Alla conferenza stampa di Giù Per Il Tubo schierato assieme alla star Hugh Jackman c'è il gotha dell'animazione non-Disney mondiale. Alla sua destra Jeffrey Katzenberg, produttore cresciuto nella casa di Topolino (sua l'idea alla base di Il Re Leone) e poi migrato alla Dreamworks dove ha prodotto Galline In Fuga, Shrek e Shark Tale e i registi, gli inglesi Sam Felle David Bowers, quest'ultimo già art director per il lungometraggio premio Oscar Wallace & Gromit - La Maledizione Del Coniglio Mannaro.
I legami con i cartoni in plastilina animati in stop-motion infatti sono più di quelli che si creda.
Giù Per Il Tubo è una coproduzione Dreamworks/Aardman e quest'ultimo è per l'appunto lo studio di produzione di Wallace & Gromit. Normale allora che i personaggi del film, benché realizzati interamente al computer graphic, siano disegnati imitando le forme dei modelli di plastilina caratteristici di Nick Park.
A dare la voce al protagonista è per l'appunto Hugh Jackman che raggiante dichiara di non aver fatto il film solo per i figli "ma anche per me stesso perchè sono un fan dell'animazione Dreamworks e di Wallace & Gromit percui ho accettato senza nemmeno leggere lo script. Come padre so che quando un film piace ai bambini questi lo vedono 50-60 volte e dato che mio figlio alla fine del film ha detto che per lui è il più bel film che abbia mai visto penso che lo rivedrò spesso...".
Entusiasta del progetto ma anche della riuscita finale della sua prestazione, Jackman sostiene infatti di sentirsi sempre in una strana posizione quando si rivede recitare sullo schermo, mentre doppiare gli dà un altro effetto, riesce a godersi meglio il film.
Anche il lavoro del resto è molto diverso "è come lavorare alla radio perchè iniziamo con le immagini e un'idea generale, poi creiamo la voce e il carattere del personaggio passo passo con l'animazione. Le due cose vanno in parallelo ed è un onore essere parte di questo processo creativo". Ma alla fine sembrano essere gli aspetti collaterali dell'aver girato questo film ad appassionare di più l'attore australiano: "Per quanto mi riguarda poi finalmente faccio un film di hollywood che i miei figli possono guardare e poi con il merchandising che ne deriverà potrò giocare con loro senza rischiare di infilzarli come con quello di Wolverine!".
Giù per il Tubo è la seconda di cinque pellicole che l'americana Dreamworks ha in programma di realizzare con l'inglese Aardman, un sodalizio che sempre di più sembra soddisfare entrambe le parti anche se sembra non ci sia margine per cartoni che non siano commedie: "Alla Dreamworks cerchiamo di continuare ad innovare" ha detto Katzenberg "dare agli spettatori esperienze visive mai viste e narrare storie fresche e nuove. Per il momento ci sembra che la commedia sia il genere che meglio sia adatta". E se non c'è spazio per altri generi di certo non ce n'è nemmeno, almeno al momento, per l'animazione bidimensionale. Sempre Katzenberg infatti ha spiegato come l'animazione 2D vada reinventata, "come tecnica ha ancora molto da offrire ma deve essere usata in una maniera nuova, non si possono più fare cartoni alla vecchia maniera, perchè quelli in computer grafica sono molto immersivi ed hanno segnato uno standard a cui il pubblico si è ormai abituato. A questo punto l'animazione 2D, se vorrà tornare in auge, dovrà colmare questo gap. Non so come possa fare, ma credo che accadrà.". I prossimi progetti di animazione Dreamworks infatti saranno sempre in tre dimensioni, sia il terzo capitolo di Shrek, in uscita quest'estate, che Bee Movie, cartone scritto e prodotto da Jerry Seinfield.
Più spinosa la questione riguardo i soggetti. Non è un mistero che in questi ultimi anni di animazione 3D misteriosamente i soggetti degli studi rivali tendono a somigliarsi molto. Z la formica e A Bug's Life, Alla Ricerca Di Nemo e Shark Tale, Madagascar e Uno Zoo In Fuga, Boog e Elliot a caccia di amici e La Gang Del Bosco fino appunto a Giù Per Il Tubo che precede di quasi un anno Ratatouille, il prossimo cartone della Pixar. A questo Katzenberg non sa dare una risposta precisa ma individua la causa nell'immaturità del genere, "credo che nei prossimi 2-3 anni vedremo che le idee si differenzieranno di più, perchè in fondo non è una cosa voluta da nessuno".