Rieccoci a parlare degli ultimi due episodi dello show più chiacchierato e musicale del momento, quel Glee che continua a portare avanti, tra momenti intensi e commoventi e scintillanti incursioni di volti celebri, un discorso coerente e organico alla concezione di Ryan Murphy e dei suoi co-autori. Il primo, sesto episodio della stagione, è dedicato a temi particolarmente cari allo show runner di Glee, ed è ancora una volta un episodio in cui il ruolo di Kurt (Chris Colfer) è prominente: in Never Been Kissed, un Kurt più che mai infelice vede nell'annuale contest rilanciato da Mr. Shuester Ragazzi vs. Ragazze l'ennesima ragione di scontento - ovviamente perché non gli è concesso esibirsi, come per lui sarebbe naturale, con le ragazze. Ma ci sono grane peggiore per lui: uno dei bulli della scuola, infatti, ha fatto di lui e della sua omosessualità coraggiosamente esibita la sua vittima elettiva, e Kurt non sa come gestire la situazione.

L'altra storyline portante dell'episodio, che ancora una volta prende spunto dalla crudeltà - questa volta inconsapevole - dei ragazzi, riguarda la gagliarda allenatrice della squadra di football, Coach Beiste. Ispirato da Finn, che per non "lasciarsi troppo andare" nelle sue effusioni con la casta Rachel ripensa al terribile giorno in cui, neopatentato, investì il postino, Sam si crea la sua personale fantasia anti-erotica per sopravvivere al fascino della parimenti astinente Quinn, e questa fantasia consiste nell'immaginare la Coach in situazioni imbarazzanti. La cosa prende piede tra i ragazzi, la donna scopre tutto grazie all'onestà di Will Schuester, e, umiliata e sofferente, si licenzia. Toccherà al gran cuore (e alle labbra) di Will e alla generosa performance dei maschietti del Glee Club (impegnati in un bel mash-up al femminile a base di Supremes e En Vogue) convincerla a tornare a vincere con il team della McKinley High.

Favorita dalle mire di potere di Sue Sylvester e da una potente influenza che colpisce Will, la bella ed esuberante supplente interpretata da Gwynnie, che porta il simpatico nome Holly Holiday - "Attrice porno o travestito?", commenta una gelosa Terri Schuester - eredita non solo la sua classe di spagnolo ma anche il Glee Club, e riesce a cattivarsi immediatamente le simpatie dei ragazzi grazie al suo atteggiamento indulgente e scanzonato (al punto da chiamare in causa una giovane e popolare diva durante una lezione: il suo "Lindsay Lohan esta bien loca" ha suscitato però le ire della mamma di LiLo) e al fatto che lascia interamente a loro la scelta dei brani da interpretare. E così Sue, che nel frattempo è riuscita grazie alle sua manovre a liberarsi di Figgins e a ottenere la nomina a preside, per capriccio decide di silurare Schuester e di assumere Holly in pianta stabile. Per fortuna di Will, la donna dimostrerà di essere sì una persona piacevolissima, ma anche una mediocre insegnante, perché incapace di gestire le situazioni difficili, nonché di "mettere la testa a posto" ("lo scorso anno un uomo mi ha chiesto di sposarlo: ho traslocato in un'altra città").
Così, in questo episodio leggero e costellato di riferimenti a classici del musical (Chicago, ma soprattutto Cantando sotto la pioggia, il film preferito del Will Schuester ammalato), trova spazio un discorso non certo ozioso sulle responsabilità degli educatori, e sulla difficoltà di trovare un equilibrio tra la disciplina e l'aspetto più ludico dell'insegnamento.


Tra classici di ieri e attualissime hit, continua a prosperare la duplice anima musicale dello show, che emerge anche nella trama con i ragazzi che cercano di contrapporre alternative moderne alle proposte troppo datate del loro insegnante, rispecchiando come gli autori cerchino di bilanciare le proprie preferenze con le esigenze della porzione più giovane dell'ampio pubblico di Glee. Se qualcuno tra questa moltitudine di giovani, tuttavia, sarà abbastanza incuriosito da andare a scoprire le meraviglie di Cantando sotto la pioggia, sarà un successo in più da ascrivere al "prof" Ryan Murphy e soci.