Mettere in scena l'Amleto di William Shakespeare nel mondo di Grand Theft Auto. Pinny Grylls e Sam Crane, attori teatrali alle prese nel 2021 con il terzo lockdown in Inghilterra, hanno avuto questa idea originale mentre tutti i luoghi di spettacolo erano chiusi. L'impresa e il risultato sono raccontati in Grand Theft Hamlet, film in grado di sorprendere, intrattenere e divertire mentre si assiste a situazioni inaspettate, a interazioni sorprendenti e si celebra la capacità dell'opera shakespeariana di essere universale e senza tempo.
In occasione dello scorso Trieste Science+Fiction Festival 2024, che ha proposto il lungometraggio nell'ambito di IVIPRO Days, prima di venir inserito nel cartellone del MUBI Fest a Milano, Sam Crane - che gli appassionati di teatro riconosceranno per aver interpretato Harry Potter a teatro a Londra in Harry Potter e la maledizione dell'erede - ci ha raccontato come è nato il progetto e la reazione che ha suscitato negli spettatori.
Un progetto da vedere sul grande schermo
Grand Theft Hamlet è stato presentato in vari festival in tutto il mondo e il regista ha spiegato: "Il nostro film funziona meglio se visto in un cinema con altre persone perché è una specie di esperienza da fare insieme alla comunità. Penso che il motivo sia legato al fatto che si tratta di uno sforzo comunitario, sul fare cose insieme, incontrarsi, dare vita a una comunità, e poi avere delle persone che si ritrovano per vederlo insieme è in un certo senso davvero speciale".
La reazione degli spettatori sono state inoltre particolarmente interessanti, ma l'artista ha individuato un elemento in comune: "Penso che ci sia qualcosa di universale: tutti nel mondo, penso, hanno avuto un'esperienza particolare e condivisa durante la pandemia, e forse possono immedesimarsi in quello che stiamo affrontando nel film e stiamo cercando di fare. Ovviamente non tutti hanno deciso di creare una produzione di Amleto dentro un videogioco, ma forse le persone hanno pensato alla loro vita e hanno avuto il tempo di pensare dal punto di vista esistenziale, come Amleto... Forse c'è un modo in cui le persone reagiscono in modo universale a questa cosa specifica che stavamo realizzando".
Il legame tra teatro e videogiochi
L'idea per il film è nata in un momento davvero particolare per il mondo, ancora in parte alle prese con la pandemia, e molto è cambiato negli ultimi anni. Sam ha ammesso che presentare il risultato finale negli ultimi mesi gli ha permesso di compiere delle riflessioni: "Una delle cose su cui ho pensato di più recentemente, vedendo il film e parlandone, è il legame tra le performance dal vivo, la realizzazione di documentari e questa idea di vitalità. Io e mia moglie Pinny abbiamo co-diretto il film, lo abbiamo creato insieme e proveniamo da diversi background professionali. La mia esperienza è come attore, lavoro molto a teatro. Lei ha esperienza come regista di documentari. E forse ho iniziato a riflettere chiedendomi perché ha funzionato così bene il fatto di collaborare a questo progetto, e penso ci sia una connessione".
Lavorare al film ha comportato anche molti ostacoli inaspettati: "Quando realizzi un documentario non sai cosa accadrà da un momento all'altro, e devi essere in un certo senso agile e reagire alle cose che cambiano e modificano i tuoi piani, accadono cose inaspettate. E quella è inoltre la natura delle interpretazioni del vivo. Hai provato e stai seguendo lo script, ma potrebbe accadere qualsiasi cosa in ogni momento, e devi poter rispondere in quel momento. Ed è la vera gioia delle performance dal vivo, per me, quella vitalità e quella libertà di essere presente nel momento e reagire alle cose mentre stanno accadendo. E inoltre ottieni uno sguardo dall'interno al mondo dei videogame. Si ottiene quel tipo di esperienza dal vivo rappresentata dal non sapere cosa accadrà. Quei tre tipi di mondi si adattano uno con l'altro, penso, vanno davvero d'accordo tra loro".
Cinema e videogiochi: l'attrazione (e imitazione) è reciproca
Una nuova fase per i videogame sugli schermi
I videogiochi, specialmente negli ultimi anni, stanno venendo rivalutati grazie alla qualità delle storie proposte e sono arrivati sugli schermi, televisivi e cinematografici, molti adattamenti che hanno ottenuto un'ottima accoglienza da parte della critica e del pubblico come The Last of Us o Fallout. Crane ha dichiarato: "Credo che sia davvero interessante il modo in cui i videogiochi vengono considerati nella cultura. E, come hai detto, sono stati sempre in un certo senso derisi e considerati come destinati agli adolescenti, e non un mezzo serio. Ma penso sia sempre più difficile dire cosa sono i videogiochi ora perché è chiaro che siano, e possano essere, sofisticati, intelligenti e riflessivi, e alcuni dei migliori esempi di narrazione. In passato ci sono stati molti adattamenti di videogiochi per il cinema e la tv, ma davvero raramente erano forse fatti realmente bene. Recentemente, invece, si sono fatti strada tra i progetti della televisione di qualità. L'esempio più ovvio è l'adattamento di The Last Of Us. Le persone, anche chi non ha giocato al videogame, forse può vederlo e pensare 'Wow, questa è televisione adulta e matura e si basa su un videogioco. Forse c'è qualcosa di più serio rispetto a quanto pensassi'. E basta giocare ad alcuni di questi giochi realizzati incredibilmente bene per capire che si tratta di un mezzo valido al pari di tutti gli altri".
