Funhouse, la recensione: un Grande Fratello Vip splatter dove se non prendi i like muori

La recensione di Funhouse: grazie all'ottimo blu-ray Koch Media della collana Midnight Factory abbiamo potuto apprezzare l'horror di Jason William Lee; i difetti sono tanti, ma le scene forti funzionano e la denuncia sociale è efficace.

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Funhouse: una scena del film

Fra i grandi meriti della Midnight Factory, branchia dedicata all'horror di Koch Media, non c'è solo la qualità delle sue edizioni homevideo, ma anche la capacità di portare al pubblico prodotti inediti o comunque nascosti ai più. E meritevoli sicuramente di esser visti, se non altro per i fan del genere. Come vedremo nella recensione di Funhouse, il film del 2019 di produzione svedese-canadese scritto e diretto da Jason William Lee, è proprio uno di questi casi.

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Funhouse: una scena del film

Del resto, perdere prodotti dalle tematiche così attuali come Funhouse sarebbe un peccato. Difficile essere più sul pezzo di un film che parla di reality show, social invasivi, Grande fratello e di like vissuti come ossessioni e addirittura scopo di vita. L'horror di Jason William Lee, esaltato come vedremo dopo anche da un blu-ray tecnicamente eccellente, si muove in questi spazi decisamente all'ordine del giorno, infarcendo però la torta con robuste dosi di horror, splatter, cinismo e cattiveria, che portano a una denuncia sociale a più strati.

Un Grande Fratello Vip horror: per sopravvivere servono i like

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Funhouse: Valter Skarsgård in una scena del film

Cosa succede in Funhouse è presto detto. Otto giovani già conosciuti al grande pubblico e provenienti da tutto il mondo, in calo di consensi ma voraci di celebrità, accettano di partecipare a un reality show trasmesso in diretta streaming, ingolositi dall'enorme visibilità e anche dal ricchissimo premio per chi risulterà il vincitore. A presentare lo show uno strano personaggio mascherato da panda. Il problema, è che ben presto i partecipanti si rendono conto che l'eliminazione per chi riceve meno like dal pubblico, sarà fisica nel vero senso del termine. E molto dolorosa.

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Funhouse: Jerome Velinsky in una scena del film

E le prove sono sempre più spietate, truculente e raccapriccianti. Insomma un survival game nel quale per sopravvivere bisogna guadagnare qualche like in più, un Grande fratello Vip con generose dosi di violenza e sangue, trasmesso per giunta da un server sconosciuto e inaccessibile. Perché lo sconosciuto travestito da panda in realtà è un guru dell'informatica che ha pensato a tutto.

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Funhouse: una scena del film

Sangue, splatter e la denuncia di un'umanità sconcertante

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Funhouse: una scena del film

Funhouse ha il merito di mettere subito le cose in chiaro, fin dall'incipit: splatter, scene forti e sangue a fiumi non verranno risparmiati. Cinismo e cattiveria non mancano e non può passare inosservata la forte critica sociale che funziona un po' a 360 gradi. Perché in realtà l'ideatore del massacro mascherato da panda non è forse l'oggetto principale della denuncia (va da sé che con la follia c'è poco da discutere). Qui chi viene preso sul serio di mira è l'humus che ha permesso a questo personaggio le sue malefatte: in primo luogo il gruppo di ragazzi, disposti a tutto per la fama e piuttosto vuoti, ma soprattutto un certo tipo di pubblico dedito al voyeurismo, insomma il contorno che guarda appassionato lo show. Un panorama di umanità varia desolante e sconcertante che comprende ragazzi quasi indifferenti nel giocare con la vita degli altri a furia di like, spregevoli personaggi televisivi che sfoderano un ridicolo humor nero e gente pronta a sfruttare la situazione.

Peccato per le interpretazioni e le dinamiche imbarazzanti

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Funhouse: una scena del film

Funhouse purtroppo ha però anche molti difetti. In primis i personaggi sembrano davvero tagliati con l'accetta talmente sono squadrati e privi di qualsiasi sfumatura. Dalla belloccia senza cervello al macho sicuro di sé, dal ragazzo problematico alla blogger dalla lingua tagliente, non mancano vari clichè. E le interpretazioni non proprio indimenticabili dei protagonisti non aiutano. Anche le dinamiche all'interno della struttura, fra immancabili flirt e rivalità nascenti sul nulla, non brillano per realismo e originalità, insomma tutta la parte non horror è a tratti imbarazzante, quasi un conto da pagare in attesa dei momenti truculenti, decisamente più efficaci.

Il Blu-ray: un video ottimo per dettaglio e ricchezza cromatica

Funhouse Cover

Come detto, è grazie al blu-ray Koch Media che si può apprezzare Funhouse. Oltre alla solita consueta elegante confezione slipcase, corredata di booklet, che caratterizza la collana Midnight Factory, va sottolineata la qualità tecnica del blu-ray. Il video infatti è sempre di una nitidezza esemplare, grazie anche alla fotografia molto accesa e al look decisamente appariscente della casa e dei personaggi. Il dettaglio è sempre elevato su tutti i livelli e non trascura i particolari raccapriccianti, mentre il croma è vivacissimo e regge bene anche le inondazioni totali di colore di alcune scene, che non danno mai vita a banding o sbavature. A completare il tutto un nero compatto e profondo.

Audio coinvolgente, negli extra solo il trailer e un booklet

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Funhouse: una scena del film

Anche sul fronte audio, nonostante il DTS HD 5.1 proposto sia in italiano che in inglese non sia al livello di tracce più performanti, il blu-ray regala vivacità e un ascolto frizzante, soprattutto nei momenti più strong, con adeguata partecipazione dell'asse posteriore e un buon apporto del sub. Anche l'ambienza e i vari effetti sonori della struttura che ospita i protagonisti sono piuttosto coinvolgenti, ma a regalare maggiori emozioni sono i momenti di arrabbiatura del panda. Purtroppo il reparto degli extra contiene solamente il trailer, ma va ricordato che all'interno della confezione c'è un booklet di approfondimento.

Conclusioni

Reality show in salsa sangue e splatter, dove l’unica possibilità di sopravvivere è quella di guadagnare tanti like: questi, come abbiamo visto nella recensione di Funhouse, gli ingredienti di un horror che colpisce nel segno per i temi di critica sociale e per le scene forti, ma è fragile nel confezionamento di tutto il resto che fa da contorno alle sequenze più strong. Ottimo sul piano tecnico il blu-ray della Midnight Classic.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
2.3/5

Perché ci piace

  • Cinismo e cattiveria non mancano.
  • Le scene splatter colpiscono nel segno.
  • La critica sociale prende di mira un po’ tutti.
  • L’efficacia tecnica del blu-ray non guasta.

Cosa non va

  • Le dinamiche all’interno del gruppo dei protagonisti sono a tratti imbarazzanti.
  • Le interpretazioni lasciano parecchio a desiderare.