Nell'edizione delle polemiche e del boicottaggio contro la Hollywood Foreign Press Association, della cerimonia "a porte chiuse" e dei vincitori annunciati via Twitter, i Golden Globe hanno chiuso l'annata forse più tormentata della loro storia confermando praticamente quasi tutti i favoriti della vigilia: pochissime sorprese nei verdetti dei membri dell'associazione della stampa estera di Hollywood, con West Side Story e Il potere del cane ricompensati nelle due categorie dedicate al miglior film dell'anno. Risultati, in generale, piuttosto in linea con gusti e preferenze della critica americana, e che non dovrebbero influenzare più di tanto la corsa agli Oscar (dopodomani, intanto, sarà la volta delle nomination agli Screen Actors Guild Award).
Di seguito, analizziamo dunque nel dettaglio i vincitori dei Golden Globe 2022 con un po' di curiosità e statistiche relative ai film premiati, ma ponendo l'attenzione soprattutto sulle vittorie meno scontate di ieri notte, sia nel settore dedicato al cinema, sia in quello del piccolo schermo, dove a trionfare è stata invece la HBO grazie al successo trasversale di due fra i suoi titoli di punta, Hacks e Succession.
Il potere del cane: Jane Campion e la storica "prima volta" di Netflix
Partiamo dalla pellicola che ha fatto davvero la parte del leone a questa settantanovesima edizione dei Golden Globe, ovvero Il potere del cane, torbido dramma familiare a sfondo western tratto dall'omonimo romanzo di Thomas Savage. L'opera scritta e diretta dalla cineasta neozelandese Jane Campion si è aggiudicata tre Golden Globe: miglior film drammatico, miglior regia e miglior attore supporter per il venticinquenne Kodi Smit-McPhee. Si tratta della prima volta in assoluto che una pellicola distribuita da Netflix ottiene uno dei due Golden Globe per il miglior film dell'anno; la Campion, invece, diventa la terza donna ad aver ricevuto il Golden Globe come miglior regista, dopo Barbra Streisand (Yentl, 1983) e Chloé Zhao (Nomadland, 2020), ed è sempre più probabile che possa ripetere l'impresa pure agli Oscar.
Golden Globe 2022: Il potere del cane, West Side Story e Succession tra i premiati
Nella categoria principale, Il potere del cane ha superato l'agguerrita concorrenza del film autobiografico di Kenneth Branagh Belfast, che in compenso ha fatto guadagnare al regista britannico il Golden Globe per la miglior sceneggiatura. Inoltre, è assai probabile che il gelido melò di Jane Campion si sia piazzato al secondo posto in tutte le altre quattro categorie in cui era candidato, a partire da quella per l'attore protagonista, dove Benedict Cumberbatch non è riuscito a prevalere su Will Smith, interprete di un dramma sportivo alquanto convenzionale come Una famiglia vincente: Cumberbatch è superbo in un ruolo estremamente cupo e complesso, ma Smith ha potuto contare sul vantaggio di dar vita a un personaggio più carismatico.
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Andrew Garfield, West Side Story e la rinascita del musical
Se tra i film drammatici la competizione era tra Il potere del cane e Belfast, nel settore riservato a commedie e musical era ampiamente prevedibile l'affermazione di West Side Story, nuova trasposizione del capolavoro di Broadway ispirato a Romeo e Giulietta. Su quattro nomination, West Side Story è stato insignito di tre Golden Globe: miglior commedia/musical, miglior attrice per l'esordiente Rachel Zegler e miglior attrice supporter per Ariana DeBose, ricompensata per lo stesso ruolo che sessant'anni fa aveva visto premiata Rita Moreno. Si tratta della quarta pellicola diretta da Steven Spielberg ad aver vinto il Golden Globe come miglior film, ma la prima in questa categoria (E.T. l'extra-terrestre, Schindler's List e Salvate il soldato Ryan erano stati premiati come miglior film drammatico).
E sempre per restare in tema di musical, ad Andrew Garfield è stato assegnato il Golden Globe come miglior attore per aver prestato il volto al compositore e drammaturgo Jonathan Larson in Tick, Tick... Boom! di Lin-Manuel Miranda, adattamento per Netflix del musical teatrale di Steven Levenson. Fumata nera, al contrario, per le due commedie pluricandidate del 2021 (quattro nomination a testa), ovvero Don't Look Up di Adam McKay e Licorice Pizza di Paul Thomas Anderson.
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Nicole Kidman miglior attrice per il suo ritratto di Lucille Ball
In un'edizione di duelli dall'esito incerto o di premi già ipotecati con largo anticipo, discorso valido pure per Encanto tra i film d'animazione e per Drive My Car di Ryusuke Hamaguchi tra i film in lingua non inglese, l'unica sorpresa (almeno parziale) della nottata è arrivata nella categoria per la miglior attrice di dramma. I pronostici sembravano in favore di Kristen Stewart per il suo ritratto di Lady Diana in Spencer, ma i membri della Hollywood Foreign Press Association hanno eletto come miglior attrice una delle loro beniamine, Nicole Kidman: la diva australiana ha vinto il quinto Golden Globe della sua carriera (il quarto in ambito cinematografico, a diciannove anni di distanza da The Hours) per la sua performance nel ruolo di un'icona dello show business americano, la star televisiva Lucille Ball, in A proposito dei Ricardo di Aaron Sorkin. Vale la pena ricordare, comunque, che la HFPA ha sempre avuto un debole per Sorkin; il premio a Nicole Kidman, pertanto, non è un colpo di scena così clamoroso, e non è escluso che possa restare un caso isolato nell'attuale awards season.
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In TV trionfano Succession, Hacks e La ferrovia sotterranea
Passiamo infine alle categorie televisive, che hanno assistito a una doppia vittoria di peso per la HBO. Succession, acclamato affresco familiare a tinte grottesche firmato da Jesse Armstrong, ha conquistato ben tre Golden Globe per la sua terza stagione: miglior serie drammatica (il bis, dopo il premio ricevuto due anni fa), miglior attore protagonista per Jeremy Strong e miglior attrice supporter per Sarah Snook, entrambi sopraffini nei ruoli degli ambiziosi Kendall e Shiv, aspiranti eredi del clan dei Roy. Lodatissimo dalla critica, Succession ha battuto la concorrenza della novità di punta di Netflix, il thriller coreano Squid Game, che in compenso si è portato a casa il trofeo come miglior attore supporter per il veterano O Yeong-su. Miglior attrice di serie drammatica è Mj Rodriguez, prima interprete transgender ad essersi mai imposta ai Golden Globe, grazie alla stagione conclusiva di Pose.
Sul versante delle serie comiche, invece, a cantare vittoria sono stati l'irresistibile Hacks e la sua protagonista, Jean Smart, meravigliosa nei panni di una star della stand-up comedy, Deborah Vance, in cerca di rilancio. Il principale rivale di Hacks, Ted Lasso, si aggiudica in compenso un secondo Golden Globe consecutivo per il mattatore indiscusso della serie, Jason Sudeikis. Come miglior miniserie vince a sorpresa Barry Jenkins per La ferrovia sotterranea di Amazon Prime Video, ucronia sul razzismo ambientata nell'America del diciannovesimo secolo, a dispetto della sua singola nomination. Ben più prevedibili i trofei per i migliori interpreti protagonisti: Michael Keaton nei panni di un benevolo medico in Dopesick e la 'solita' Kate Winslet (al quinto Golden Globe della sua carriera) in quelli di una detective di polizia in Omicidio a Easttown, che le aveva già fatto guadagnare un Emmy Award.