un personaggio molto chiaro e cristallino, non stratificato.
Confida: "Anzi talmente poco che quando incontra un contrasto lo subisce, perché non riesce a giocare d'astuzia come Dantes, è sincero, ed è stato bello portare in scena la credenza dei propri valori. Bille mi diceva sempre che incarna la giovinezza. Ha il timore di quello che può succedere alla propria famiglia ed è ben consapevole di ciò che gli accade intorno ma nonostante questo riesce a mantenere una sorta di purezza ". Nel cast italiano anche Lino Guanciale.
La regia di Bille August
Karla-Simone Spence è Haydée, una giovane donna forte nonostante tutto ciò che ha passato. Proprio questa sua resistenza l'ha aiutata a capire meglio il personaggio, umile e affettuoso vicino a Edmond. August si è dovuto muovere come il suo protagonista in un certo senso, scegliendo i migliori attori per quella messa in scena, puntuale e rigorosa ma non pomposa, che richiama molto bene le pagine del romanzo e la caratterizzazione dei vari personaggi.
Spiega il regista: "Quando scegli un romanzo come base per un film o una serie devi trovare la storia nella storia altrimenti è letteratura per immagini e non serve a niente. Devi poi rimanere fedele a quella storia. Realizzare questo show mi ha ricordato incredibilmente un'intervista di Richard Nixon subito dopo lo Scandalo Watergate in cui sottolineava che 'possono odiarti, umiliarti, buttarti a terra, ma non è importante fintanto che cominci a farlo a tua volta, facendoti mangiare dal di dentro".