"Ne parlavamo tanto tanti anni fa, di quanto è paranoica questa città. Della sua gente delle sue manie. Due discoteche centosei farmacie", quel giro di chitarra, quel ritmo dolente di un brano divenuto leggendario. Era il 1992 quando usciva Con un deca, traccia d'apertura di un album con sole sette canzoni che avrebbe riscritto i canoni della musica pop italiana. Lo stesso brano che ci accompagna durante i titoli d'apertura della serie Sky e NOW (dall'11 ottobre), Hanno ucciso l'uomo ragno - La leggendaria storia degli 883, e lo stesso brano che ci accoglie prima dell'incontro stampa con il regista e produttore Sydney Sibilia, con i co-registi Francesco Ebbasta e Alice Filippi, e con i protagonisti Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli, rispettivamente Max Pezzali e Mauro Repetto.
Una storia che parla di noi, una storia d'amicizia, una storia di provincia. Due ragazzi che hanno creduto in un sogno, rendendolo reale. Un coming-of-age, tra i baci tanto sperati e i banchi di scuola. Il primo a prendere la parola, un esordiente ed emozionato Elia Nuzzolo: "Max non crede troppo nei sogni, ma un grande sogno lo ha. La motivazione arriva poi grazie all'amicizia con Mauro. E dico, per esperienza, che i sogni possono diventare realtà". Un pensiero poi sul canto, e di quanto sia effettivamente credibile nella vocalità di Pezzali: "Abbiamo lavorato con Ciro dei Neri per caso sul tono e sulla voce. La cosa difficile è stata trovare equilibrio tra me e Max. Altrimenti si sfocia nella caricatura", spiega.
Hanno ucciso l'uomo ragno e una serie che parla (anche) alle nuove generazioni
Hanno ucciso l'Uomo Ragno - La vera storia degli 883, pur ambientata agli inizi di una decade mitica come i 90s, riesce a parlare anche alle nuove generazioni. Secondo Nuzzolo "Al di là dell'epoca, i tumulti di un adolescente sono gli stessi anche oggi. Un ragazzo del 2000 si può riconoscere in questa storia". Dall'altra parte degli 883 ecco l'icona inafferrabile di Mauro Repetto, interpretato da Matteo Oscar Giuggioli "Inseguire i sogni insieme è più bello. Non esiste Max senza Mauro e viceversa. Quando è arrivato il libro di Repetto, Non ho ucciso l'Uomo Ragno, ho capito molte cose in più su di lui. Tra l'altro è stato complesso fare i conti con la sua personalità, il suo sentirsi mai abbastanza. Se ti si attacca addosso una cosa così forte è bello".
Quelle canzoni divenute mondi da esplorare
Dai colori all'atmosfera, in Hanno ucciso l'uomo ragno - La vera storia degli 883 è riconoscibile il metro stilistico e narrativo di Sydney Sibilia. Il regista e creatore della serie ha spiegato quanto il materiale di partenza fosse "Spinoso, anche perché riflettevamo su quanto voler essere aderenti alla realtà. Per i ruoli abbiamo fatto i provini in tre, sembravamo i giudici di MasterChef. È stato divertente. C'è stata ovviamente tanta concentrazione. Poi sono arrivati Elia e Matteo, e lì non abbiamo avuto molti dubbi. Nonostante non avessimo mai detto ad Elia di averlo preso ufficialmente! Tra l'altro, abbiamo truccato Elia, tra capelli e dentatura grazie ad un bite speciale e molto costoso. La cosa più costosa del set!".
Un pensiero poi su com'è nata la serie "La genesi della serie è arrivata riascoltando i brani degli 883. Li ascoltavo da piccoli, nonostante lo slang pavese, essendo io di Salerno", continua il regista. "Dentro c'è un mondo da esplorare, poi è arrivato il libro di Max, I cowboy non mollano mai. Scopro la presenza di una grande storia, molto ironica. Incontriamo Pezzali che ci dà l'ok, entusiasta, come con Repetto. La produzione in generale è durata tre anni e mezzo, siamo rimasti aderenti alla storia vera. Siamo però andati da soli, chiedendo delle consulenze sporadiche a Max su alcuni momenti della sua vita. La serie gli è piaciuta, ovviamente l'ha vista".
Ovvio, la musica è il filo conduttore di un'opera pop, divertente e dagli piglio giusto. Da Pavia agli stadi sold out, il simbolo di una generazione di provincia che, nonostante tutto, mantiene immutabile quell'identità e quella sincerità dai tratti romantici. "La musica più di ogni altra arte si basa sulla sincerità. Per questo certe canzoni passano la prova del tempo", spiega Sibillia, che la musica l'ha già affrontata (alla grande) in Mixed by Erry. "Una sincerità estrema, che va oltre l'umiltà stessa. Tanto che per Mauro, più misterioso, ci siamo basati sui brani. Dentro c'era il loro rapporto complementare. Per dire... Quanto è straordinaria la canzone Sei un mito. Un brano che racconta di noi, della nostra ansia, di come ci parlava. Questo è il motore degli 883, erano ragazzi che rappresentavano i ragazzi".