Hey Joe, James Franco: “Il film? Avrebbero potuto scriverlo Roberto Rossellini o Elena Ferrante”

L'attore è il protagonista del lungometraggio di Claudio Giovannesi in cui interpreta un veterano degli anni '70 che torna a Napoli per incontrare il figlio mai conosciuto nato all'indomani della seconda guerra mondiale. Dal 28 novembre al cinema.

James Franco e Claudio Giovannesi sul set di Hey Joe

Cappello da baseball di The Poltergeist Curse, felpa con la scritta Hollywood e la luce del sole che filtra dalle tapparelle della finestra. Incontriamo James Franco via Zoom per parlare di Hey Joe. Film diretto da Claudio Giovannesi in sala dal 28 novembre con Vision Distribution in cui interpreta il veterano Dean Barry. Un americano del New Jersey che, all'inizio degli anni Settanta, torna a Napoli dove aveva avuto una relazione con una ragazza napoletana durante la seconda guerra mondiale.

Hey Joe James Franco Primo Piano
James Franco in una scena del film

Un'unione dalla quale è nato un figlio - interpretato da Francesco Di Napoli - che non ha mai conosciuto e con il quale vorrebbe costruire un rapporto. Ma quel bambino mai incontrato ora è un giovane uomo cresciuto dalla malavita e da un boss del contrabbando che per quel padre venuto dagli Stati Uniti non ha alcun interesse.

Hey Joe: video intervista a James Franco

Hey Joe James Franco Francesco Di Capoli
James Franco e Francesco Di Napoli in Hey Joe

Un film che si muove su due binari temporali e che affronta il tema delle seconde possibilità. Nuovi inizi che passano anche attraverso il bene che si fa al prossimo senza chiedere nulla in cambio. Esattamente come fa Dean con suo figlio o con Bambi (Giulia Ercolini), una giovane donna napoletana che incontra durante la sua permanenza in città. "Parlo per esperienza personale. Quando ero giovane, se ci penso a posteriori, volevo cose molto semplici nella mia vita. Volevo che avesse un senso, volevo entrare in contatto con altre persone attraverso relazioni significative, relazioni importanti. E volevo solo sentire che quello che stavo facendo aveva uno scopo", racconta l'attore.

"E così spendevo tutta questa energia concentrata principalmente su me stesso. 'Come faccio a ottenere questo? Come faccio a ottenere quello? Devo lavorare per me. Devo essere considerato un grande attore e questo darà un senso alla mia vita'. Ma il modo in cui lo facevo non era mai abbastanza".

"Sono finito per fare grandi film e lavorare così tanti dei miei eroi, registi e attori preferiti. Ed è stata una grande esperienza, ma c'era qualcosa che mi faceva dire: 'Ok, ora devo fare di più. E di più. E di più'. Non finiva mai", continua Franco. "Ho capito che avevo bisogno di fare un cambiamento fondamentale nel modo in cui vivevo. Come aggiungo alla vita piuttosto che prendere dalla vita? E quel tipo di energia ha finito per darmi tutto ciò che volevo: dare un significato alla mia esistenza e avere una connessione con le altre persone. Una volta che ho iniziato ad aggiungere alla vita piuttosto che togliere, ho ottenuto tutte le cose che cercavo".

Una storia stratificata

Hey Joe
Giulia Ercolini è Bamby in una sequenza di Hey Joe

Come molti altri libri, film o serie, anche Hey Joe ha la forza di raccontare una storia specifica circoscritta ad un tempo preciso e riuscire a parlare del presente grazie alle conseguenze della guerra o all'idea di futuro. È questo uno degli aspetti che ha spinto James Franco ad accettare il ruolo?"Di sicuro", ammette l'attore.

"Penso che si possa accedere al film da così tanti livelli diversi: il rapporto padre/figlio e la riconciliazione, il trauma della guerra o gli effetti che ha anche sui non soldati. E poi riguarda paesi e culture diverse che si uniscono. Come il mio personaggio che viene dagli Stati Uniti mentre mio figlio è italiano ed è cresciuto in Italia. È come unirsi attraverso grandi divisioni. Non solo geografiche, ma culturali e persino linguistiche. E tutte queste cose sono così interessanti sia come membro del pubblico sia come interprete. È molto emozionante per me".

Hey Joe James Franco Foto
James Franco in un'immagine di Hey Joe

"Credo che l'esperienza del film sia senza tempo. Il mio personaggio aveva vent'anni, è andato in guerra e ha avuto una relazione. A quel tempo, probabilmente, non ha capito le circostanze in cui si trovava la sua compagna. Per lui era solo un'altra esperienza, ma ci sono conseguenze importanti. E non lo capisce fino a molto più tardi. E quindi l'idea di lui che torna indietro per cercare di correggerlo penso sia incredibilmente potente".

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Tra Rossellini e Ferrante

Hey Joe James Franco Francesco Di Napoli Foto
Una scena di Hey Joe con Francesco Di Napoli e James Franco

Claudio Giovannesi per la sceneggiatura del film è stato influenzato da molta letteratura, tra The Gallery di Norman Lewis, Napoli '44 di John Burns e La Pelle di Curzio Malaparte. James Franco è anche uno scrittore con all'attivo romanzi, saggi e raccolte di racconti. Se dovesse pensare ad un grande autore che avrebbe potuto scrivere Hey Joe, chi sarebbe?"Parto dal dire che il libro che ha avuto la maggiore influenza, che mi ha aiutato di più per il personaggio è stato Napoli '44, una specie di memoir di un soldato di stanza a Napoli durante la seconda guerra mondiale", sottolinea l'attore.

"Mi ha dato un'immagine molto chiara di quanto fosse difficile a quel tempo. Anche i vecchi film neorealisti italiani, in particolare Rossellini, hanno avuto una grande influenza sullo stile di questo film. È come se Rossellini avesse scritto il libro di questo film, o Pasolini. Ma anche Elena Ferrante che ha scritto di Napoli attraverso varie epoche".