Tony Soprano sta per tornare sotto nuova forma grazie all'arrivo il 18 febbraio su Infinity de I molti santi del New Jersey, il film prequel pensato e fortemente voluto per il grande schermo dal creatore de I Soprano David Chase e che ora arriva anche On Demand. Scopriamo allora insieme i motivi per recuperare a tutti i costi I molti santi del New Jersey, il prequel de I Soprano.
Giocare in casa
A contribuire a ricreare un'atmosfera simile e nostalgica per uno dei prodotti che ha segnato la storia della serialità televisiva ci ha pensato chi sta dietro alla realizzazione de I molti santi del New Jersey. Il film prequel è infatti scritto da David Chase e Lawrence Konner, rispettivamente creatore e autore de I Soprano (in onda su HBO dal 1999 al 2007, lo ricordiamo) e diretto da Alan Taylor, regista di moltissimi prodotti televisivi che guardando al grande schermo di HBO, e di vari episodi del serial che ha riscritto il concetto di gangster story in tv. Tra questi, ricordiamo, il 18° episodio della sesta ed ultima stagione della serie, Veglie funebri (Kennedy and Heidi), per il quale ha vinto l'Emmy e importantissimo non solo per la mitologia della serie, ma soprattutto per la storia di questo prequel.
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La ciclicità e crudezza della vita
A proposito di mitologia, questo film prequel ci mostra una ciclicità quasi da tragedia greca del mondo mafioso e criminale, con l'origin story non tanto di Tony Soprano (qui interpretato dal vero figlio del compianto James Gandolfini) ma del suo rapporto con il nipote Chris Moltisanti (Michael Imperioli, voce narrante del film) che è speculare a quello con il padre di quest'ultimo, Dickie Moltisanti (Alessandro Nivola), protagonista di questo prequel e zio di Tony. Il loro rapporto fatto di contrasti e affermazione del potere sembra destinato a concludersi in un solo modo, com'è comune nel mondo della criminalità organizzata. Una vita senza via d'uscita e senza speranza, proprio come la crudezza e schiettezza degli scontri delle rivolte di Newark negli anni '60 mostrate nel film, in modo decisamente meno grottesco e più realistico rispetto a quanto fatto ad esempio in Fargo La Serie.
Effetto nostalgia
Proprio nello spirito di un effetto storico di nostalgia, tanto di moda in questi tempi, sono curatissimi tanto la scenografia di Bob Shaw (anche lui parte della crew de I Soprano) quanto i costumi di Amy Westcott volti a ricreare l'atmosfera della New York anni '60, complice anche la fotografia di Kramer Morgenthau che gioca con luci e chiaroscuri per mostrare il doppio volto della città che non dorme mai e soprattutto dei personaggi che la abitano. Uomini e donne destinati come dicevamo a ripetere gli errori e a seguire il DNA dei propri genitori, o ancora meglio da un'entità superiore, dagli déi di antica leggenda che decidono il destino degli uomini a seconda dei propri capricci.
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In nomen omen
Fin dal titolo il film è un gioco di parole che racchiude al suo interno più storie e più significati, non solo per il rapporto con la religione data l'origine italo-americana di tutti i personaggi, ma anche e soprattutto per il cognome di Dickie e Christopher, che si rivelerà una costante nella vita di Tony - emblematica è la scena in cui un Chris neonato piange in braccio a un Tony adolescente, quasi presagio di ciò che accadrà. Ci sono poi tutte le strizzate d'occhio alla serie originale, con l'apparizione delle versioni giovani di molti dei personaggi che i fan hanno amato nello show cult. Vera Farmiga dipinge perfettamente una Livia folle che renderà la vita di Tony un inferno anche nella serie. E ancora Corrado Junior Soprano (Corey Stoll), che non vedrà mai Tony all'altezza dei propri compiti, e quelli che diverranno amici e consiglieri dii Tony, Paulie "Walnuts" Gualtieri (un quasi irriconoscibile Billy Magnussen) e Silvio Dante (John Magaro). Per poi tornare al nucleo degli affetti familiari, dal padre di Tony (un inedito Jon Bernthal) alla sorella Janice (Alexandra Intrator) o ancora a una giovanissima Carmela (Lauren DiMario).
Woke up this morning...
I molti santi del New Jersey finisce come inizia la serie, con quel brano oramai divenuto cult, "Woke up this morning" che riassume perfettamente il tono del racconto. Un racconto che oltre alla dimensione psicologica del serial anticipa l'importanza di quella familiare, del nucleo a cui si ritorna ciclicamente nelle storie di mafia, origine delle più grandi gioie dei protagonisti ma anche dei loro più grossi problemi. In fondo Dickie stesso si ritrova sopraffatto dai propri doveri proprio come sarà per Tony nella serie originale, chiudendo un cerchio in modo quasi poetico e utilizzando un gangster movie in fondo classico ed estremamente crudo e fatto di sangue per svelare molti più strati nella narrazione e dei suoi messaggi, riflessioni e significati.