Tra Expats e Good American Family, il finale della serie secondo Sarayu Blue: la verità ad ogni costo

La miniserie con Ellen Pompeo svela il risultato del processo ai Barnett e Natalia Grace. Ne abbiamo parlato con una delle attrici protagoniste. In streaming su Disney+.

Sarayu Blue in Good American Family.

C'è una serie che - forse un po' a sorpresa - è sulla bocca di tutti in queste settimane. Per quanto avesse coinvolto il nome di Ellen Pompeo - quindi Meredith Grey per chi è fan della cara vecchia tv generalista - e una storia vera sconvolgente come quella di Natalia Grace, non ci aspettavamo che Good American Family riscontrasse curiosità negli spettatori sempre più distratti dall'offerta capillare dei servizi streaming.

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Una scena della miniserie

Il merito probabilmente è stato anche della messa in onda, a metà strada tra vecchia e nuova serialità: la pubblicazione della prima metà tutta insieme e poi un episodio a settimana. Arriviamo ora al finale (30 aprile) che prova a rispondere a tutte le domande lasciate in sospeso. Lo abbiamo commentato insieme all'attrice Sarayu Blue perché il percorso del suo personaggio è simbolico.

Good American Family: un finale dolceamaro

Nell'epilogo della serie Disney+ arriviamo alle battute finali e al verdetto del processo intentato da Natalia Grace (Imogen Faith Reid) e dalla sua seconda (anzi, terza) famiglia, i Mans, nei confronti di Kristine e Michael Barnett (Ellen Pompeo e Mark Duplass), oramai separati. L'affaire legale vedrà la coppia dichiarata non colpevole ad alcuni anni di distanza per abbandono di persona non autosufficiente e associazione a delinquere. Una conclusione forse un po' troppo di parte nel mostrare la bambina-adulta necessariamente come una vittima.

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Un momento in tribunale

Allo stesso tempo la figura di Kristine Barnett ci parla di una maternità non necessariamente positiva. Una scelta coraggiosa da parte delle autrici e in linea con il precedente lavoro di Sarayu Blue, Expats su Prime Video. Qui l'attrice interpreta Valika, la migliore amica e sostenitrice della donna e madre adottiva di uno dei bambini all'asilo nido dei Barnett. Ci dice l'interprete: "Amo vedere donne dinamiche, genitrici raccontate in tutte le loro prospettive quindi ciò che amo di questi due show è che disfano tutti gli strati della maternità, senza filtri. A volte anche scomodi e dolorosi. Rappresentano l'umanità e questo significa entrambi i lati della medaglia, luce e buio, apprezzo davvero quest'onestà di narrazione"_.

Good American Family e Orphan: la storia vera di Natalia Grace. Tra realtà e finzione Good American Family e Orphan: la storia vera di Natalia Grace. Tra realtà e finzione

La miniserie Disney+ come American Crime Story

Il personaggio di Valika è forse quello che fa il percorso più interessante di tutta Good American Family perché è l'amica più leale di Kristine, per poi alla fine aprire gli occhi su chi potrebbe essere davvero la donna e iniziare a mettere in dubbio la sua verità. Ci ha ricordato Robert Kardashian interpretato da David Schwimmer in American Crime Story: Il caso O.J. Simpson, un'altra terribile pagina di storia vera americana.

Good American Family Sarayu Blue Scena Serie Tv Disney Plus
Sarayu Blue in una scena

Anche qui siamo tra il thriller e l'horror - come i riferimenti al film Orphan: "Questa devozione cieca nei confronti di Kristine è estrema e può portare ad un passo falso. Credo che dovremmo esplorare tutti le possibilità di quel gesto. Ci è voluto molto impegno da parte mia per immedesimarmi nel comprendere cosa volesse dire essere così impegnata in un'amicizia, ed è questo che l'ha resa diversa da interpretare".

Dalla realtà allo schermo

Un fatto realmente accaduto, lo abbiamo detto tante volte, attira la curiosità morbosa del pubblico. Blue si è sentita quasi in modo meta-televisivo nell'interpretare Valika: "In un certo senso, ho dovuto approcciarmi al tutto come fossi una giurata al processo ai Barnett. Dovevo studiare il caso ma allo stesso tempo dovevo tenermi a distanza, rimanere imparziale. Per avere quel tipo di devozione a Kristine, dovevo stare lontana dalla marea di informazioni che mi piovevano letteralmente addosso e quello mi ha aiutato a tenere il paraocchi".

Good American Family Mark Duplass Imogen Reid Scena Serie Tv Disney Plus
Una sequenza quasi horror di Good American Family

Le storie vere diventano serie tv anche per veicolare un determinato messaggio. Secondo Blue, uno è il monito a mantenere sempre attiva la nostra capacità critica, non seguire ciecamente mai nessuno o nessuna idea. "Un importante promemoria, ora e per sempre". L'altro è quanto come società potremmo essere molto più di supporto alla comunità disabile. Indipendentemente dal ruolo della reale Natalia nella vicenda. Tendiamo a fallire nei loro confronti. "Dobbiamo guardarci allo specchio e guardare dentro noi stessi, e provare a fare meglio, ad essere migliori. Creare consapevolezza intorno ad un determinato argomento come questo".

Good American Family e l'importanza della maternità in una folle miniserie Good American Family e l'importanza della maternità in una folle miniserie

Amiche nemiche

Valika però non ha insegnato solamente l'importanza del pensiero critico alla sua interprete ma anche cosa si prova a raccontare la verità e soprattutto a non farlo? "Ci sono dei momenti che danno quasi il voltastomaco quando la vediamo iniziare a mettere insieme i pezzi ma guardare dall'altra parte, e altri in cui invece parla col cuore in mano perché non può più fare altrimenti. Quando siamo davvero onesti con noi stessi, è un'esperienza davvero liberatoria. La vorrei per tutti dopo averla vista in Val".

Good American Family Imogen Reid Scena Serie Tv Disney Plus
La pietra della discordia nella miniserie

Questo accade nel finale di Good American Family quando si confronta definitivamente con Kristine millantando di non sponsorizzarle più le spese legali sostanzialmente e vitto e alloggio per lei e i tre figli biologici, rimasti con la madre dopo la separazione. Una chimica tra donne facile da creare sul set: "È venuta fuori in modo naturale e spontaneo. Ellen è davvero un'anima genuina. È generosa, non ha pretese di alcun tipo, fin dal primo giorno ha detto 'Buttiamoci insieme in quest'avventura e arriviamo alla fine'. Era già tutto lì prima ancora di girare".

La stessa apertura che il figlio autistico di Kristine mostra proprio a Natalia come ultimo gancio agli spettatori: chi avrà detto la verità, nonostante i risultati del processo?