Un hotel di lusso sulle coste della Florida, gestito dalla stessa famiglia da decenni ma sull'orlo della bancarotta, in cui si muovono arrampicatrici sociali, figli di papà dall'oscuro passato e una servitù mossa da secondi fini misteriosi: è difficile immaginare una location migliore per una soap estiva e, come vedremo in questa recensione di Grand Hotel, la serie tv prodotta, diretta e interpretata (ma non vi diremo in che ruolo perché si tratterebbe di uno spoiler) da Eva Longoria incarna perfettamente tutte le caratteristiche più rappresentative ed intramontabili di questo genere di prodotti di intrattenimento.
Grand Hotel, ispirata ad una serie spagnola successivamente esportata in Italia, Messico e Marocco, attualizza la trama dell'originale spostandola dalle spiagge spagnole dei primi del '900 alle coste di Miami, tra surfisti abbronzati e modelle statuarie, probabilmente per adattarsi meglio alle corde del pubblico statunitense. Dietro a questo adattamento c'è il Brian Tanen di Devious Maids e Desperate Housewives, che mette la sua firma su una sceneggiatura dal sapore latino, i personaggi principali sono infatti tutti interpretati da attori di origine centro e sud-americana, differenziandosi così leggermente da prodotti simili già visti in tv.
Piccolo disclaimer necessario: la recensione che segue si basa esclusivamente sulla visione del primo episodio che abbiamo potuto vedere in anteprima. Siamo però sicuri che il pilot, in cui si susseguono un colpo di scena dopo l'altro, è esemplificativo di come si svilupperà la serie, perfettamente in linea con i canoni dei prodotti di questo genere.
Una trama ricca di sorprese
Al centro della trama di Grand Hotel troviamo la famiglia Mendoza, proprietaria del Riviera Grand fin dalla sua fondazione negli anni '50. Il capofamiglia Santiago - interpretato dal messicano Demián Bichir, attore nominato all'Oscar e veterano delle telenovelas latine -, risposatosi con Gigi (Roselyn Sanchez), migliore amica della moglie defunta, deve evitare la bancarotta e il fallimento del suo amato hotel.
Con il ritorno a casa della figlia Alicia (Denyse Tontz), pronta a gestire il resort di lusso come le era stato promesso prima che partisse per l'università, colpi di scena, scandali e segreti nascosti creeranno non pochi problemi ai membri della famiglia allargata dei Mendoza e ai loro dipendenti. I tentativi di Santiago di nascondere la crisi finanziaria del Riviera - ed i suoi rapporti con dei loschi strozzini a cui deve un'ingente somma di denaro - si intrecceranno alle vicende che vedono per protagonisti i suoi figli, la sua nuova moglie e le sue figliastre, senza dimenticare poi la misteriosa scomparsa di una delle cuoche del ristorante, Sky (Arielle Kebbel), con cui si apre il pilot.
I personaggi del Riviera Grand
Come avrete dedotto dal nostro breve riassunto della trama, il numero di personaggi di Grand Hotel è tutt'altro che limitato. Dai protagonisti, i membri della famiglia Mendoza, ai secondari più marginali come i dipendenti che, perlomeno nel primo episodio, vengono lasciati sullo sfondo, il Riviera Grand ospita una pletora di personaggi di cui fatichiamo a tenere il conto.
Pur essendo una caratteristica condivisa dalla maggior parte delle soap, questo porta all'inevitabile appiattimento dei comprimari, la cui personalità non viene mai definita a dovere: dal fratello di Alicia, Javi (Bryan Craig), che viene limitato nel ruolo di playboy dal passato tormentato, alle figlie gemelle di Gigi, Carolina e Yoli, che, oltre a battibeccare dando vita ad un siparietto comico non sempre necessario, offrono poco altro allo sviluppo della trama. Nessuno dei personaggi, ma potremmo ricrederci con il procedere della serie, ci è parso particolarmente significativo, spiccando sugli altri e in grado così di rimanere impresso negli spettatori (aspettiamo con ansia però la comparsa a sorpresa di Eva Longoria).
Una soap per le serate estive
Critica necessaria deve essere fatta ai dialoghi che, forse anche per colpa di un doppiaggio italiano poco riuscito, non sembrano quasi mai fluire in maniera naturale. Le battute dei personaggi restano sempre un po' troppo affettate ed eccessive: sì, lo sappiamo che si tratta di una soap e che i dialoghi sopra le righe ne sono da sempre una caratteristica distintiva, ma le interazioni tra i protagonisti sarebbero risultate decisamente più credibili se in certe occasioni si fossero mitigati i toni.
Grand Hotel è, come abbiamo ribadito più volte, un classico esempio di soap estiva senza troppe pretese: fa bene il suo lavoro, tendendo fede a quel che promette, ma si allontana dai fasti dell'originale - che era stata definita la Downton Abbey spagnola - e dai precedenti lavori di Brian Tanen. Questa serie resta senza dubbio un prodotto piacevole per una serata estiva, ma ci chiediamo se verrà poi dimenticata al primo abbassarsi delle temperature.
Conclusioni
Concludiamo questa recensione di Grand Hotel ripetendo ancora una volta come la serie diretta e prodotta da Eva Longoria possa costituire per gli amanti del genere un piacevole, ma presto dimenticabile, prodotto di intrattenimento per le serate estive. Grand Hotel condivide tutte le caratteristiche più rappresentative delle serie di questo tipo, tra cui il continuo susseguirsi di colpi di scena e di ribaltamenti di trama, ma anche lo scarso approfondimento dei numerosi personaggi.
Perché ci piace
- La serie, per chi ama il genere, intrattiene in maniera divertente.
- Il cast quasi interamente latino.
Cosa non va
- Lo scarso approfondimento dei personaggi.
- I dialoghi troppo sopra le righe (che sia causa del doppiaggio?).