Sean Bean è ormai notoriamente uno degli attori che muore di più sullo schermo. Non solo: negli ultimi dieci anni è anche diventato, soprattutto grazie al ruolo di Eddard "Ned" Stark in Game of Thrones, la figura paterna di riferimento. Almeno prima che Pedro Pascal cercasse di rubargli il trono di padre più amato di Hollywood. Anche in I Cavalieri dello Zodiaco interpreta un padre: è Alman Kiddo, che cresce la piccola Sienna (Madison Iseman) come se fosse sua figlia. La bimba però non è una umana qualsiasi: è destinata a trasformarsi nella dea Atena.
Nelle sale italiane il 26, 27 e 28 giugno, I Cavaleiri dello Zodiaco di Tomek Bagiński si ispira al manga Saint Seiya - I Cavalieri dello zodiaco di Masami Kurumada. Alman Kiddo è alla ricerca i leggendari guerrieri perché possano proteggere Sienna. A interpretare Seiya di Pegasus è Mackenyu (figlio dell'attore e artista marziale Sonny Chiba), che può diventare un cavaliere di bronzo della costellazione di Pegasus.
In occasione dell'uscita del film I Cavalieri dello Zodiaco, abbiamo raggiunto Sean Bean, che ci ha raccontato qualcosa in più di questo padre e soprattutto ci ha svelato il segreto di come riesce a piangere in scena.
I Cavalieri dello Zodiaco: intervista a Sean Bean
I Cavalieri dello Zodiaco: perché è un film per i fan e non solo
I Cavalieri dello Zodiaco: Sean Bean è Alman Kiddo
In questi ultimi dieci anni è stato il padre per eccellenza. Pedro Pascal sta cercando di rubarle il trono, ma, secondo me, ci è ancora seduto sopra. Visto che interpreta un padre anche in questo film, cosa ci vuole per essere un buon padre, secondo lei?
Prendersi cura, dimostrare ai tuoi figli che li ami. Come ogni padre.
I 30 anni dei Cavalieri dello Zodiaco: 5 lezioni che hanno lasciato il segno
Questo padre cerca di far apprezzare alla figlia il suo dono. Non è facile. Come si fa?
Penso che Sienna apprezzi il suo dono e chi sia. Quando la conosciamo è una bambina, stretta tra le braccia da un uomo ferito, che si rivela essere un Cavaliere dello Zodiaco. La cresciamo come se fosse nostra, mia moglie, Guraad, e il mio personaggio. Ce ne occupiamo come farebbe qualsiasi genitore. C'è un incidente, causato da Sienna, che danneggia Guraad: e da quel momento si preoccupa delle conseguenze per la società. Perché si trasforma nella dea Atena. Io non perdo il mio amore per lei, credo in lei. La tengo molto vicina.
Sean Bean su pianto, eredità ed essere un villain
Si parla tanto della sua abilità a morire sullo schermo. Ma penso che non si parli abbastanza di quanto sia bravo a piangere. Qual è la sua tecnica? Ha un metodo per piangere davanti alla telecamera?
No in realtà. Penso al momento, all'impatto che quella scena ha su di te nel tuo cuore, nella tua anima. Viene spontaneo. A volte è difficile: se ti metti troppo sotto pressione non piangi, se ci provi e succede magari è un caso. Di solito metto la testa giù: così non si vede se ci sono le lacrime!
A proposito di eredità: ha interpretato tanti personaggi leggendari: quale vorrebbe che fosse il personaggio a cui la gente pensa quando ricorda la sua carriera?
Non ci penso. Penso solo a fare un buon lavoro.
Ha interpretato tanti villain, poi è diventato il padre per eccellenza. Visto che ha interpretato sia eroi che villain, secondo lei cosa ci vuole per essere un villain?
Dipende dal personaggio che stai interpretando. Un villain non pensa di esserlo: ha le sue motivazioni, che magari possono sembrarci assurde, ma ci crede. È la stessa cosa per gli eroi. Non mi sono mai lamentato di interpretare villain, perché spesso sono i ruoli più succosi: puoi fare tutto quello che vuoi, fare tante cose pessime, mi piace. Gli eroi sono meno interessanti.