I delitti del capitalismo
Si potrebbe discutere a lungo della necessità di portare nuovamente sul grande schermo il romanzo Delitto e castigo di Dostoyevsky, visto che si tratta di uno dei romanzi più adattati della storia della letteratura. Ma non è questo il difetto peggiore di questo Student di Darezhan Omirbayev, il regista kazako infatti dichiara di aver voluto fare questo film per parlare della condizione di alcuni giovani di oggi, che non sono necessariamente quelli costantemente attaccati al telefonino o ad internet, ma ci sono invece anche giovani che hanno ancora valori e ideali.
Immaginiamo, con poco timore, quindi che un esempio di questi giovani di cui parla possa essere Ali, il giovane studente di filosofia protagonista del film che dopo aver ascoltato una lezione universitaria in cui si parla di capitalismo e individualismo, decide di testare personalmente queste teorie uccidendo un negoziante per derubarlo ma finendo con l'uccidere anche un'altra povera ragazza di passaggio. Poco dopo Ali conosce un ex poeta, una volta fiore all'occhiello del partito socialista, adesso ubriacone squattrinato, e dopo averlo riaccompagnato a casa si innamora della figlia sordomuta, la bella Saniya. Omirbaev si limita quindi ad adattare il plot ed il discorso di Dostoyevsky a quello che più gli interessa, ovvero una critica al capitalismo, alla società occidentale ormai sempre ossessionata dai soldi, dal successo, dall'apparire piuttosto che essere. Niente di originale insomma, sopratutto se realizzato con pochissimi mezzi, interpretazioni monotone e dialoghi e sceneggiatura praticamente inesistenti. Certo, per chi vuole un vero approfondimento dei temi e del messaggio dostoyevskyani c'è sempre il romanzo, ma allora torniamo alla domanda iniziale: era proprio necessario questo adattamento?Movieplayer.it
2.0/5