House of the Dragon 2, la recensione del quarto episodio: un drago per un drago

Il quarto episodio della seconda stagione di House of the Dragon (2x04) mette fine ai tentennamenti e passa all'azione: la Danza dei Draghi ha inizio e non si può più tornare indietro. Dall'8 luglio su Sky e NOW.

Aegon II al Concilio Ristretto.

"Io ho provato fino all'ultimo a cercare la pace, come avrebbe voluto mio padre Viserys. Dovevo essere sicura che non ci fosse un altro modo per poter affrontare tutto questo". Con queste parole Rhaenyra (una sempre più straordinaria Emma D'Arcy) conferma ancora una volta la propria grazia e risolutezza, parlando al proprio Concilio Ristretto all'inizio del quarto episodio della seconda stagione di House of the Dragon (2x04), disponibile in esclusiva su Sky Atlantic e in streaming solo su NOW dall'8 luglio in contemporanea con gli Stati Uniti. Dopo il dialogo chiarificatore nella scorsa puntata tra lei e Alicent (Olivia Cooke) in cui si sono parlate finalmente a cuore aperto sulle ultime parole del defunto regnante e sulle loro responsabilità, la legittima erede al Trono di Spade decide di passare definitivamente all'azione. Bisogna affrontare i Verdi e bisogna farlo a cavallo dei propri draghi! Prima di proseguire nella lettura, come sempre, vi ricordiamo che la nostra analisi è senza spoiler ma dopo la visione dell'episodio può essere maggiormente apprezzata.

Le conseguenze dell'amore (e del potere)

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Il machiavellismo di Aemond non conosce confini

La proverbiale e decantata da George R.R. Martin Danza dei Draghi ha quindi inizio nel senso più letterale del termine: la lotta è interna, intestina, civile non solo tra le due fazioni della famiglia Targaryen, i Verdi e i Neri, ma anche all'interno delle stesse. Nessuno è immune, questa la regola di House of the Dragon. È così che le conseguenze dello scorso episodio si fanno sentire e lo scontro tra Aegon II (Tom Glynn-Carney) e Aemond (Ewan Mitchell) al bordello ha un riflesso immediato nell'altra riunione del Concilio di questo episodio: Aemond parla valyriano antico molto bene e dimostra di essere un potenziale regnante molto più in gamba del fratello (che, se ricordate, alla sua incoronazione illegittima lo aveva supplicato di prendere il suo posto), perché non è preda di impulsi repentini ed è un abile e machiavellico stratega. Quella sequenza, recitata ottimamente da entrambi i giovani interpreti, serve proprio a dare al pubblico la misura della lotta per il potere ad ogni costo, senza guardare mai faccia a nessuno, nel mondo di Martin. Soprattutto nella Casa del Drago. Le mire di tutti continuano senza sosta: Harrenhal è stato oramai preso dai Neri e da Daemon, nonostante sia il castello della famiglia di Piededuro (Matthew Needham) da generazioni, ma quest'ultimo ha i propri interessi a palazzo. Così come Alicent e Ser Criston (Fabien Frankel), ora Primo Cavaliere del Re, che continuano imperterriti non solo la loro relazione "clandestina" ma anche le sue conseguenze nella vita di tutti i loro familiari.

Liberate i draghi!

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Una delle poche coppie "sane" di tutta Westeros

