È sempre difficile lavorare alla recensione di film come Hidden - Verità sepolte. Difficile, delicato, ma anche piacevole e sorprendente. Perché il film di Roberto D'Antona fa parte di quel microcosmo che tende a passare per lo più inosservato al grande pubblico, quello del cinema indipendente nostrano che non ha il contesto di visibilità e peculiarità di quello statunitense. Quindi partiamo da un assunto: il fatto stesso che il thriller prodotto, scritto e diretto da D'Antona con la sua L/D Production, fondata e gestita insieme ad Annamaria Lorusso, arrivi in sala e con una distribuzione più ampia dei lavori precedenti è già di per sé un traguardo importante e degno di nota. Rappresenta un ulteriore passo avanti di un percorso di crescita, produttiva e artistica, che si è sviluppato nel corso degli anni e dei generi, dall'horror all'action comedy e ora al thriller puro. Quindi, anche solo per questo, Hidden meriterebbe tantissima attenzione.
Verità sepolte, vite spezzate nella trama del film
La storia di Hidden - Verità sepolte parte dalla normalità di provincia, una quotidianità macchiata dalla sparizione di alcune donne, che lascia per lo più incuranti gran parte degli abitanti della zona. Almeno finché non emerge la possibilità che si tratti dell'operato di un serial killer, che quelle sparizioni siano in realtà degli omicidi, lasciando emergere la paura e la preoccupazione. Un sentimento e un passaggio emotivo che viene incarnato dalla figura di Martin Berardi, di cui seguiamo le vicende parallelamente a quella del serial killer Emilio Lorenzi: sono i due binari di una storia che arriveranno a incrociarsi solo in una fase avanzata del film, dando nuova luce e prospettiva al lavoro messo in piedi da Roberto D'Antona.
Bene e male in Hidden - Verità sepolte
È molto interessante l'operazione immaginata da Roberto D'Antona, perché da una parte ha costruito un thriller puro, diretto e crudo, che mette in scena il male senza nessuna indulgenza, senza nessuna giustificazione: il personaggio di Emilio Lorenzi del consolidato compagno d'avventura Francesco Emulo è un serial killer senza compromessi, che si ispira a figure iconiche di questo marcio mondo, da Ted Bundy al Mostro di Firenze. Un personaggio che D'Antona ha scelto di raccontare seguendo la via della condanna senza mezzi termini, costruendo una figura da odiare senza nessun tipo di filtro.
Dall'altra però l'autore di Fino all'Inferno e Caleb ha scelto di andare oltre la storyline che coinvolge l'assassino e le sue macabre imprese, aggiungendo una forte componente da drama al suo thriller. E nel farlo si mette in gioco in prima persona, interpretando il personaggio di Martin Berardi, persona comune la cui storia entra in rotta di collisione con le vicende dell'assassino. È uno spunto narrativo ambizioso, che influisce sui tempi e i modi del racconto e della costruzione della tensione per caricarla di una sfumatura diversa e più profonda. Un'attenzione ai personaggi che indica la volontà di andare oltre il genere, di usarlo per approfondire storie e temi con attenzione e cura, ma viene in parte frenata dai limiti imposti da un budget ridotto rispetto ad altri grandi titoli di genere che passano nelle nostre sale e sui nostri schermi.
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L'attualità dei temi
Ciononostante, D'Antona riesce a sfruttare ogni euro del budget del film e costruire una messa in scena che va al di là delle possibilità concrete a sua disposizione, anche in un film che non richiede la ricchezza visiva del precedente Caleb, ma un approccio più crudo e asciutto al racconto, capace di sostenere anche i temi che la storia veicola, a partire da quello del femminicidio, purtroppo sempre più attuale e in evidenza nelle nostre cronache. Hidden - Verità sepolte riesce così a colpire e far male in alcune scelte di scrittura e di messa in scena, andando oltre i vincoli produttivi e di budget. Inevitabile menzione speciale per l'aspetto musicale e la colonna sonora composta, come ormai d'abitudine per i film di Roberto D'Antona, da Aurora Rochez, che accompagna e sottolinea la tensione e il racconto.
Conclusioni
Nel suo nuovo film, di cui vi abbiamo parlato nella recensione di Hidden - Verità sepolte, Roberto D’Antona si mette alla prova con il thriller e prova a declinare il genere dedicando attenzione al dramma per aggiungere profondità di emozione e temi al racconto. Attuale e focalizzato sui temi, il film vive di un approccio ambizioso e riesce a superare i limiti relativi alla sua natura indipendente. Da segnalare le musiche di Aurora Rochez, ma anche la prova di Francesco Emulo in un personaggio di killer rappresentato senza nessuna indulgenza.
Perché ci piace
- La volontà di Roberto D’Antona di sperimentare tra i generi.
- La prova di Francesco Emulo nei panni di un killer che rappresenta il male puro e senza giustificazioni.
- La colonna sonora di Aurora Rochez.
- La capacità di andare oltre i limiti di un budget da indipendente puro…
Cosa non va
- ... che però a tratti, inevitabilmente, emergono.
- Le potenzialità visive di D’Antona ci sono sembrate più a fuoco nella veste horror di Caleb.