Michael e Soélie Carella, fratello e sorella, sono figli d'arte in quanto hanno seguito la passione paterna del genitore, campione di motocross, dal quale hanno ereditato anche tal specifiche abilità. Ma ora l'uomo si trova alle prese con un ingente debito, che rischia non soltanto di portare alla chiusura della scuderia di famiglia ma anche di obbligarlo a vendere le motociclette della compianta moglie, madre dei ragazzi, morta di cancro qualche anno prima.
In GTMax Michael contatta il suo amico Yacine, il quale gli offre un "lavoro" che potrebbe potenzialmente risollevare, almeno in parte, i loro problemi economici, pur senza sottolineare in cosa questo consista. Così sia lui che Soélie finiscono coinvolti in un giro criminale, alle prese con una banda che utilizza scooter truccati per realizzare spettacolari rapine nelle strade cittadine. E quando Michael è in pericolo, toccherà proprio a Soélie prendere in mano la situazione e superare quegli attacchi di panico al manubrio che avevano posto fine alla sua carriera agonistica.
GTMax: donna al volante, spettacolo costante
E d'altronde è proprio lei la principale protagonista di quest'action-thriller su due ruote a marchio Netflix, riciclante per l'ennesima volta una formula abusata che il colosso streaming ha più volte (ri)portato nel proprio catalogo, con numerose produzioni di media/bassa qualità. Battente bandiera franco-belga, GTMax non fa ahinoi eccezione e nei suoi cento minuti non fa che ribadire il già detto, tra tenaci poliziotti pronti a tutto pur di catturare i criminali e criminali spietati, altrettanto pronti a tutto pur di non farsi catturare. Il classico gioco dei buoni contro i cattivi, con le tipiche sfumature di grigio, nel quale la malcapitata eroina si trova suo malgrado trascinata, da una serie di situazioni che erano a dirla franca facilmente skippabili con un pizzico di intuito e raziocinio.
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Realismo versus Esagerazione
Certo non è la verosimiglianza che la maggior parte del pubblico va a ricercare in questo tipo di operazioni, ma una sceneggiatura maggiormente approfondita non avrebbe guastato, tanto che qua l'ausilio di algoritmi e intelligenza artificiale deve aver fatto più volte capolino in sala di stesura. Dietro la macchina da presa, e non è casuale, siede Olivier Schneider: al suo primo lungometraggio, dopo aver filmato alcuni episodi della serie Playground, il regista ha una lunga carriera da stuntman alle spalle, inclusa la partecipazione a Fast X (2023), l'ultimo e convulso capitolo della saga più tamarra del grande schermo. E anche in GTMax abbiamo numerosi inseguimenti tra auto e moto, con mezzi ribaltati e fughe a rotta di collo in stretti vicoletti, anche se il fascino urbano parigino è stato sfruttato con poca lungimiranza.
Una vicenda di poco conto
Laddove la storia come detto soffre di diverse ingenuità, ne risentono di fatto anche i personaggi, che risultano spesso scostanti e per i quali vien poco da parteggiare, da qualsiasi parte della barricata essi si pongano. In particolar modo è difficile entrare in comunione con la figura principale, quella Soélie interpretata da Ava Baya, i cui attacchi di panico frettolosamente introdotti in una situazione chiave vengono poi risolti in un batter di ciglia e che si ritrova da un giorno all'altro invischiata in un sottobosco criminale senza particolari problemi morali di sorta.
Non aiuta un cast poco carismatico, con la sola eccezione della "sicurezza" Gérard Lanvin nelle vesti di Carella Sr., anch'egli comunque poco convinto in una vicenda che non offre reali spunti emotivi, limitandosi ad un compitino action svolto diligentemente ma senza enfasi o ispirazione. La mezzora finale, dove l'anima più ludica prende inesorabilmente, forzatamente, il sopravvento non fa altro che virare sulle vie dell'improbabile, innescando le attese rese dei conti per poi propinarci un anonimo epilogo, aperto come ormai d'ordinanza ad un ipotetico sequel.
Conclusioni
Campionessa mancata per tragedia subita, Soélie deve affrontare le sue paure e tornare in sella a una moto quando, per superficialità sua e del fratello minore, si ritrova invischiata in un losco giro criminale, nella speranza di saldare alcuni oberanti debiti di famiglia.
Una trama semplice e fin troppo lineare, che si esaurisce nella premessa e inanella forzature e ingenuità in serie dando vita a personaggi poco interessanti. GTMax si comporta leggermente meglio nel campo prettamente spettacolare, con alcune discrete sequenze d'azione su due e quattro ruote, ma non fa altro che offrire nella sua ora e mezzo di visione l'ennesima pappa riscaldata.
Perché ci piace
- Alcune scene d'azione nella parte finale.
Cosa non va
- Sceneggiatura inconcludente.
- Cast e personaggi poco carismatici.
- Tutto sa di già visto e rivisto.