Aegon avrebbe voluto liberare i draghi, non lo hanno ascoltato e questo è il risultato. Queste almeno le parole del giovane Re al Concilio, dove oramai alla guerra non ci si può più tirare indietro. È così che assistiamo al primo vero scontro in volo tra Neri e Verdi, con le maestose creature che popolano i cieli di Westeros a farla da padroni insieme ai loro cavalieri, per dare una svolta decisiva alla Danza. Lo farà molto più di quanto fosse lecito aspettarsi nel corso dell'episodio e dell'evoluzione della trama, con quel senso di pathos e di epica antica e cavalleresca che ha sempre contraddistinto anche Il Trono di Spade. È così che le pedine in gioco sulla scacchiera non si accontenteranno di buttare giù qualche pedone ma punteranno proprio allo scacco matto... ma non come ci saremmo aspettati. Una delle più grandi doti della narrazione di Martin viene confermata in questo quarto incredibile episodio, che arriva non a caso a metà stagione a proporre un importante giro di boa per le puntate a venire. Il potere è qualcosa che inebria e fa perdere la testa, pur di ottenerlo o reclamarlo davanti a tutti i propri sottoposti e familiari: anche nelle piccole vittorie, come fa Ser Criston.

House of the Dragon: guida a tutti i draghi della serie

Una danza nel cielo

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Ser Larys continua i propri intrighi di palazzo

Se la stagione era iniziata con "un figlio per un figlio" si potrebbe dire che arriviamo alla svolta con "un drago per un drago" e lo scontro nei cieli è davvero reso ottimamente a livello visivo e registico. Un'opportunità per esplorare meglio anche i rapporti tra i draghi e i propri cavalieri e la loro simbiosi millenaria. Più claudicanti, paradossalmente e simbolicamente, sono quelli tra esseri umani e consanguinei: Rhaenys (Eve Best) e Corlys (Steve Touissant) si confermano forse i più stabili all'interno del regno. Ci sono poi due sequenze speculari, perfettamente girate: Alicent dice al primogenito "La Corona non fa il Re. Non è che indossandola si diventa automaticamente adatti a regnare". Forse, dopo il dialogo con Rhaenyra, e pur avendolo messo lei stessa su quel trono per aver travisato le ultime parole di Viserys, si rendo conto di tutto ciò che non va nel proprio nucleo, bramando che abbia ereditato anche solo la metà del talento di Viserys. Parallelamente c'è il confronto tra Rhaenyra e il suo primogenito, Jaehaerys (Harry Collett), in cui gli rivela ciò che Viserys aveva fatto con lei: la Canzone del ghiaccio e del fuoco ovvero la profezia che dà il titolo all'intera saga letteraria. Proprio a sottolineare la differenza tra le due famiglie e i diversi rapporti madre-figlio. La prima metà dell'episodio è quindi tutta di preparazione alla battaglia, per arrivare attraverso un climax narrativo ben strutturato e soppesato nella seconda metà ad uno scontro avvincente ed appassionante, che fino all'ultimo non sai come potrebbe concludersi.

Conclusioni

Il quarto episodio della seconda stagione di House of the Dragon (2x04) fa entrare definitivamente gli spettatori nella proverbiale Danza dei Draghi attraverso una struttura perfettamente speculare: una prima metà di confronti e conseguenze dello scorso episodio, dialoghi e riunioni dei Concili, volti a rivelare lo stato delle relazioni tra i personaggi e le due fazioni Targaryen in gioco, soprattutto al loro interno. Per poi passare ad una seconda parte estremamente action, che ci fa volare alto insieme ai possenti draghi e ai loro cavalieri, per uno scontro registicamente entusiasmante che regala sorprese e non lascia scampo a nessuno. Siamo prontissimi per ciò che verrà.

Movieplayer.it
4.5/5
Voto medio
4.6/5

Perché ci piace

  • Finalmente l’azione per chi l’aveva tanto bramata!
  • Il confronto Aegon/Aemond al Concilio Ristretto e quello tra le due madri Rhaenyra/Alicent e i rispettivi figli Jaehaerys/Aegon.
  • Rhaenys e Corlys, unica coppia "sana" in quel nido di vipere.
  • La sequenza della battaglia, sia a livello narrativo che visivo.

Cosa non va

  • Potrebbe sembrare che alcune sequenze dei vari intrighi di palazzo servano solo a rimandare l’inevitabile ma in realtà hanno un significato narrativo.