Di anniversari e documentari che celebrino l'importanza di vari titoli nella storia della serialità ne siamo pieni, proprio perché stiamo festeggiando le ricorrenze legate alla vera e propria Golden Age della TV, tanto generalista quanto via cavo (i servizi streaming non esistevano ancora). Molte le celebrazioni che ricorrono nel 2024 e tra queste sicuramente spiccano i 25 anni di un cult che ha cambiato non solo la tv ma l'archetipo della figura del mafioso nelle gangster story.
Stiamo parlando de I Soprano e, come spesso capita per le sue properties, HBO Max ha realizzato il documentario in due parti I Soprano. La vera storia, disponibile in esclusiva su Sky Documentaries e in streaming solo su NOW (dove sono disponibili tutte le sei stagioni della serie originale, anche on demand). Che cos'ha di particolare questo progetto rispetto agli altri? Il punto di vista.
Tutto parte dalla scrittura
Intitolato in originale Wise Guy: David Chase and The Sopranos, il doc in due parti ci ricorda l'importanza della sceneggiatura nella serialità, soprattutto rispetto al cugino più grande, il cinema. La figura principale nella produzione di una serie tv è infatti lo showrunner, ovvero colui che tiene le fila della scrittura di tutte le stagioni che la compongono, che conosce i personaggi e la loro evoluzione per sommi capi fin dall'inizio - nella cosiddetta Bibbia, un vero e proprio faldone pieno di informazioni per gli autori e per i registi dei vari episodi, che differiscono di puntata in puntata. Oltre ad una lavagna che sembra quella uscita da un true crime con tutte le foto appese e i fili a collegare le varie informazioni.
Il meccanismo è ovviamente cambiato con l'avvento dello streaming e degli universi condivisi (la Marvel ha "inventato" la figura dell'Head Writer, che non ha potere finale decisionale come invece accade allo showrunner). Per ricordarne l'importanza all'industria ci sono stati tre importanti scioperi nella storia della tv, che hanno fermato e rallentato quel mondo proprio per ricordare che senza di loro non si va da nessuna parte. Rispetto al titolo italiano più canonico, quello originale del documentario celebra proprio quest'aspetto.
25 anni de I Soprano
A colpire è il montaggio del documentario, che affianca le scene cult della serie alle sequenze delle interviste realizzate per il progetto. A partire da quella del pilot in cui James Gandolfoni nei panni di Tony Soprano fa il suo primo ingresso nello studio della dottoressa Jennifer Melfi (Lorraine Bracco), e in parallelo David Chase entra nella stanza allestita per l'intervista dal regista Alex Gibney. Si instaura così un vero e proprio dialogo che - pur se intervallato dalle testimonianze degli interpreti sopravvissuti (Gandolfini stesso ricordiamo ci ha lasciato nel 2013 e il figlio ha interpretato Tony da giovane nel film prequel I Molti Santi del New Jersey) e di altre testimonianze storiche di chi non c'è più - rimane centrale nella narrazione scelta per il doc.
Ciò lo rende originale e peculiare perché parte proprio dal background familiare e lavorativo del creatore che al successo di quella serie deve la propria notorietà. L'uomo racconta così come inizialmente fosse un film divenuto presto l'episodio pilota di una serie tv, che nessun network sembrava voler comprare finché non fu HBO - già lungimirante all'epoca - a volerci scommettere. C'è una vera e propria destrutturazione e ricostruzione della figura del gangster nel serial, ed è da quella che parte tutto il racconto durato per ben sei stagioni e 88 episodi, dal 1999 al 2007 (di cui l'ultima divisa in due parti, prima di Breaking Bad, che arriverà subito dopo). Un anti-eroe come protagonista, dal suo punto di vista.
I Soprano: 5 motivi per cui la serie ha cambiato il mondo televisivo
La serie HBO è un cult tra i grandi
Incredibile (ri)pensarci ora, eppure andò proprio così e Chase portò tutta la propria visione artistica, soprattutto attraverso quello che era anche un family drama in tutto e per tutto - d'altronde la famiglia è sempre stata cardine in tutte le mafia story - e in cui le figure femminili tanto quelle maschili nella vita del protagonista diventano fondamentali per la sua crescita e la sua auto-analisi, per scavare dentro le proprie contraddizioni e la propria depressione: dalla madre Livia - uno dei 'villain' migliori della storia della serialità - alla moglie Carmela.
Fondamentali oltre alle parole del creatore sono quelle degli altri autori della writer's room, che diventano più importanti degli interpreti poiché hanno dato vita a quei personaggi sulla carta prima che sullo schermo. Insieme ai provini inediti ed esclusivi filmati dietro le quinte della realizzazione de I Soprano. Un fenomeno culturale che influenza la serialità ancora oggi, se pensiamo al recente The Penguin con Colin Farrell e che ha fatto parlare di sé fino al controverso finale, con quei minuti a nero che vengono meta-utilizzati anche nello stesso I Soprano. La vera storia.