Un classico senza tempo
Al centro di Grand Theft Hamlet c'è un'opera che, nonostante la fama universale, non tutti conoscono realmente: "Sì, penso sia realmente interessante perché Amleto è uno di quei fenomeni culturali che tutti conoscono, o pensano di conoscere, e ne hanno sentito parlare, ed è in teoria l'opera più grandiosa nella storia della letteratura o della cultura britannica, o qualcosa che non penso sia un modo realmente utile per considerarlo. E potrebbe frenare l'interesse di alcune persone che si potrebbero convincere che non fa per loro, di non essere abbastanza istruiti da capirlo, o troppo complicato. Ma quando ti avvicini e le persone lo guardano, possono davvero vedere che in realtà è davvero divertente, violento. Molte persone muoiono. Ed è inoltre realmente interessante il modo in cui considera il mondo. Non penso tutti si rendano conto prima di vederlo che lo si può sentir parlare della natura umana, e della sua incredibile visione del mondo e delle persone che ci vivono, e inoltre di come sia orribile... Ci si può immedesimare in tutto quello".
Durante la pandemia c'è stato quindi il tempo e la possibilità di ripensare e rivalutare due mondi, come quello di Amleto e il videogioco di Grand Theft Auto: "Forse è il modo in cui mi ha fatto pensare, particolarmente durante la pandemia, alla complicata comprensione di quello che è realmente il mondo. E mi ha colpito, anche il modo in cui il mondo è presentato nel videogioco: è creato in modo sorprendentemente meraviglioso. E si vedono tutti gli altri personaggi intorno ed è in un certo senso fenomenale quello che fanno. E poi c'è inoltre il fatto che fanno esplodere le persone e le attaccano, ed è molto sanguinoso. Spero che le persone possano vedere le connessioni esistenti".
Il mondo dei videogiochi e quello creato da William Shakespeare potrebbero non sembrare compatibili, ma Crane ha spiegato che nella realtà ci sono più punti in comune di quanto si potrebbe pensare: "Per quel che mi riguarda è il fatto che sembrano due mondi completamente in opposizione, ma mi ricordo che nelle prime fasi, quando ci stavo giocando, stavo vedendo questo meraviglioso tramonto realizzato in digitale e mi aveva fatto pensare a quello che dice Amleto. 'Questo tetto maestoso, ingemmato di fuochi d'oro...'... Quello era ciò che stavo vedendo mentre guardavo questo gioco: era maestoso e meraviglioso. E poi quando sta guardando le persone che stanno morendo intorno a lui... C'è questa specie di modo ambiguo nel guardare il mondo, ma sembra perfettamente in linea con il tipo di bellezza e alla violenza grottesca di Grand Theft Auto".
Proporre un'opera come Amleto in un una realtà come quella di un videogioco popolare come Grand Theft Auto, inoltre, potrebbe aiutare ad avvicinare le nuove generazioni ai capolavori della letteratura: "Immagino che sia il motivo per cui sono diventati dei classici: possono essere costantemente reinterpretati per il presente. Che ha senso ha portarli in scena se non parlano del presente, se diventano solo una specie di pezzo da museo? Sarà interessante per le persone se si rivolgono a loro e al presente. E penso che Amleto possa essere assolutamente amato anche dalle nuove generazioni".
I prossimi progetti dei registi
Sam Crane e Pinny Grills stanno attualmente già sviluppando nuovi progetti: "Sì, ci sono molte cose a cui stiamo lavorando. Sono realmente interessato al modo in cui le persone vivono l'esperienza legata ai mondi digitali e a come questi si stiano fondendo con quelli reali. Sono davvero interessato a un progetto come quello, che possa essere una specie di ibrido, in cui il mondo reale e quello digitale si fondono, come li navighiamo, come usiamo questa realtà nella vita quotidiana... Penso che alle volte ci sia una visione un po' superata in cui pensi 'Vai online ed entri nel mondo digitale, ed è qualcosa di davvero diverso e separato dal mondo reale'. Ma in realtà non sono così separate le due dimensioni, stanno fondendosi. Si può inoltre pensare, in questo ambiente digitale, che si tratti di una vera realtà. E poi, alle volte, c'è forse qualche eco dell'ambiente dei videogame nella vita reale e ho semplicemente pensato che ci fosse qualcosa da esplorare, che possa unire il mondo delle performance dal vivo e del cinema, dando vita a una specie di ibrido".