Gossip Girl è stato forse l'ultimo baluardo di teen drama puro e che chiudeva il periodo d'oro del genere - dalla pacatezza e verbosità provinciale di Dawson's Creek, Everwood e Una mamma per amica, all'adolescenza di ricchi e benestanti di The O.C. (che sottintendeva una critica alla disparità sociale, proprio come in Gossip Girl) prima che il genere venisse contaminato da generi come il supernatural (The Vampire Diaries) e il mystery (Pretty Little Liars, dove si aveva a che fare con veri e propri omicidi e non enigmi più "soft"). Grazie a questa sua particolare posizione cronologicamente parlando, rimane un cult ancora oggi e nonostante tutto ha passato la prova del tempo. La riprova? È tornato su Netflix ed è subito svettato nella Top 10. Proviamo a vedere perché in questi 5 motivi.
1. Voice over mon amour
Non solo una voce narrante necessaria, ma accattivante. Merito del tono dato da Kristen Bell, voce senza corpo della misteriosa blogger: calmo eppure pungente, proprio per far venire al pubblico il prurito sullo scoprire di più sulle "scandalose vite dell'élite di Manhattan", come lei stessa promette nel suo blog in modo anonimo - nel reboot diventato una pagina Instagram, ma poco importa: il concetto è lo stesso. La curiosità morbosa e senza tempo per il dramma e per i segreti degli altri, possibilmente torbidi e scioccanti, è alla base della storia. "L'erba del vicino è sempre più verde" recitava un vecchio proverbio, e sicuramente vale per gli abitanti dell'Upper East Side. La curiosità e l'invidia per il prossimo, per il lusso sfrenato e per la ricchezza senza fondo è qualcosa in cui in tanti ci possiamo rivedere, in qualsiasi epoca.
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2. Personaggi odiosi che abbiamo imparato ad amare
Blair, Serena, Nate, Chuck. Quattro ragazzi facenti parte dell'Upper East Side newyorchese e che vediamo con gli occhi non solo di Gossip Girl ma anche di Dan e Jenny Humphrey, insieme a Vanessa Abrams, gli outsider delle scuole private dove si ritrovano ad andare ragazzi e ragazze. Quattro ragazzi detestabilissimi per la classe sociale che rappresentano, per il non rendersi conto del proprio agio e della propria fortuna, per dare per scontato fin troppo della loro vita. Eppure non possiamo non affezionarci a loro, col passare delle stagioni e degli episodi, alla loro vita fuori scala rispetto al resto del mondo ma ai problemi adolescenziali che sono quelli di tutti. Ansia, paura per il futuro, prime relazioni, mettersi davvero a nudo e rendersi vulnerabili, dipendenze. Caratteristiche che hanno permesso agli spettatori di riconoscersi in loro nonostante non fossero necessariamente della stessa classe sociale.
3. A tutto glamour
Gossip Girl racconta un modo glamour e inarrivabile per molti di noi ma nel criticarlo ce ne mostra anche il lato affascinante, conturbante, accattivante. Non possiamo quindi non innamorarci delle sue location sontuose e pazzesche sparpagliate per New York, tra le scale del Met al tetto dell'Empire State Building, tutti luoghi da visitare se si va nella Grande Mela. Così come dei suoi costumi che facevano a gara con quelli di Sarah Jessica Parker in Sex and the City, soprattutto se indossati dall'Ape Regina Blair Waldorf o da Serena Van Der Woodsen. Ma anche dai personaggi maschili nei loro abiti su misura e sempre impeccabili, o nello stile da dandy e scrittore in erba di Dan. Personaggi iconici che hanno creato tormentoni ("Due parole, cinque lettere") che funzionano ancora oggi, superando la prova del tempo.
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4. Disparità sociale
Parlavamo prima degli argomenti tabù trattati dal teen drama. Gossip Girl ha scardinato moltissime tematiche fino a quel momento ritenute tabù per la classe elitaria, sesso compreso, e tra l'eccesso e l'impeccabile ci sono stati tanti temi trattati meno superficialmente di quanto si possa pensare, come la malattia mentale. O come il provare una relazione a tre (prima della troppia del reboot, erano già avanti Dan, Vanessa e Olivia). O ancora la disparità sociale che qualcuno si è portato dietro nelle sue nuove serie come Penn Badgley, interprete di Dan Humphrey in Gossip Girl e poi di Joe Goldberg in You, sempre sulla piattaforma.
5. Chi è Gossip Girl?
Josh Schwartz e Stephanie Savage sono stati bravi nello sfruttare l'elemento mystery presente anche nei libri come fil rouge, di cui non si sono mai dimenticati nel corso delle sei stagioni e che ha avuto un suo epilogo e risoluzione nel finale. Allo stesso tempo non è mai stata il core centrale dello show (come ad esempio poteva esserlo in Pretty Little Liars, che appunto verrà dopo). Ma premiamo gli autori ad aver disseminato indizi nel corso delle puntate, a volte anche volutamente contradditori ma che facevano parte di un unico grande disegno, ed essere andati in una direzione diversa rispetto ai romanzi originari di Cecily von Ziegesar, per sorprendere ancora una volta il pubblico.