Parafrasando una celebre e abusata frase, certi film fanno dei giri immensi e poi ritornano. Così capita che un film del 2017 con un (all'epoca) semi-sconosciuto Timothée Chalamet (per intenderci, il film è stato girato un anno prima di Chiamami col tuo Nome!) diventi in Italia un'(in)aspettata novità. Come? Grazie alla distribuzione streaming e alla pazienza degli appassionati e dei veri cinefili, che aspettano (e sperano) pazientemente quei titoli ignorati dalla distribuzione theatrical. Nel calderone delle vecchie novità, c'è finito Hot Summer Nights, esordio alla regia di Elijah Bynum, arrivato in digitale grazie a Prime Video (un po' a sorpresa, non ci speravamo più dopo l'anteprima ad Alice nella Città del 2018). Voi direte, meglio tardi che mai, ma è davvero ingiustificabile e mortificante per il mercato italiano, da sempre lacunoso nei confronti di determinati titoli. Strano poi che il film di Bynum non sia uscito prima, in scia all'opera di Luca Guadagnino, sfruttando l'eco di Chalamet.
Ma tant'è che l'occasione è arrivata, e dunque va sfruttata per recuperare un film dalle strane pieghe, avvolto da un promiscuo senso di nostalgia e da un appassionante (e illuso) senso romantico. Ed è proprio l'illusione a tracciare la rotta di Hot Summer Nights: come l'estate, che porta con sé un aspettativa destinata ad esaurirsi in un secondo, consumata inseguendo un ricordo fugace, un volto sbiadito, una bacio mai dato. Come l'amicizia, illusoria dimensione che si spezza sotto le lancette dell'orologio. L'illusione di farcela, di essere "fighi", di poter dimenticare e rinascere il tempo di una partita a Street Fighter. Hot Summer Nights, mascherato da coming-of-age, è una sorta di sogno maschile - narrato da una voce onnisciente, che si rivelerà alla fine -, una fantasia che finge di essere reale, la terra di mezzo che separa la libertà dalla responsabilità. Il tutto, bagnato letteralmente dalle vibrazioni Anni Novanta (ecco perché abbiamo citato Street Fighter!), quell'epoca d'oro di avanguardie e riscoperte, l'ultima boccata d'ossigeno prima che tutto finisca, mutando forma e mutando pelle.
Hot Summer Nights: il trailer del film con Timothée Chalamet
Summer of '91
La libertà, dolce e amara che insegue il protagonista, Daniel Middleton, interpretato da Chalamet. All'inizio è solitario, cupo, soffre d'asma. Un quadretto desolante, che cambia quando viene mandato per l'estate da sua zia, ad Hynnais, Massachusetts, nel cuore di Cape Code. L'estate del 1991. Daniel, con un papà morto da poco, non è propriamente il ragazzo più affabile che possa esserci, e si ritrova intrappolato in una cittadina costiera che invasa dai turisti. Poi la svolta, lo sliding doors: incontra le persone più interessanti del posto.
Le più interessanti e probabilmente le più pericolose. Hunter Strawberry (Alex Roe), spacciatore di erba che si atteggia alla bullo misterioso Anni Cinquanta, e la sorella di Hunter, McKayla (Maika Monroe), che con il suo sguardo imbronciato è facilmente la ragazza più desiderata in circolazione. La strada di Daniel sembra scritta: avvicinarsi ad entrambi, scoprire amicizia e amore, darsi allo spaccio di erba (puntando ad allargare il giro, con fare quasi innocente) e intanto appassionarsi alla vita, cogliendo in essa delle sfumature che credeva possibili solo nelle canzoni di Linda Ronstadt.
Tra lucciole e desideri
Una lunga estate calda e le notti insonni, il drive-in passa Terminator 2 prima che le coppiette si appartino su in collina, le radio suonano One More Try di Timmy T e le ragazze tornano in camera entrando dalla finestra. In mezzo, il quadro filmico di Elijah Bynum, sorretto dallo gli occhi neri e dal viso pallido di Timothée Chalamet (continuo e compensativo rispetto alla durezza di Alex Roe o alla dolcezza di Maika Monroe, con cui divide spesso la scena), che nel suo essere deliziosamente acerbo dimostrava già di essere un attore con un futuro pazzesco.
Un quadro filmico che si apre e si chiude sulle increspature della provincia americana, affrontando di petto la maggiore età e i rischi di una maturazione destinata a plagiare il bello che avevamo. Alla fine, tra insicurezze e passione, rivedendo gli American Graffiti di George Lucas o la nostalgia in polaroid di Adventureland, Hot Summer Nights è un sogno vivido e caotico, energetico e sprezzante. Una playlist su musicassetta che suona a ripetizione le stesse tracce senza voler mai centrare il punto. Come l'estate, bella ed effimera, come la ragazza dell'ultimo banco, di cui abbiamo drammaticamente scordato il suo profilo. Del resto, tutto passa, tutto cambia per non cambiare mai. Ed è di nuovo tempo di sudore, di finestrini aperti, di lucciole, di desideri. Un anno dopo, pronti per un'altra bollente e sfuggente estate.
Conclusioni
Vibrazioni Anni 90, Timothée Chalamet (acerbo ma già super), la nostalgia, l'estate: concludiamo la recensione di Hot Summer Nights quanto il film, nella sua sconnessa energia, sia un esordio alla regia davvero interessante (Elijah Bynum), a metà tra il coming-of-age, il thriller, il dramedy e il romantico disfunzionale.
Perché ci piace
- Le vibrazioni Anni 90.
- La soundtrack.
- L'estate.
- Il tono nostalgico e malinconico.
- Il cast, da Timothée Chalamet a Maika Monroe.
Cosa non va
- Si avverte una certo sovraccarico, tipico di ogni esordio.