Abbiamo rilevato sin dalle prime battute la spietatezza e l'iniquità del mondo ritratto nelle Cronache del ghiaccio e del fuoco di George R.R. Martin, e tradotto con grande fedeltà e accuratezza in quella che è una delle nuove drama series più entusiasmanti degli ultimi anni. Abbiamo parlato del senso di minaccia tangibile e ineludibile che avviluppava i personaggi che più avevano catalizzato le nostre simpatie, e della sorte segnata del più ammirevole degli eroi.
Ma al colpo inferto nel finale di questo Baelor non eravamo comunque pronti. E non crediamo che abbia lasciato indifferenti nemmeno i più ferrati lettori di Martin, non sorpresi dal precipitare degli eventi, ma certo conquistati anch'essi dalla performance silenziosamente forte e umanamente risonante di un attore che già una volta, alla fine del primo film di una beneamata trilogia, ci aveva commosso con il "suo" sacrificio. Quella morte, però, era un nobile riscatto; questa è un colpo basso, un oltraggio ripugnante, uno schiaffo in pieno viso a tutto ciò che è onorevole, giusto e rassicurante.
Intanto Robb Stark, sempre più fine stratega e degno figlio di suo padre, non ha dubbi sul fatto che è pronto a tutto per il bene della sua famiglia. Così, quando sua madre negozia con il lascivo e infido Lord Frey per ottenere per le sue truppe il passaggio sul grande fiume attraverso le Torri Gemelle (sventurato adattamento italiano dell'originale The Twins), non esita ad accettare un accordo che, non ne dubitiamo, sarà foriero di ulteriori guai per Casa Stark.
Sull'altro fronte della guerra tra Stark e Lannister, Tyrion è una inerme pedina nelle mani di suo padre Tywin, e un personaggio che ha grande spazio in questo episodio in quanto Lannister "anomalo" cresciuto nell'ombra di un fratello bello e arrogante e di un padre sprezzante e tirannico. Una sorte che ci fa guardare con una certa indulgenza al suo egoismo e alla sua frivolezza. Il tema del dovere contrapposto all'amore per la propria famiglia è al centro del segmento ambientato a Castle Black, sulla Barriera, con il prode Jon Snow che, onorato dal Comandante Mormont dopo avergli salvato la vita, deve combattere con il desiderio di essere al fianco di suo padre e di suo fratello in questo momento tanto difficile. Ad "aiutarlo" arriva un personaggio che abbiamo visto fino ad ora più che altro sullo sfondo della Cittadella, l'anziano cieco Maester Aemon, che gli rivela in un magistrale dialogo come gli dei abbiano deciso di testare la sua fedeltà all'ordine quando era già in là con gli anni, e arrivarono alle soglie della Barriera le notizie sulla distruzione della sua famiglia: i Targaryen.
Non sappiamo cosa sceglierà Jon; scelse il dovere Aemon, ma sceglie l'amore la sua giovane parente Daenerys, che sfida i capitani del khalasar per cercare di salvare il suo Drogo, agonizzante dopo aver lasciato proliferare l'infezione alla ferita procuratasi durante il brutale duello di The Pointy End. Disperata, Dany chiede aiuto alla misteriosa donna che ha salvato nello scorso episodio, e affida il suo amato a un rito di magia nera proibito dai Dothraki e destinato ad avere, con ogni probabilità, conseguenze terrificanti. Baelor è un episodio strutturato con maestria, con le scene che vedono protagonista Ned Stark/Sean Bean poste sapientemente in apertura e nel finale, e le altre storyline nel mezzo ad approfondire il suo dilemma e ad amplificare lo shock della chiusa. Ma è anche un episodio ricco di inquietante foreshadowing e di dialoghi pregnanti, scritti e recitati magnificamente, e caratterizzato da una gestione originale e spiazzante dei momenti topici. E se per l'episodio conclusivo di questa prima stagione, l'imminente Fire and Blood, gli autori di Game of Thrones hanno in serbo per noi un finale che abbia la metà della portata emotiva di quello di Baelor, prepariamoci al peggio.
Perché vorremmo pensare che questo finale cambiasse per sempre le nostre aspettative, che c'insegnasse ad attenderci le costanti rotture con gli schemi tradizionali della fiction di evasione che caratterizzano la saga e lo show, che ci inducesse a non aggrapparci a valori tradizionali e ai più ammirevoli degli eroi.
Ma non possiamo cambiare condizionamenti tanto profondi; continueremo ad amare e a soffrire, e a volerne di più.
Movieplayer.it
5.0/5