Insieme alle Micro Machines, i modellini di automobili che hanno caratterizzato l'infanzia di molti bambini e bambine sono state sicuramente le Hot Wheels. Come spesso capita per i giocattoli Mattel - che le lanciò sul mercato a fine anni '60 per poi acquisire i diritti anche della principale concorrente, Matchbox della Tyco, nel 1996 - gli stessi hanno preso vita in svariati adattamenti animati pensati per lo stesso tipo di target. Dopo numero serie tv d'animazione nel corso degli anni, l'ultima in ordine di tempo la ritroviamo nella recensione di Hot Wheels, a tutto gas!, disponibile su Netflix e già in Top 10.
Una trama elementare
Hot Wheels, a tutto gas! ha una trama piuttosto semplice proprio come il target infantile a cui fa riferimento: sei giovani pieni di speranza si allenano per diventare la nuova generazione di fantastici driver al Mega Garage Racing Camp di Hot Wheels. Ognuno con le proprie peculiarità e i propri sogni, sono arrivati lì dopo una dura selezione e ora non vogliono tornare a casa a mani vuote. Vengono lasciati dai genitori nelle capaci mani della responsabile e plurime volte campionessa di Hot Wheels (oltre che golosa di waffle ai mirtilli) e in questo la serie animata ricorda il soggetto di partenza di Jurassic World: Nuove avventure nella quale gli adulti erano spesso assenti o addirittura si rivelavano dei nemici. I sei protagonisti devono imparare a fare squadra e capire che possono contare solamente l'uno sull'altro.
Insegnamenti da manuale
Il messaggio di Hot Wheels, a tutto gas! appare chiaro: sensibilizzare sullo spirito di squadra e sulla diversità ed inclusione che connota i protagonisti, anche a livello di colore della pelle, usanze e abitudini, proprio come nell'altra serie Netflix nata da un celebre franchise e proprio come l'algoritmo vuole. Proprio da quest'ultimo sembra nata quest'ultima incarnazione del celebre brand di macchinine giocattolo, preoccupandosi più di riempire determinate caselle che di offrire qualcosa di nuovo e accattivante. Forse il pubblico a cui è indirizzata la serie si emozionerà nel vedere i propri giocattoli prendere vita ma nell'era dei (sempre più) nativi digitali ci risulta difficile crederlo.
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L'unione fa la forza, anzi il turbo
Il romanzo di formazione che investe i personaggi non è totalmente credibile poiché ci vengono presentati quasi da subito come altruisti che preferiscono fare squadra piuttosto che vincere, mentre il classico bullo della situazione con tanto di spalla accanto fa il resto. Per quanto insomma nessuno pretendesse una trama complessa, uno sviluppo sorprendente o una caratterizzazione dei personaggi particolarmente approfondita, un minimo di lavoro in più che andasse oltre le basi l'avremmo sicuramente gradito.
Un'animazione dinamica ma non troppo
Anche sull'animazione non sembrano essersi particolarmente impegnati autori e disegnatori. Le automobili giocattolo sono il vero fiore all'occhiello della serie animata, mostrando svariati modelli diversi in ogni episodio - la prima stagione è composta da dieci puntate in due parti ciascuna - con le proprie peculiarità e poteri che rendono ogni episodio diverso dall'altra e ogni sfida e match più difficile e tortuoso del precedente. Mentre l'animazione vera e propria funziona maggiormente lungo la pista rovente piuttosto che nel character design dei protagonisti. Un prodotto confezionato fin troppo ad hoc, quasi senza cuore e con troppa testa.
Conclusioni
Chiudiamo la recensione di Hot Wheels, a tutto gas! ribadendo come per noi si tratti di un’occasione un po’ sprecata ma che rimane di intrattenimento per i più piccoli, col dubbio che possano annoiarsi facilmente. Una nuova incarnazione animata del celebre brand che non brilla né per la trama né per la caratterizzazione dei personaggi, ma nella quale l'aspetto più riuscito rimane (in parte) l'animazione attraverso le automobili in gara.
Perché ci piace
- Far conoscere le Hot Wheels anche ai bambini di oggi.
- Il messaggio di fondo dello spirito di squadra…
Cosa non va
- …portato avanti nella maniera più elementare possibile.
- Non brilla né per lo sviluppo della trama né per l’evoluzione dei personaggi, quasi già arrivati a destinazione all’inizio del gioco.